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Deliziosa Virtù il nuovo blog di cucina e viaggi

Deliziosa virtù è un food and travel blog, nasce dalla passione per la cucina e per i viaggi, una cucina semplice e genuina, che si propone di suggerire ricette alla portata di tutti ma anche ricette elaborate ed originali per gli appassionati come me.

Deliziosa Virtù - Food and Travel Blog


Deliziosa Virtù, il blog di cucina e non solo...

Il blog è suddiviso in varie categorie in continua evoluzione, tra cui la categoria principale "Cucina", con le varie sotto-categorie Antipasti e Finger Food, Primi, Secondi, Pane e Lievitati, Dolci Tentazioni, Delizie dal Mondo e categorie secondarie come "I miei libri di cucina", "Appunti di Viaggio", "Curiosando".

Per ogni ricetta sono previsti dei tag per poter associare ricette e articoli simili di qualsiasi argomentazione, correlati tra loro per una semplice e comoda ricerca nel blog ad esempio, delle vostre ricette di dolci preferite.


Inoltre una comoda ricerca generica e una mappa del sito, vi aiuteranno a trovare all'interno del blog "Deliziosa Virtù" qualsiasi riferimento a ciò che desiderato.


Infine ogni articolo e ricetta possono essere commentati dagli utenti e votati e grazie ai bottoni social, potrete facilmente apprezzare e condividere con i "mi piace" di facebook, i tweet di twitter, linkedin e google plus!

Tiziana Ricciardi e la passione per la cucina

Blogger amatoriale e non di professione, Tiziana Ricciardi spinta da suo marito Antonio ha deciso di aprire questo blog "Deliziosa Virtù", grazie alla sua grande passione per la cucina e per i viaggi.

Su Deliziosa Virtù, potrete trovare, informazioni su di lei e una pagina riservata ai contatti.

Condividendo le sue esperienze di viaggio, emozioni e ricordi..........magari riuscirete a trovare l'ispirazione giusta per il vostro viaggio!!

Intervista di Alessia Mocci a Sara Albanese, autrice del romanzo All’ombra della Luna Nuova

Ann sentì il cuore esplodere ma annuì appena, imponendosi la sobrietà che conferiva tanta solennità ai gesti cheyenne.”
L’emozione di essere accettata in una cultura altra, di antica fattura e mistero. Ann, sentiva il cuore battere, ogni gesto, ogni parola dei Cheyenne le apriva un mondo interiore di grandezza immane. Sentiva la solennità dei loro gesti ed intanto pensava al significato del suo nuovo nome “Emonah”, “Luna Nuova”.
All’ombra della Luna Nuova”, edito nel 2014 dalla casa editrice Edizioni Rei, è la storia di una giovane donna con il grande sogno dell’insegnamento, un desiderio che la porterà a conoscere la realtà del Popolo Cheyenne nella Riserva Indiana omonima.
L’autrice, Sara Albanese, nasce nel 1982 a Treviso, si laurea a Venezia presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e, sin da subito, mostra l’attitudine verso la scrittura, una passione che pian piano diventa necessità di esprimersi per comunicare ai lettori la grande gioia della vita e della conoscenza.
Letteratura e natura, un connubio carissimo all’autrice che ha mostrato più volte nelle sue pubblicazioni e per la sua attività di amministrazione e redazione all’interno del Portale Horseason.com.
Noi di Oubliette Magazine abbiamo incontrato Sara Albanese per una piccola intervista sulla sua produzione ma non solo… curiosi? Buona lettura!

A.M.: Ciao Sara, grazie innanzitutto per questa intervista. Ho curiosato nel tuo curriculum e mi ha sorpreso constatare una poliedricità che va dalla poesia al romanzo, dal racconto interiore all’amore verso gli animali, dall’essere redattrice di Horseason al tuo lavoro di docente.  Quando nascono tutte queste passioni ed attitudini?
Sara Albanese: Grazie a te Alessia per questa opportunità preziosa di poter parlare un pochino di me e di uno dei miei vizi più grandi: quello della scrittura! Sì, scrivere è una strana via di mezzo tra un viaggio, una seduta di psicanalisi ed una cavalcata che ti emoziona e ti proietta in una realtà nuova passando attraverso te stesso. Naturalmente questo è un paragone che mi viene naturale poiché questo amore, che mi ha poi condotto ad occuparmi del Portale Equestre Horseason.com, costituisce la mia passione più viscerale ed antica. I cavalli, intesi come soggetti con cui instaurare un rapporto dialettico ed empatico, sono da sempre infatti una parte importante della mia vita e dei miei scritti ed assumono spesso una valenza simbolica che rimanda alla crescita personale, all’esplorazione di sé, al superamento delle proprie insicurezze e vulnerabilità. La ricerca del significato, della pulizia espressiva, della simbologia e del potere suggestivo, per non dire quasi taumaturgico, della parola, mi hanno condotto molto presto sulla strada della Poesia che posso definire veramente il mio primo amore come lettrice e come scrittrice, e che tutt’ora vivo come una parte di me, in senso quasi fisico. Mi piace pensare di poter affrancare il concetto di Poesia dalla patina gelatinosa da “Baci Perugina” a cui è stata spesso relegata dal pregiudizio. Ritengo infatti che essa sia, al contrario, uno strumento potentissimo in grado di comunicare qualsiasi cosa con la delicatezza di un respiro e l’efficacia di una lama. La Poesia può esprimere sentimenti piacevoli ma anche provocazioni, denunce sociali, elementi di rottura… può parlare di filosofia come di dettagli che però finiscono per significare molto più di se stessi. Credo sia un’immensa maestra di leggerezza, pulizia e significato… tutte lezioni che io stessa, come insegnante, cerco quotidianamente di trasmettere ai miei studenti. Tutto quello che amo ed in cui credo, o in cui non credo peraltro, si rispecchia in quello che scrivo come in un ritratto che muta, simile a quello di Dorian Gray, catturando l’anima e mostrandone il percorso. Spero, tuttavia, che a differenza di quanto descritto da Oscar Wilde, non siano solo scorie e cicatrici a crescere col tempo, ma anche la comprensione della verità umana e la grazia del significato.


A.M.:  “Cavalli, Farfalle, Prismi e Vita” e “Sofia e il Lupo” sono le tue prime pubblicazioni. Hai avuto dei riscontri positivi dal popolo dei lettori?
Sara Albanese: Le due pubblicazioni sono sostanzialmente diverse sia nella forma che nei contenuti, poiché il primo è un racconto motivazionale di matrice autobiografica che tocca alcuni temi che la nostra società dell’immagine tende a relegare in un angolo buio, mentre il secondo è un romanzo introspettivo costruito sulla difficoltà nell’affrancamento personale. Entrambi però hanno suscitato nei miei lettori una comune reazione che mi ha fatto riflettere. Ho sentito spesso ripetere la frase “Pensavo di essere solo io…”, accompagnata da una vena di emozione e, talora, di sottile gratitudine, non per aver dato alcuna riposta ai problemi del lettore (vorrei essere in grado di farlo!) ma piuttosto per aver portato alla luce disagi provati da molti individui che, seduti in silenzio al di fuori del giudizio sociale, si credono spesso soli nelle proprie difficoltà. Scrivere, parlare, condividere non è forse la cura di alcun male, ma è certamente un primo passo per sfuggire a mali più gravi, quali la vergogna, l’isolamento, o la paura di chiedere aiuto.

A.M.: Nel 2014 con Edizioni Rei pubblichi il romanzo “All’ombra della Luna Nuova”, la storia di Ann, una giovane maestra di scuola di Denver. La domanda viene spontanea: questo personaggio, rappresenta un po’ il tuo sogno di insegnamento?
Sara Albanese: Ann è l’incarnazione di quello che rappresenta per me l’ideale d’insegnamento, esemplificato molto chiaramente dalle righe in cui si parla di “quella che, secondo la giovane insegnante, risultava essere la materia più importante: non la matematica, l’inglese o la storia… bensì quella che lei definiva ‘il pensiero’.Appartengo infatti a quel manipolo di inossidabili che, nonostante lo squallore in cui naviga l’istruzione ai nostri tempi, credono ancora nel valore dell’insegnamento vero: non la somministrazione di nozioni che potrebbero essere acquisite da qualsiasi mezzo tecnico, bensì lo stimolo e la formazione di individui in crescita, che attraverso la conoscenza, il dubbio e talora perfino la critica, devono sviluppare una propria autonomia di pensiero ed un’identità sufficientemente solida da non essere inghiottita dalla nostra società massificata.

A.M.: Nelle prime pagine di “All’ombra della Luna Nuova” è presente una preghiera di Benedizione Cherokee: “Possano i venti tiepidi del cielo/ soffiare dolcemente sulla vostra casa,/ […]”. Quale sentimento ti lega a questa antica preghiera popolo nativo americano del Nord America?
Sara Albanese: Questa preghiera, che ho voluto dedicare ai miei lettori e forse un pochino anche a me stessa, racchiude il profumo di una cultura, quella Nativo Americana, che ho esplorato fin da ragazzina, quando ho cercato risposte diverse rispetto a quelle che potevano esserci fornite unicamente dalla nostra tradizione. Ho scoperto così una Medicina (ricordando che per le Popolazioni Nativo Americane questo termine non rimanda ad un medicamento, bensì al naturale equilibrio tra vita, religione, filosofia, individuo, comunità, introspezione, spirito, corpo e Natura), un balsamo prezioso in grado forse di lenire, almeno in parte, le asperità del nostro tempo che è fatto spesso di prevaricazione, senso di colpa o di sopraffazione e di progresso nell’accezione peggiore del termine. Da molto tempo mi ero ripromessa di poter scrivere di questa civiltà e della sua saggezza, pur consapevole del fatto che un romanzo, a differenza di un saggio, non può essere esaustivo nell’analisi dettagliata della filosofia nativa, ma certamente sarà possibile aiutare a riscattare questa popolazione dal ruolo stereotipato, commercializzato e talvolta perfino ridicolizzato che ci è stato proposto da decenni di cinema, fumetti, leggende e di un merchandising discutibile. Mi piace pensare che chi leggerà il mio romanzo farà suo il più grande insegnamento che la cultura nativa potrebbe impartire al nostro mondo: quello del rispetto.

A.M.: Nel romanzo sei stata molto abile a mettere in contrapposizione il bisogno di portar conoscenza di Ann e la tradizione morale ed etica della cittadina di campagna Sheridan. Senza svelare troppo della fine del romanzo, puoi illustrarci come hai vissuto questa dualità?
Sara Albanese: Ann, così come la sua amica Asha, una ragazza Cheyenne che, dopo aver sposato un uomo bianco, ha scelto di vivere a Sheridan, cammina lungo un percorso accidentato attraverso l’ignoranza ed il pregiudizio. Le due ragazze, che risultano spesso essere l’una l’alter-ego dell’altra e si guidano a vicenda nella sfida alla grettezza umana ed alla chiusura mentale, trovano chiavi diverse per proseguire lungo la loro strada. Da un lato Asha rappresenta il tentativo di un compromesso tra il mondo di Sheridan e quello della Riserva Cheyenne accettando i parametri di entrambi, dall’altro Ann tenta di spostare i paletti imposti dalla tradizione e dalla paura del cambiamento. Il suo è un sogno di affrancamento e di libertà dalla prigione mentale che relega la comunità nell’ignoranza e quindi nella vulnerabilità a qualsiasi manipolazione. Le sue armi sono la conoscenza, il coraggio e la fiducia nelle nuove generazioni che sono in grado di offrire occhi ancora limpidi per guardare verità nuove.

A.M.: Quanto pensi sia cambiata la tua vita con il mondo del web e del social network?
Sara Albanese: Il mondo di internet non ha semplicemente cambiato la mia vita, ma l’ha moltiplicata. Si tratta di una risorsa incredibile che ci mette in relazione con il mondo intero: culture e lingue straniere escono dalle Accademie e si aprono a te come un vero e proprio oceano in cui non amo navigare o surfare, per utilizzare una semantica cara al web, ma in cui preferisco tuffarmi ed immergermi per conoscere individui e prospettive. Come insegnante di lingua ritengo che il web sia un’opportunità fantastica di apprendimento, ed anche come scrittrice non posso che essere grata alla rete per avermi consentito di accedere a concorsi che altrimenti forse non avrei conosciuto e che mi hanno regalato grandi soddisfazioni nell’ambito della scrittura e della poesia: parlo nella fattispecie Albero Andronico 2013, Premio Letterario Città di Monza 2013, Premio Letterario Giovane Holden 2014, Un Monte di Poesia 2014 ed il concorso della Casa Editrice Pagine che poi mi ha consentito di entrare nelle pubblicazioni curate dal Maestro Elio Pecora. Conoscere e farsi conoscere è certamente il privilegio che il web ci offre, ma naturalmente, specialmente in riferimento ai più noti social networks, il rischio è che questo privilegio venga mutato in un’ennesima manifestazione di protagonismo. Quando l’obiettivo di internet viene puntato su se stessi anziché sul mondo, si innesta una delle più pericolose malattie autoimmuni della nostra era: quella dell’autocelebrazione. Tuttavia io resto una comunicatrice e non sopporto le prese di posizione snobiste che condannano i social a oltranza, poiché li considero una grandissima occasione per esprimere e per entrare in contatto. È naturale che le relazioni virtuali non debbano in nessun modo sostituirsi a quelle reali, ma è altrettanto vero che talvolta si tratta di comunicazioni non mediate che risultano anche più autentiche rispetto al chiacchiericcio che sentiamo nella nostra quotidianità percorsa da maschere tanto quanto il mondo facebookiano. Il guaio di troppa comunicazione sta nella banalizzazione della parola: il web tende a privilegiare la rapidità e la quantità a dispetto spesso del significato e della qualità. Compito della lettura e della scrittura, oggi più che mai, è proprio quello di restituire dignità alla parola e ritmo al pensiero.

A.M.: Qual è l’ultimo libro che hai letto? Ed il film visto?
Sara Albanese: In queste notti estive un po’ insonni ho trovato compagnia nel sempre festoso amico Friedrich Nietzsche (un filo di sottile ironia che mi permetto solo perché immersa nell’immensa stima che nutro per lui!) di cui ho ripreso in mano l’opera Così parlò Zarathustra per goderla in tedesco, poiché, a suo tempo, l’avevo studiata prevalentemente in italiano. La magia della lingua originale è sempre una musica suggestiva. Ho terminato da poco, inoltre, un ottimo saggio di Antoine Fratini intitolato Psiche e Natura, dedicato ad un approccio psiconanimistico che mette in relazione la natura con l’inconscio umano, suggerendo una spiegazione medica per comprendere energia, equilibrio e parentela che possano fondere le due realtà. Riguardo al cinema… confesso che mi cogli più impreparata. Sono una grande fruitrice di telefilm d’autore, dagli anni ‘70 a oggi. Li trovo uno specchio talora splendidamente ingenuo ma spesso candidamente catartico in cui contemplare i basilari valori umani ed emozionali a cui il cinema di oggi ci ha spesso abituato a rinunciare. Tuttavia ho da poco rivisto il film Prima dell’Alba di Richard Linklater che apprezzo sempre molto perché, oltre a ricordarmi la prima romantica volta in cui lo guardai con il mio fidanzato (ora mio marito!), propone uno schema nuovo, basato sul dialogo e sull’esplorazione di sé e dell’altro. La trama sono le persone, come piace a me.

A.M.: Hai qualche novità di cui ci vuoi parlare? Ci puoi anticipare qualcosa?
Sara Albanese: Hai fatto una domanda di cui potresti pentirti… non sono sicura di riuscire a contenermi nella risposta!! Molto bolle in pentola al momento e non mi manca l’entusiasmo verso nessuno dei miei progetti e dei miei appuntamenti, a partire dalle prossime date di presentazione di questo romanzo nell'ambito di un evento country che si terrà a Cittadella (PD) in occasione della Fiera Franca del prossimo 18 ottobre, e poi, nel mese di novembre, a Talmassons (UD) nella suggestiva cornice del Mondelli Stable. Più avanti fisseremo una data a Milano ma devo ancora definirla con precisione perché per adesso sono un po' impegnata con le premiazioni dei concorsi di poesia in Toscana. Sulla pagina facebook del romanzo aggiornerò comunque date ed eventi per aggiornare e coinvolgere chiunque sia interessato.
In questo periodo tuttavia sto anche lavorando su qualcosa di molto diverso. Credo infatti che variare, diversificare, alternare sia fondamentale non solo per lettori, ma soprattutto per gli autori: serve a tenere vivo il pathos, la scintilla, la curiosità e anche il desiderio di ricerca ed esplorazione. Sto terminando una mia silloge poetica che intendo pubblicare a breve e che comprenderà diversi componimenti inediti, oltre ad un breve saggio introduttivo che ho scritto personalmente e che non vedo l’ora di consegnare ai lettori. Spero infatti che possa rappresentare un approccio abbastanza originale alla Poesia, un punto di vista che potrebbe essere interessante per liberarla dal ruolo di prodotto editoriale un po’ vintage che il mercato le ha attribuito negli ultimi anni. Si tratta di un grave abbaglio poiché, come anticipavo prima, la poesia è uno dei mezzi espressivi più dinamici, duttili e poliedrici. Spero di essere in grado quindi di offrire una visione nuova, fuori dalle accademie ma con grande rispetto e amore per il dato letterario che studio e amo da sempre.
Vorrei parlare non soltanto agli addetti ai lavori, ma anche e soprattutto ai non appassionati del genere, sperando di offrire loro uno stimolo nuovo. Ma tornando a noi… colgo l’occasione con questa tua intervista, di cui ancora ti ringrazio davvero, per rispondere ufficialmente ai numerosi lettori che mi hanno chiesto il seguito di All’Ombra della Luna Nuova.  Sto già raccogliendo materiale ed idee per far sì che Sheridan continui a vivere: io stessa mi sono affezionata ai miei personaggi come fossero amici in carne ed ossa, e ora inizio a sentire davvero la loro mancanza. Credo che una visita narrativa in Wyoming non tarderà ad arrivare!

A.M.: Salutaci con una citazione…
Sara Albanese: Mi vengono in mente molte citazioni in questo momento, ma preferisco non lasciarvi con una perla filosofica, bensì con un augurio semplice, un antico saluto che rubo alla cultura Nativo Americana e che mi piace consegnare a chi mi ascolta o mi legge: “Siate felici, così vivrete a lungo.”

A.M.: Sara, ti ringrazio per questa splendida intervista. Le tue sono parole vere piene di passione e vita, aspetto con curiosità tutte le novità di cui hai parlato. Alla prossima!

Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

http://www.youtube.com/watch?v=o2VpnMH66vs

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Intervista di Alessia Mocci a Paoletto Sassaroli, autore del libro Nell’arcobaleno del bianco e nero

“Il nostro vivere era quasi provvisorio, osservavamo attenti la vita e quello che ci succedeva non faceva quasi parte di noi. Il ricordo che ho del nostro primo incontro è sensibilmente piacevole e in parte modificato dalla mia umana fantasia.”
Un incipit che mette in luce la mescolanza che si può avere quando ci si inoltra nei ricordi. Si guarda al passato cercando le spiegazioni di alcune decisioni in momenti di vita nei quali si ha il tempo per riflettere, il tempo per cercare verità.
Nell’arcobaleno del bianco e nero”, edito nel settembre 2014 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni, è il nuovo romanzo di Paoletto Sassaroli. L’autore, nelle sue opere, porta avanti un percorso secondo il quale, ognuno di noi, può scoprire le proprie potenzialità ed esprimere, dunque, ogni attimo del presente. Questo modo di intraprendere la vita annulla i sensi di colpa verso se stessi quando si guarda al passato e dona la possibilità di nuove esperienze.
Paoletto Sassaroli è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune curiosità su “Nell’arcobaleno del bianco e nero”. Buona lettura!

A.M.: “Nell’arcobaleno del bianco e nero” è il titolo del tuo nuovo romanzo. Dipingi per noi un arcobaleno bianco e nero, ma in realtà che cosa vuoi comunicare ai tuoi lettori?
Paoletto Sassaroli: A chi legge vorrei trasmettere le mie sensazioni, i miei stati d’animo, le mie paure, le mie fantasie. A volte, in passato, ho pensato che quello che provavo fossero state delle mie sensazioni personali. Con lo scrivere ho capito che siamo in tanti a provare, a sentire… ad ascoltare… Sentiamo accomunandoci negli stessi stati d’animo. Con questo scritto voglio parlare e sentire me, voglio far sentire ai lettori me, uno qualsiasi che è parte di loro.

A.M.: La dedica del tuo libro è molto particolare, infatti, in genere un libro si dedica ad una persona cara. La tua dedica è: “Per me”. Qual è la motivazione di questa scelta? (domanda utile a far capire il tuo animo di letterato, è una forte dedica, non male saperne il motivo)
Paoletto Sassaroli: “Per me”. Per me è rivolto a chi legge. Come dicevo nella domanda precedente chiunque legga questo scritto potrebbe ritrovarsi, in una frase, in un messaggio da me elaborato sotto forma di scrittura. Nella testa di qualsiasi persona la parola inconscio evoca un insieme di stati mentali difficili da decifrare. Per me è anche inteso come uno studio di me  stesso che osserva gli altri.

A.M.: Il romanzo vede come protagonista, Paolo, che da anziano ricorda la sua giovinezza ed il procedere degli anni. Che cos’è per te il passato?
Paoletto Sassaroli: Il passato per me è stato spesso doloroso, il passato relativo all’attuale è stato costruttivo. In questo scritto si nota forse questo ed è uno dei messaggi che voglio trasmettere a chi legge.  Il racconto vuole essere artisticamente da urlo, narrativamente curioso e lucidamente divertente ma è parte del mio passato. Di un passato spesso trascorso con problematiche che potrebbero essere le problematiche di tanti miei simili. 

A.M.: Ogni libro custodisce un po’ la vita del suo narratore. In quale percentuale pensi che la tua vita personale abbia inciso sulla trama?
Paoletto Sassaroli: Quello che è nel racconto è quello che è stato nella mia vita. Come detto nel libro, alcune sostanze (alcool, cannabis, ansiolitici, altri…) possono portare alla dipendenza. La dipendenza  monopolizza il nostro tempo e obbliga a limitare le attività sociali, professionali e familiari, con conseguenze negative sulla salute fisica ed morale…
Nel racconto poi vengono esternate e di conseguenza descritte altre tematiche importanti. Una tra tutte è quella dell’interazione con chi nasce in modo fortunato di noi… il rapporto con persone penalizzate dalla società, con bimbi portatori di handicap.


A.M.: Una novità importante è la partecipazione de “Nell’arcobaleno del bianco e nero” alla Fiera di Francoforte ad Ottobre. Riuscirai ad essere presente?
Paoletto Sassaroli: Sì, la signora Cristina Del Torchio è una persona squisita, amministratrice della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni e mi ha comunicato pochi giorni fa che sarò presente a questa splendida Fiera del Libro.

A.M.: Sei un lettore di letteratura contemporanea? Ci puoi far qualche nome di autori che ti hanno interessato nell’ultimo anno?
Paoletto Sassaroli: Mi piacciono diversi scrittori francesi come ad esempio: Echemoz, Mauvignier, Toussaint, Enard. Gli spagnoli Enrique Vila-Matas, Andres Neuman. Gli italiani Niccolò Ammaniti ed Antonio Pascale. Mi piace leggere in momenti della giornata non programmati da me per la lettura: voglio di considerare la scrittura qualche cosa di alternativo al tutto.

A.M.: Hai altre passioni oltre lo scrivere?
Paoletto Sassaroli: Dipingo e passeggio. Faccio lunghe passeggiate al mare per pensare e rigenerarmi.

A.M.: Letteratura e Web. Paoletto, sei molto attivo sui social network e soprattutto su Facebook. Quanto pensi sia utile il mondo del web per uno scrittore d’oggi?
Paoletto Sassaroli: Considero i social un piacevole gioco di società. Mi divertono. In certe sfumature sono molto superficiali. A me piace leggere tra le parole e soffermarmi mentalmente mentre leggo un periodo che mi interessa. Con la velocità dei social spesso non  ci riesco.

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Paoletto Sassaroli: Mi trovo benissimo. Mi  ha dato la possibilità di esternare le mie sensazioni. Con la signora Cristina del Torchio ho un ottimo rapporto. L’ho ringraziata personalmente per la sua presenza nel campo dell’editoria.

A.M.: Salutaci con una citazione…
Paoletto Sassaroli: Vorrei salutare con una citazione alla Paoletto Sassaroli. Il Paoletto del social Facebook, nessuna citazione di autori… eccomi! “Per vivere ci vuole un pene grande!Questa frase non vuole essere di offesa per nessuno, è solo una esclamazione ed un  sogno che faceva una mia cara amica, poi siamo andati a curiosare in una libreria delle regione Marche e abbiamo cominciato a leggere insieme Philp Milton Roth uno dei più bravi e scandalosi scrittori statunitensi Ora vi saluto, alla prossima!

Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

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Divertiti all'Aquafan di Riccione e soggiorna al Residence Alma di Rimini, i biglietti sono scontati

Quando l’estate si fa rovente non attendete troppo, scegliete la Riviera Romagnola e preparate il costume, il divertimento e la freschezza vi aspettano all’Aquafan di Riccione.

Impossibile non averne mai sentito parlare, si tratta di uno dei parchi acquatici più rinomati in Europa, aperto 4 mesi all’anno e con una miriade di attrazioni, pensate per tutti i gusti. Dalle discese adrenaliniche ed imprevedibili dei Kamikaze, al divertimento della piscina ad onde con la musica e l’animazione di un simpatico staff, per continuare con piscine e aree gioco per i più piccoli e zone relax dove distendersi in compagnia della famiglia.

Ovviamente non mancano tanta musica ed appuntamenti per il divertimento di grandi e piccini, per un’estate briosa e difficile da dimenticare.
Piaciuto l’assaggio? Non vi rimane che scegliere un comodo appoggio per il vostro soggiorno a due passi da Aquafan di Riccione.

Approfittate della comodità di un residence a Rimini, per esempio, e regalate alla famiglia una vacanza spensierata a due passi dal mare e dal rinomato parco acquatico. Optate per Residence Alma, la scelta ideale perché a 10 minuti di auto da Aquafan ed a metà strada tra il lungomare di Rimini ed il centro.

Qui trovate la possibilità di scegliere tra diverse tipologie di case per vacanze a Rimini, con appartamenti di varia metratura che possono ospitare da 2 a 6 persone. Le sistemazioni sono perfettamente accessoriate, con angolo cottura, tv ed aria condizionata.

Potrete lasciare direttamente la vostra auto al parcheggio privato della struttura, e muovervi comodamente in bici o a piedi, infatti il mare è a circa 50 metri dalla struttura. A proposito di mare, Residence Alma è convenzionato con una spiaggia attrezzata dove trovate campi da gioco, aree per bambini, cabine, aree pic nic ed animazione.


E se non siete ancora convinti, pensate che gli ospiti del residence possono usufruire di esclusive convenzioni con ristoranti e pizzerie limitrofe, una bella comodità per chi desidera vacanze spensierate!

Quando c’era la luna di Roberta Ambrogio e Sara Stroppa: un romanzo scritto a quattro mani

Quando un oggetto A esercita una forza su un oggetto B, anche B esercita una forza su A. Le due forze hanno stessa direzione e stessa intensità ma versi opposti, e questo si chiama principio di azione e di reazione”.

Tra i tre principi della dinamica, il principio di azione e reazione enunciato nel 1687 da Isaac Newton con l’opera “I principi matematici della filosofia naturale”, è di sicuro il più coinvolgente in quanto esplica la conservazione della quantità di moto.  La dinamica è così una disciplina che descrive le relazioni tra il moto di un corpo e gli enti che lo trasformano.

Le nostre vite di esseri umani sono legate in modo indissolubile dal principio di azione e reazione, ogni giorno ognuno di noi ha l’occasione di modificare qualcosa della propria vita, di conoscere una nuova persona, di interfacciarsi con esperienze straordinarie di cui non si aveva mai avuto alcun pensiero.

Due ragazze, amiche, studentesse fuori sede, in una sera come le altre, decidono di uscire. È venerdì. Il Moonriver è la novità del centro di Roma. Virginia e Chiara non si aspettano nulla di singolare, qualche ora lontane dallo studio incessante dei libri di Meccanica. La Luna, protagonista silenziosa e sognatrice, illumina quel cielo di marzo del 2007.

Viaggiando con gli occhi dal suo viso al suo corpo fasciato in quell’abito stretto, un dissestante connubio di sensazioni gli esplose dentro tutto d’un tratto: si sentì letteralmente sciogliere, avvampare, ribollire le viscere. Che quella ragazza sortisse in lui un effetto particolare ormai non avrebbe potuto essere più lampante, e fece appena in tempo ad appurarlo definitivamente che proprio in quel momento la figura di suo fratello, seguito da una ragazza sconosciuta, si profilò alle spalle di Chiara diretta verso di loro.”

Andrea, musicista per passione, continuava a fissare il corpo perfetto della ragazza appena conosciuta. Era notevolmente affascinato dal brio di Chiara, la sua allegria era contagiosa e la sua bellezza mozzava il fiato. Andrea aveva un carattere mite, opposto a suo fratello Luca, anch’egli musicista. I due speravano di aver successo nella musica ed, infatti, si trovavano a Roma proprio per incontrare alcuni produttori discografici. Marco, un loro caro amico, gli aveva offerto un letto in cui dormire.

Il Moonriver, quella sera del 23 marzo, fu palcoscenico di un incontro che trasformò la vita di cinque persone; la Luna si occupò di illuminare la notte, spettatrice assorta di una storia di crescita e trasformazione nella quale si ha sempre la possibilità di cambiare e migliorare il proprio essere.

Quando c’era la luna” è il romanzo d’esordio di due giovani autrici, Roberta Ambrogio e Sara Stroppa, che, grazie ad una profonda amicizia e passione per la scrittura, hanno portato a termine un progetto di scrittura a quattro mani di notevole interesse, soprattutto se si considera che è stato fatto a distanza, con l’ausilio delle sole email.

“Quando c’era la luna” percorre tre anni della vita dei suoi protagonisti, anni di passioni e delusioni, di accuse e scuse; anni in cui le esperienze celano un retrogusto amaro perché ci si sente invincibili, perché si ha un’energia esploratrice propria di quell’età spensierata.

I loro baci erano quelli di due persone ingorde, insaziabili l’una dell’altro, e quando Andrea spostò di nuovo le labbra sulla sua spalla Chiara rovesciò ancora una volta il capo all’indietro, con gli occhi chiusi mentre gli avvolgeva le braccia attorno alla testa, e incominciò a prendere velocità. Andrea, che stava impazzendo, segnò la sua pelle con un morso.”


Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

Booktrailer
http://www.youtube.com/playlist?list=PL5CrllraTeoP5jQOPNpfeGB_E8Uxg613p

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https://www.facebook.com/quandoceralaluna

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Morsetti in acciaio

Azienda attiva nel settore della produzione di cavi flessibili. I prodotti di Capro vengono impiegati principalmente nel settore delle biciclette, ma anche per il settore dell'immuminazione, e non solo.

Le novità editoriali di luglio ed agosto 2014 della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni

Fondata nel 2004, la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni ha avuto modo di espandersi nel settore tematico e geografico. Son ben venti le collane editoriali della casa editrice, venti sono dunque le braccia che accolgono la diversità per condurre oltre i confini territoriali e mentali.
La denominazione delle collane è in linea con la politica della casa editrice, troviamo infatti: “Letteratura di Confine”, “Trasfigurazioni”, “Mappe di una nuova èra”, “Saggi”, “Rivelazioni”, “Poesia”, “Fairie”, “Atlantide”, “Oltre il confine”, “Scritti in scena”, “Sopralerighe”, “Heroides”, “Echi dalla storia”, “Visioni”, “Margini liberi”, “Echi da internet”, “Radici”, “Supernal Armony”.
Aspettando le prossime uscite del mese di settembre e le novità di questo prossimo autunno vi lasciamo con le novità editoriali per i mesi estivi di Luglio ed Agosto 2014. Buona lettura!

Alterazioni” di Maura Mantellino
Il risultato di esperienze varie permette alla scrittrice Maura Mantellino di comporre i tre racconti inseriti in questo libro: “Alterazioni”. E mai titolo fu più azzeccato per ogni qualvolta che la vita di un essere umano si altera: per eventi, psicopatie, malattie - anche quelle di chi ci sta accanto - automaticamente catapultate in un’alterazione delle proprie esperienze. Le tre donne cui sono dedicati e per cui sono stati scritti, s’identificano in vizi e problematiche attualissime che nell’universo femminile - ma anche in quello maschile - si trovano a contaminare oggi il mondo. Originalissimo il terzo racconto che tratta la demenza senile di un’anziana donna, vissuta attraverso l’ingenuità degli occhi della piccola nipote, “Carlotta”, titolo, peraltro, del racconto. Maura non psicanalizza il problema, ma ne fa un racconto pieno di sensibilità; il lettore si rende partecipe e si trova a vivere le pagine di “Carlotta” senza imbruttirsi l’anima come avverrebbe fatto per un altro tipo di testo. Ma lo vive, lo incamera e si emoziona. E cosa chiedere di più a un racconto, se non quello di emozionarci? Per il primo racconto del libro, per cui ho avuto l’onore - su richiesta dell’autrice - di scrivere una poesia per introduzione, come peraltro è stato fatto per gli altri due.

Arbor Mirabilis” di Savino Carone
Nello scorrere le pagine di questa originale raccolta poetica, “Arbor Mirabilis”, ci imbattiamo in una versificazione basata su una padronanza letteraria supportata da recipienti d’esperienza, pillole di saggezza, involucri d’inquietudini misti ad inesauribili filoni di autostima, secondo canoni dettati dalla mente e dal cuore prim’ancora che dal cammino dei propri passi. La poesia, il furore artistico, non s’inventano. Attingono dal proprio IO, bensì, con la realtà a fare l’occhiolino. E non ammettono deroghe, sia che spingano sull’acceleratore del vivere quotidiano, sia se sorprese a farfugliare con voce proveniente dall’universo interiore, che non accetta compromessi se non con se stesso … se non acquietato nei propri bisogni: carnali e spirituali! 

Il sole ha rubato i colori alla cola del gallo” di autori vari
Il respiro di una fiaba è soffice come una nuvola e ci regala un non-tempo, un pensiero sospeso da cullare con amore. Un cielo così grande da guardare tutti i sogni del mondo. Un’aria tanto tersa per scorgere al di là della nostra natura umana. Un verde così intenso da dipingere il sorriso su ogni parola. Ogni fiaba si fa mistero da scoprire per dare un senso ai nostri sogni e alle nostre verità. Paura, timore o dolori si dissolvono per lasciare senza ostacoli la nostra essenza e farci stare bene, tramutando la rigida quotidianità in abbandono, nel viaggio fra i sentimenti autentici che, da soli, dovrebbero governare le nostre giornate e renderle incanto. Ogni fiaba ci insegna nuove strade e ogni cosa si trasforma nell’alito del vento che muta: l’acacia spinosa profuma di tempo sospeso, il giallo ranuncolo riflette luce di mistero e l’acqua di cristalli luminosi scorre più svelta, per giungere prima all’evento gioioso. 

La casa dei sogni” di Francesca Candida
A volte penso che tra te e la poesia ci sia un rapporto fisico, come tra la terra e una pianta. La poesia è il tuo habitat, la tua natura. La formula con cui trovi la soluzione alle tue emozioni. Mi commuove la delicata precisione, la cura con cui liberi le parole da ogni sovrastruttura che ne ostacoli l’espressione più esatta, l’evocazione perfetta. Tu non scrivi, scavi. Crei spazi vuoti, perché solo in quel vuoto riesci finalmente a vedere l’invisibile. E’ questa la tua casa dei sogni. Uno spazio vuoto in cui l’invisibile si dilati ed esondi fino a bagnarti i piedi. E’ incantevole poi il modo in cui lo raccogli e lo porgi: “a cucchiaini di caffè” ... dovesse far male un’overdose di bellezza! M’inchino a te.

Tradotta giustizia” di Mauro Salvi
Un viaggio, un qualcosa di banale. Si parte da un punto A per raggiungere un punto B. Semplice. All’apparenza… In realtà lungo il tragitto molte cose possono cambiare, molte fermate intermedie potrebbero scombussolare l’ordine delle cose. Gente che sale, anime che abbandonano il convoglio per andare incontro al loro destino… In tutto questo un ruolo fondamentale l’avrà Pinuccio, il “topo della Tradotta di lusso”, il dispensatore di generi di conforto, colui che allevia la noia dei passeggeri con le sue bevande prelibate e le stuzzicherie che non saziano ma deliziano persino lo stomaco più esigente. I clienti di Pinuccio? Avvocati, magistrati… Tutte persone rispettabilissime, se le giudichiamo dai completi firmati e dai gingilli luminosi che portano ai polsi o al collo… Se scrutassimo la loro anima, forse cambieremmo idea… Come passare il tempo durante il viaggio?

Petali tra le nuvole” di autori vari
Illustrazione di copertina di Roberta Grillotti
Autori
Escluso Mortimer
Miriam Piga
Fabio Bilenchi
Elena Rapisarda
Giuseppe Spadera
Maria Miraglia

Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un'e-mail (info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana "Trasfigurazioni" con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it 

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Negozio esoterico a Roma

Nel nostro centro culturale troverete libri  dispense cereria e oggettistica di vario tipo e tutto quello che potrà essere necessario per raggiungere l'obbiettivo ascetico/esoterico,

 il tutto è esclusivo per gli associati  e aspiranti tali, un punto di riferimento e incontro per gli appassionati della Filosofia Antropologia Teosofia Esoterismo Religioni...
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Le novità editoriali di luglio ed agosto 2014 della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni

Fondata nel 2004, la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni ha avuto modo di espandersi nel settore tematico e geografico. Son ben venti le collane editoriali della casa editrice, venti sono dunque le braccia che accolgono la diversità per condurre oltre i confini territoriali e mentali.
La denominazione delle collane è in linea con la politica della casa editrice, troviamo infatti: “Letteratura di Confine”, “Trasfigurazioni”, “Mappe di una nuova èra”, “Saggi”, “Rivelazioni”, “Poesia”, “Fairie”, “Atlantide”, “Oltre il confine”, “Scritti in scena”, “Sopralerighe”, “Heroides”, “Echi dalla storia”, “Visioni”, “Margini liberi”, “Echi da internet”, “Radici”, “Supernal Armony”.
Aspettando le prossime uscite del mese di settembre e le novità di questo prossimo autunno vi lasciamo con le novità editoriali per i mesi estivi di Luglio ed Agosto 2014. Buona lettura!

Alterazioni” di Maura Mantellino
Il risultato di esperienze varie permette alla scrittrice Maura Mantellino di comporre i tre racconti inseriti in questo libro: “Alterazioni”. E mai titolo fu più azzeccato per ogni qualvolta che la vita di un essere umano si altera: per eventi, psicopatie, malattie - anche quelle di chi ci sta accanto - automaticamente catapultate in un’alterazione delle proprie esperienze. Le tre donne cui sono dedicati e per cui sono stati scritti, s’identificano in vizi e problematiche attualissime che nell’universo femminile - ma anche in quello maschile - si trovano a contaminare oggi il mondo. Originalissimo il terzo racconto che tratta la demenza senile di un’anziana donna, vissuta attraverso l’ingenuità degli occhi della piccola nipote, “Carlotta”, titolo, peraltro, del racconto. Maura non psicanalizza il problema, ma ne fa un racconto pieno di sensibilità; il lettore si rende partecipe e si trova a vivere le pagine di “Carlotta” senza imbruttirsi l’anima come avverrebbe fatto per un altro tipo di testo. Ma lo vive, lo incamera e si emoziona. E cosa chiedere di più a un racconto, se non quello di emozionarci? Per il primo racconto del libro, per cui ho avuto l’onore - su richiesta dell’autrice - di scrivere una poesia per introduzione, come peraltro è stato fatto per gli altri due.

Arbor Mirabilis” di Savino Carone
Nello scorrere le pagine di questa originale raccolta poetica, “Arbor Mirabilis”, ci imbattiamo in una versificazione basata su una padronanza letteraria supportata da recipienti d’esperienza, pillole di saggezza, involucri d’inquietudini misti ad inesauribili filoni di autostima, secondo canoni dettati dalla mente e dal cuore prim’ancora che dal cammino dei propri passi. La poesia, il furore artistico, non s’inventano. Attingono dal proprio IO, bensì, con la realtà a fare l’occhiolino. E non ammettono deroghe, sia che spingano sull’acceleratore del vivere quotidiano, sia se sorprese a farfugliare con voce proveniente dall’universo interiore, che non accetta compromessi se non con se stesso … se non acquietato nei propri bisogni: carnali e spirituali! 

Il sole ha rubato i colori alla cola del gallo” di autori vari
Il respiro di una fiaba è soffice come una nuvola e ci regala un non-tempo, un pensiero sospeso da cullare con amore. Un cielo così grande da guardare tutti i sogni del mondo. Un’aria tanto tersa per scorgere al di là della nostra natura umana. Un verde così intenso da dipingere il sorriso su ogni parola. Ogni fiaba si fa mistero da scoprire per dare un senso ai nostri sogni e alle nostre verità. Paura, timore o dolori si dissolvono per lasciare senza ostacoli la nostra essenza e farci stare bene, tramutando la rigida quotidianità in abbandono, nel viaggio fra i sentimenti autentici che, da soli, dovrebbero governare le nostre giornate e renderle incanto. Ogni fiaba ci insegna nuove strade e ogni cosa si trasforma nell’alito del vento che muta: l’acacia spinosa profuma di tempo sospeso, il giallo ranuncolo riflette luce di mistero e l’acqua di cristalli luminosi scorre più svelta, per giungere prima all’evento gioioso. 

La casa dei sogni” di Francesca Candida
A volte penso che tra te e la poesia ci sia un rapporto fisico, come tra la terra e una pianta. La poesia è il tuo habitat, la tua natura. La formula con cui trovi la soluzione alle tue emozioni. Mi commuove la delicata precisione, la cura con cui liberi le parole da ogni sovrastruttura che ne ostacoli l’espressione più esatta, l’evocazione perfetta. Tu non scrivi, scavi. Crei spazi vuoti, perché solo in quel vuoto riesci finalmente a vedere l’invisibile. E’ questa la tua casa dei sogni. Uno spazio vuoto in cui l’invisibile si dilati ed esondi fino a bagnarti i piedi. E’ incantevole poi il modo in cui lo raccogli e lo porgi: “a cucchiaini di caffè” ... dovesse far male un’overdose di bellezza! M’inchino a te.

Tradotta giustizia” di Mauro Salvi
Un viaggio, un qualcosa di banale. Si parte da un punto A per raggiungere un punto B. Semplice. All’apparenza… In realtà lungo il tragitto molte cose possono cambiare, molte fermate intermedie potrebbero scombussolare l’ordine delle cose. Gente che sale, anime che abbandonano il convoglio per andare incontro al loro destino… In tutto questo un ruolo fondamentale l’avrà Pinuccio, il “topo della Tradotta di lusso”, il dispensatore di generi di conforto, colui che allevia la noia dei passeggeri con le sue bevande prelibate e le stuzzicherie che non saziano ma deliziano persino lo stomaco più esigente. I clienti di Pinuccio? Avvocati, magistrati… Tutte persone rispettabilissime, se le giudichiamo dai completi firmati e dai gingilli luminosi che portano ai polsi o al collo… Se scrutassimo la loro anima, forse cambieremmo idea… Come passare il tempo durante il viaggio?

Petali tra le nuvole” di autori vari
Illustrazione di copertina di Roberta Grillotti
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Escluso Mortimer
Miriam Piga
Fabio Bilenchi
Elena Rapisarda
Giuseppe Spadera
Maria Miraglia

Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un'e-mail (info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana "Trasfigurazioni" con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it 

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Contest Niente mi pettina meglio del vento 2014: gira il tuo spot per far conoscere l’Alopecia Areata

Niente mi pettina meglio del vento” nasce con lo scopo di dare visibilità all’Alopecia Areata e di offrire attraverso l’arte un’informazione alternativa volta a sopperire la carenza di cultura sulla patologia e sensibilizzare l’opinione pubblica.

Il progetto, nato nel 2012 e che prende il nome da  un celebre verso della poetessa Alda Merini, ha premesso di selezionare trenta opere pittoriche e fotografiche andate in mostra in un tour nazionale tra il 2012 e il 2013 a Cagliari, Roma, Firenze, Pineto (TE). Quattro eventi, quattro città, quattro luoghi di incontro e di sperimentazione in cui l’arte, il sociale e la salute si sono confrontate per cercare di raccontare una patologia che, con una modalità irruente e capricciosa, da un giorno all’altro, da un’ora all’altra, porta via i capelli riducendo in mille pezzi lo specchio interiore di chi ne viene colpito/a.

Per la terza edizione de “Niente mi pettina meglio del vento” l’Associazione Art Meeting con il patrocinio di A.S.A.A. (Associazione Sostegno Alopecia Areata), indice una selezione di video-opere destinata ad artisti/e di tutta Italia.

Il concorso è rivolto a videomakers, professionisti e non, per la realizzazione di un video della lunghezza massima di un minuto che sviluppi uno o più dei seguenti temi:

– comunica e informa: gira uno spot che permetta a chiunque di comprendere cosa è l’Alopecia Areata e come incide sulla salute fisica, psicologica e sociale delle persone che ne vengono colpite.
– decostruisci modelli estetici: gira uno spot che rappresenti un tentativo de-costruzione di modelli di bellezza stereotipate proponendo immagini e narrazioni estetiche pluralistiche non centrate su parametri rigidi ed esclusivi.
– crea pensiero positivo: gira uno spot che promuova comportamenti positivi, incoraggianti, non stigmatizzanti, centrati sul rispetto e l’accoglienza, che permettano di veicolare il messaggio che con l’alopecia areata non si smette di sorridere.

L’iscrizione al concorso è gratuita.

Per partecipare al concorso è necessario leggere il regolamento sul sito indicato nelle info, scaricare il bando di partecipazione e seguire le indicazioni per l’invio del materiale.

La scadenza per l’invio della documentazione necessaria è fissato per il 20 settembre 2014, entro mezzanotte.

Saranno due i premi di questa terza edizione: il Premio della Giuria (1000 euro) ed il Premio Web Like (400 euro).

Niente mi pettina meglio del vento” vuole creare occasioni di:
- diffusione della parola Alopecia Areata;
- conoscenza capillare di una patologia la cui frequenza è in continuo aumento nella popolazione italiana e mondiale, che colpisce adulti/e e bambini/e indipendentemente dal sesso, dal colore della pelle, dalle abitudini alimentari, dai comportamenti igienici e personali;
- incontro e scambio con e tra persone che vivono l’Alopecia Areata;
- tentativi di costruzione – de-costruzione – ricostruzione di immagini estetiche.

“Niente mi pettina meglio del vento – l’arte ha sempre un taglio alla moda”

Buona partecipazione!


Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)


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Sito “Niente mi pettina meglio del vento”

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