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Intervista di Alessia Mocci a Fioralba Focardi, autrice di Spire di un’anima, Rupe Mutevole Edizioni

Ho ereditato da te/ un nome/ un viso/ un sorriso/ Fioralba/ a cui assomiglio./ Non ti ho conosciuto/ zia,/ morta a sedici anni,/ periodo in cui si moriva sotto bombe/ malattie dovute agli stenti./ Solo una foto rimane di te/ là sulla lapide del cimitero/ il resto/ è andato distrutto./ […]” – “Fioralba (mia zia)
Due donne, una somiglianza genetica rafforzata dalla scelta dello stesso nome. L’autrice in questa lirica omaggia la zia omonima, deceduta in età adolescenziale durante la Seconda Guerra Mondiale. L’autrice intrattiene un rapporto particolare con la donna che l’ha preceduta, sentendosi in linea diretta con la sua vita.
Spire di un’anima” è la nuova pubblicazione di Fioralba Focardi, raccolta edita nel settembre 2014 per la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana editoriale “D’amor si vive”. Una silloge che racconta di stati d’animo e di desideri, con la celebrazione di un amore speciale per ogni istante vissuto. “Spire di un’anime” è stato recentemente presentato alla prestigiosa Buchmesse, la Fiera Internazionale del libro di Francoforte (8-12 ottobre 2014).
Fioralba Focardi è stata molto gentile nel rispondere ad alcune nostre curiosità sulla sua nuova raccolta. Buona lettura!

A.M.: “Spire di un’anima” è la tua nuova raccolta poetica. Quando ha preso inizio il processo creativo che ha portato alla pubblicazione della silloge?
Fioralba Focardi: Nata? Non so veramente ma, mi piace l'idea del nascere, in fondo le poesie sono cellule che assemblandosi, danno forma ad un libro. Sento il bisogno di far volare i miei pensieri. Spire è un groviglio di ciò che provo, essendo ancora io alla ricerca del mio equilibrio interiore. Forse è questo non so, essendo un istintiva, i progetti partono da soli, e poi devo rincorrerli.

A.M.: L’introduzione di Roberto Baldini recita: “Parole di rabbia verso un pazzo mondo che non lesina dolori e sofferenze, tanto avaro di gioie e amore.” Ritieni che queste parole descrivano la tua raccolta?
Fioralba Focardi: Roberto ha centrato bene, siamo amici e spesso ascolta le mie intemperanze, ogni tanto lo uso come calmante, nel senso che mi risponde pacato, “sì, ma, forse hai ragione”, in questa maniera, sbolle la mia rabbia, e mi ritrovo a fare meno danni. Detesto la violenza, in tutte le sue forme, e dato che ne ho paura, se qualcuno mi da l'idea che voglia provare a sopraffarmi, parto all'attacco.  

A.M.: Nella lirica “Dopo tempesta” troviamo i versi: “Continua la lotta/ fra anima e il suo destino/ ardua l’impresa ma non mi arrendo.”. Qual è la lotta a cui ti riferisci?
Fioralba Focardi: Possono essere tante, ma la poesia Dopo tempesta è nata in un momento particolare: oddio in verità sono tutti momenti particolari ma, questa è riferita alla mia ricerca di un amore a tempo pieno, completo completamente libero da vincoli, che sappia comprendere la vera Me, difficile impresa.

A.M.: Quali sono le tematiche presenti in “Spire di un’anima”?
Fioralba Focardi: L'amore, in tutte le sue forme, la mia famiglia, ho ribrezzo della violenza, e lo grido, è un pot-pourri d'emozioni, tutte legate alla mia anima.

A.M.: Che cosa ne pensi della rima?
Fioralba Focardi: Essendo istintiva, la rima mi rimane ostica. Ammiro chi riesce, e mette giù belle rime, ma non è il mio genere.

A.M.: Ti ritieni una grande lettrice?
Fioralba Focardi: Amo leggere, fin dall'infazia. È merito dei miei familiari, nei regali non mancavano mai i libri, però credo di non avere influenze letterarie, anzi lo spero, vorrei essere solamente Fioralba Focardi, oltre tutto gli altri sono troppo più grandi di me.

A.M.: Qual è il tuo rapporto con il mondo di internet? Ti ritieni una scrittrice al passo con i tempi?
Fioralba Focardi: Adoro internet, mi mette in condizione di recepire, infatti, fino a pochi anni fa non sapevo usare il pc, sono autodidatta. Ora è il mio fedele compagno, dovresti vedere spesso ho una decina di finestre aperte, collegata con il mondo intero. Amo la tecnologia, però amo anche lo scrivere su carta.

A.M.: Hai delle novità per i restanti mesi del 2014?
Fioralba Focardi: Beh sto curando la collana D'amor si Vive per Rupe Mutevole, sto preparando alcune presentazioni, per i nostri autori. Sono persone favolose, con cui amo dialogare. A dicembre uscirà il secondo libro curato da me intitolato “Quasi Come un Poeta”. Insomma un periodo veramente intenso soprattutto se pensiamo che siamo reduci dall’opportunità favolosa della Buchmesse, la Fiera Internazionale del libro di Francoforte.

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? la consiglieresti?
Fioralba Focardi: La consiglio, ah beh! Vuoi sapere come è nata la mia collaborazione con Rupe? Ho partecipato all'antologia Nubi di Giglio! e ho pubblicato “Spire di Un’Anima” che mi hanno entrambe partecipato alla prestigiosa Buchmesse di Francoforte. Una grandissima soddisfazione!!! Mi sono trovata subito bene con Rupe Mutevole, non so, è come se l’avessi sentito, percepito. Ripeto sono un istintiva, ed a marzo dopo l'uscita dell'antologia, è venuta subito l'idea di Spire. Da li è nato il progetto di collaborazione grazie all’editrice Cristina Del Torchio. Consigliarla? Tu che dici sarei troppo di parte? Io sono felice e soddisfatta, sia come autrice, che come collaboratrice. Penso che questo possa dirla lunga.

A.M.: Salutaci con una citazione…
Fioralba Focardi: “Il modo migliore per venirne fuori è sempre buttarsi dentro.” (R.L.Frost)

Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un'e-mail (info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana "Trasfigurazioni" con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it

Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

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http://www.rupemutevoleedizioni.com/
https://www.facebook.com/RupeMutevole

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Intervista di Alessia Mocci a Massimo Occhiuzzo, autore della raccolta Bugie, Rupe Mutevole Edizioni

L’ultima sigaretta del pacchetto, l’ultimo momento di pace. Il fumo sale lento, silenzioso, bianco, si espande come la mia coscienza. Sono attento, in un momento tutto può iniziare o finire. La finestra è aperta e il mio fumo esce lentamente. Fa un po’ freddo in quest’autunno e io mi perdo nei ricordi.” – “Fumo lento
Una scena familiare ai fumatori, si aspetta l’autobus, perennemente in ritardo. Si accende l’ultima sigaretta del pacchetto per ingannare l’attesa e si pensa al proprio passato, ad una donna amata, a ricordi che celebrano paure e gioie di ogni individuo.
Bugie” è la nuova raccolta di racconti dell’autore Massimo Occhiuzzo, edita nel settembre 2014 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Oltre il confine”. I diversi racconti presenti nella pubblicazione hanno l’obiettivo di mostrare come alcune volte una bugia sia solo un modo per vivere in questo mondo variegato di menti pensanti.
Massimo Occhiuzzo è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune curiosità sulla sua pubblicazione. Buona lettura!

A.M.: “Bugie” un titolo intrigante. Ci puoi raccontare la genesi del libro?
Massimo Occhiuzzo: I racconti contenuti in questo libro sono stati scritti in un periodo piuttosto lungo, ma sono stati tutti riscritti per questa edizione. Mentre scrivevo mi sono accorto che hanno tutti un tratto comune, parlano di noi, del nostro modo di dire al mondo una verità diversa da quella reale. Si tratta appunto di bugie che noi essere umani ci inventiamo per vivere, compresa la finzione narrativa.

A.M.: L’introduzione di Vanessa Falconi recita “Lo scrittore Occhiuzzo pone l’accento indiscusso e felice sull’importanza che per lui riveste la scrittura, sia come sfogo laborioso e umano, che come esercizio, e sia sull’umanità, la sua, che volge lo sguardo tante volte verso situazioni di vita disagiata e incompresa.” Ritieni che queste parole ti descrivano?
Massimo Occhiuzzo: Scrivere per me è rivelare al mondo il mio modo di vedere le cose senza lenti addomesticate cercando attraverso l’umanità delle parole e dei miei personaggi di dare un valore aggiunto. Credo che lo scrittore debba avere due funzioni quella dell’intrattenimento, ma soprattutto quella della denuncia e del riscatto di noi esseri umani, In questo mi rifaccio alla generazione degli scrittori degli anni settanta.

A.M.: I tuoi personaggi cercano sempre di trovare un riscatto. Pensi che questo sia valido anche nella vita reale?
Massimo Occhiuzzo: Come vedi ci riallacciamo alla domanda precedente ti rispondo francamente che non lo so. È difficile dirlo perché le situazioni cambiano e il palcoscenico della vita a volte ci sorprende molto di più della nostra finzione letteraria. Credo comunque che si debba sempre cercare un riscatto per dire con le parole di Neruda “Confesso che ho vissuto”.

A.M.: Fra tutti i racconti presenti, c’è uno in particolare di cui ci vuoi parlare?
Massimo Occhiuzzo: Nel libro è contenuto un racconto “Il volo della farfalla anziana” quando ho scritto questa novella ho avuto la stessa ispirazione del mio libro “Mentre un cane abbaia” edito sempre da Rupe Mutevole, in cui una storia gialla era la scusa di parlare di Alzheimer, qui ho provato a parlare delle vecchiaia attraverso uno sguardo ironico e poetico; Cosa può succedere a una vecchietta che improvvisamente ritrova temporaneamente la gioventù?

A.M.: Recentemente hai pubblicato una miscellanea di storie “I silenziosi”. Puoi parlarci brevemente di questa raccolta?
Massimo Occhiuzzo: I Silenziosi sono coloro che nel silenzio vivono delle vite fantastiche piene di umanità e poesia. Sono coloro che non gridano e affrontano la loro vita senza urla ma hanno tanto da dare agli altri.

A.M.: Com’è il tuo rapporto con il mondo di internet?
Massimo Occhiuzzo: Sono sempre stato un esperto di computer e un pioniere di internet. L’utilizzo di internet oggi per me è legato essenzialmente alla scoperta di nuovi siti, utilizzo molto facebook dove ho creato qualche anno fa un gruppo si chiama “Per chi ama scrivere” lì ci sono 650 fra poeti e scrittori.

A.M.: Hai degli scrittori a cui ti ispiri o che ti hanno in passato ispirato?
Massimo Occhiuzzo: Ho un mio scrittore di riferimento Dino Buzzati. Le idee dei suoi racconti sono bellissime. Nel giallo amo Mankell, nella poesia Pablo Neruda e Garcia Lorca. Mi piace molto Murakami il visionario.

A.M.: Hai delle novità per i restanti mesi del 2014?
Massio Occhiuzzo: Spero di fare alcune presentazioni del libro anche nel luogo ispiratore della copertina. Recentemente, sino al 12 ottobre, la mia raccolta è stata ospite presso lo stand della casa editrice alla Buchmesse, la Fiera Internazionale del libro di Francoforte. Per il futuro sto scrivendo un romanzo “L’uomo blu” una storia intrigante. Penso di finirlo la prossima primavera.

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? la consiglieresti?
Massimo Occhiuzzo: È una piccola casa editrice che combatte ogni giorno per affermarsi. Mi fa pensare alla prima Sellerio, diventata grazie a Camilleri la grande casa editrice che è oggi. Forse mi piacerebbe essere il suo Camilleri. Chissà. Sì, la consiglierei.

A.M.: Salutaci con una citazione…
Massimo Occhiuzzo: Non amo le citazioni. Posso solo dire che leggere è vivere tante vite diverse dalla nostra e apprendere idee nuove. Comunichiamo al mondo la nostra passione.

Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un'e-mail (info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana "Trasfigurazioni" con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it 

Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

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Cartomanzia con le carte partenopee: tutto il fascino dell’arte napoletana per scoprire il proprio oggi e il proprio domani



Sempre più spesso ci si affida al fascino indiscutibile delle carte e dei tarocchi per scoprire anticipatamente che cosa ci riserverà il futuro sia in ambito lavorativo, che sentimentale e in tutte le sfere della vita privata. Trovare un valido portale che si occupi di cartomanzia non è facile: il web è pieno di siti internet che propongono a prezzi stracciati consulti e predizioni. 

E’ bene, però, non lasciarsi ingannare ed affidarsi solo ai migliori siti di cartomanzia con comprovato bagaglio esperienziale e fra questi spicca senza ombra di dubbio Cartomanzia360.it, che si occupa di questa bellissima arte a 360 gradi!


Qui riceverete consulti e predizioni non solo grazie ai tarocchi, ma anche grazie alla cartomanzia con  carte napoletane! Esse sono uno dei mazzi più affascinanti e misteriosi e riproducono gli arcani minori, anche se solo in piccola parte. Si ricollegano alla tradizione partenopea e grazie a Cartomanzia360.it, potrete scoprire che cosa vi riserverà il domani grazie alle 40 carte di cui si compone il mazzo! E i metodi? 

Fra essi, possiamo ricordarne alcuni, attraverso i quali i cartomanti vi sveleranno dubbi e perplessità oppure saranno in gradi di darvi delle conferme. Il metodo del carro, il metodo della grande stella di Davide, quello delle decisioni e infine quello del ventaglio della zingara sono soltanto una minuscola parte di quelli che le validissime cartomanti che avrete modo di contattare telefonicamente sia di primo mattino che di sera, possono utilizzare per offrirvi le giuste previsioni. 

Come restare ammaliati dalla cartomanzia con carte napoletane? Chiamando l’899.19.90.85, sia da numero fisso che da cellulare, a prezzi davvero bassi ed IVA inclusa; oppure scegliendo di pagare con carta di credito e chiamare il numero 0423.705.217. 

Cliccate sul link che qui di seguito vi proponiamo http://www.cartomanzia360.it/cartomanti/cartomanti-professionali/  , resterete incantati dal mondo di questo grandissimo portale dedicato all’arte della lettura delle carte e dei tarocchi!

Ecco come fare per ricevere le predizioni dai tarocchi della zingara



Cartomantiditalia.it è uno dei più grandi e completi portali interamente dedicato all’arte della cartomanzia e la lettura delle carte e dei tarocchi avviene secondo metodi molto antichi, che risalgono  a tempi  a noi remoti  e fra questi uno dei più utilizzati è sicuramente rappresentato dai tarocchi della zingara. 

 Essi vengono impiegati per fornire diverse tipologie di previsione, che vanno dall’amore al denaro, dalla fortuna agli affari e sul sito è possibile consultare i tarocchi della zingara gratuitamente, accedendo ad una specifica sessione. Non dovrete fare altro che effettuare le vostre domande ed in pochi istanti, riceverete le risposte che tanto stavate cercando. Il consulto gratuito permette di avvicinarsi per gradi a questa affascinante realtà, per poi approfondire la predizione telefonicamente, avendo la possibilità di contattare validissimi cartomanti e di chiedere loro chiarimenti e spiegazioni riguardo al consulto ricevuto gratuitamente. Cartomantiditalia.it, infatti, accoglie circa 150 tra i più bravi cartomanti e sensitivi che conoscono benissimo tutti i metodi per realizzare consulti veritieri ed affidabili.

Per quanto riguarda i tarocchi della zingara, essi sono stati da sempre impiegati per ottenere delle risposte certe riguardo all’amore e quindi per svelare crucci, tradimenti, scaramucce e verità in ambito sentimentale. Il vostro partner ritornerà da voi? Vi ama? C’è un’altra donna? Tutti questi interrogativi potranno trovare finalmente una risposta! E vogliamo ricordarvi che il responso vi potrà essere offerto solo da cartomanti esperti, che conoscono  a fondo tutte le metodologie di lettura dei tarocchi e che  vantano un curriculum di tutto rispetto.

Se anche voi siete curiosi di scoprire il vostro futuro in amore oppure nel lavoro, non vi resta che alzare la cornetta e chiamare subito i numeri che troverete al link che segue http://www.cartomantiditalia.it/lettura-tarocchi/tarocchi-zingara/.   Le risposte che stavate cercando potranno dispiegarsi di fronte a voi e permettervi di dormire sogni tranquilli. Chiamate l’899.32.52.75 e siamo sicuri che non ve ne pentirete ! Il costo della predizione per chi chiama da fisso è pari a 0,64 euro al minuto, mentre da cellulare è pari a 0,97 euro al minuto. E per chi desidera pagare con carta di credito, il consulto fornito costerà solo 0,73 euro al minuto, telefonando il numero 0423. 70.51.33. 

Niente mi pettina meglio del vento: gira il tuo spot per far conoscere l’Alopecia Areata: i vincitori


Domenica 12 ottobre 2014, presso La Corte dei Miracoli, in via Mortara a Milano, è andata in scena la premiazione del Video Contest “Niente mi pettina meglio del vento: gira il tuo spot per far conoscere l’Alopecia Areata”.
Le premiazioni hanno preso avvio alle 11:30 con Silvia Moretta, ospite d'onore dell'evento,  critico d'arte, presidente dell’Associazione culturale Akedà e neo eletta Vice Presidente di ASAA (Associazione Sostegno Alopecia Areata), che insieme alla psicologa Francesca Fadda, presidente di Art Meeting e da pochi giorni di ASAA, ha moderato l’evento e proclamato i vincitori del Video Contest.
Doveroso spazio è stato dato alla presentazione delle due associazioni che hanno promosso “Niente mi pettina meglio del vento: gira il tuo spot per far conoscere l’Alopecia Areata”:  Art Meeting - Associazione artistica socioculturale - e ASAA - Associazione Sostegno Alopecia Areata. Ad introdurre le due associazioni Fabio Costantino Macis (creativo, fotografo) per Art Meeting e Viviana Baratto (Consigliere ASAA fin dalla data di fondazione, Voce Amica ASAA) per ASAA.
La proiezione degli spot finalisti è stata preceduta da una piccola postilla nella quale Francesca Fadda ha sottolineato che i partecipanti al Contest sono stati professionisti e non, persone che vivono la patologia e non.  La rosa dei finalisti è composta da Chiara Gabrieli con “Accenti”, Sylvie Gehringer con “Ton reguard”, Nicola Antonelli con “Il colore dentro”, Noemi Medas ed Antonio Ravenna con “Pensa”.
Successivamente alla visione dei quattro spot, i presenti sono stati ammaliati da una performance intitolata “Oltre” delle artiste sarde Maria Jole Serreli e Noemi Medas, per la regia di Fabio Costantino Macis.
Inoltre la sala abbracciava i presenti con una mostra fotografica intitolata “La mia Alopecia in un selfie”, una serie di autoscatti che hanno dato visioni ironiche dell’Alopecia Areata.
Infine sono stati proclamati i nomi dei vincitori: Sylvie Gehringer per il Premio Web Like (targa e somma di 400,00 €); Noemi Medas ed Antonio Ravenna per il Premio della Giuria (targa e la somma di 1.000,00 €).
Il video “Pensa” di Antonio Ravenna e Noemi Medas (Noemi Medas protagonista, Chiara Diana co-protagonista, Davide Corda fidanzato al tavolo, Ilaria Varsi e Laura Spano ragazze al tavolo, musiche originali di Edoardo Pucci) tocca tutte le tematiche richieste dal bando: si concentra inizialmente sulle problematiche sociali del mostrarsi a testa scalza e sul rischio di schernimento e discriminazione che può incontrare nella vita quotidiana chi ha l'alopecia. Attraverso il sogno la "bulletta" ha la possibilità di entrare in empatia con il vissuto della protagonista, vivendo l'esperienza comune a molte volpine della perdita dei capelli sotto la doccia e del trauma del non riconoscersi più allo specchio. La scena dell'urlo in sé non turba, anzi, è efficace la tonalità horror che segna l'apice di un'escalation emotiva, che si scioglie, subito dopo, nel risveglio dall'incubo. Il finale ha un andamento disteso, l'attrice con alopecia ha un'espressione serena e di totale accettazione, quasi di compassione verso il gruppetto delle giulive fanciulle.
La giura del premio:
Francesca Fadda; Giovanni Coda, fotografo e regista sardo; Fabio Costantino Macis, creativo, Arianna Di Tomasso, ideatrice e direttrice artistica di Settimo Senso Film Festival e del Premio Aurum; Maria Jole Serreli, artista sarda, Vice presidente di Art Meeting, ideatrice del progetto Niente mi pettina meglio del vento, rappresentante regionale ASAA per la Sardegna; Silvia Moretta; Viviana Baratto, socia fondatrice ASAA; Walter Petretto, illustratore, grafico e animatore. 
Francesca Fadda e Maria Jole Serreli sono state molto disponibili nel rispondere ad alcune curiosità su questo importante evento. Buona lettura!

A.M.: Arte e patologia. Come e quando è nata l’idea di una mostra sull’Alopecia Areata?
Francesca Fadda: Un sabato mattina del mese di febbraio del 2012 Jole Serreli, artista ed amica, mi chiamò al telefono per raccontarmi che aveva sognato di allestire una mostra sull’Alopecia Areata. Ricordo che le feci tante domande per capire che cosa quella visione onirica le stesse realmente chiedendo e perché lei volesse condividerla proprio con me. Nel giro di pochi giorni riuscimmo a metter su un progetto di selezione per invitare gli artisti a proporre delle opere che liberamente affrontassero il tema chiedendo loro di ispirarsi al verso della poetessa Alda Merini “Niente mi pettina meglio del vento”. L’impulso propulsivo di questa avventura era ed è ancora quello di sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica sull’Alopecia Areata, una patologia che, come tante altre, non mette a rischio la vita della persona colpita ma la può rendere difficile, in particolare per il forte coinvolgimento del corpo nel suo manifestarsi in comunicazione con gli altri, per la scomparsa di quel filtro difensivo rappresentato dai capelli, abusati o dati per scontati se presenti, osannati e sofferti se assenti.  
Jole Serreli: Circa tre anni fa, dopo la mia partecipazione con l’installazione “Anime in fuga” per l’evento “Manicomi Aperti” organizzato da Art Meeting, evento del quale rimasi particolarmente colpita per allestimento e per la tematica trattata ma, soprattutto, per la grande sensibilità degli organizzatori  che mi permisero di entrare in stretto contatto con l’associazione. Questo mi ha permesso di entrare in confidenza in primis con la Dott.ssa Francesca Fadda ed, inseguito, di intraprendere un discorso lavorativo di crescita personale con Fabio Costantino Macis. Una delle mie prime confidenze è stata appunto raccontare loro che indossavo una parrucca acquistata un mese prima a Londra. Raccontai a Francesca della mia malattia che, con tanta cura, nascondevo da circa 5 anni, ma soprattutto del forte desiderio che nutrivo da tempo del voler incontrare e conoscere altri come me, poiché vivevo la mia patologia in piena solitudine, senza conoscerne le motivazioni e le cause. Vivevo nel buio. L’unica mia cura arrivava da una bellissima poesia trovata per caso su un blog, che si intitolava “Dura Jole”, in questa poesia scritta da Fabrizio Pittalis, due settimane prima che ci lasciasse, ho trovato la forza per reagire. Ho cercato Fabrizio per ringraziarlo e fargli sapere che la sua arte, le sue parole,  mi avevano aiutato tanto, come una vera cura.  Senza mai esserci incontrati, senza conoscerci. Mi aveva letto l’anima ed abbracciandola, in quell’istante mi aveva dato coraggio, in quelle parole un invito ad andare avanti. Ho trovato Lia e Gigi, i suoi genitori, li ho trovati subito e subito li ho incontrati. Questo evento, quasi magico, che mi è capitato, mi ha permesso di capire quanto l’arte, sviluppata in parola, immagine o suono possa con  la sua forza fare del bene, ed in alcuni casi possa aiutare a guarire l’anima. Ed infine per rispondere alla tua domanda ti racconterò la genesi di tutto. Una notte sognai di allestire una mostra, in un importante museo, la mostra aveva l’obbiettivo di per far conoscere all’opinione pubblica la patologia Alopecia Areata. La mattina seguente non aspettai un attimo, chiamai subito Francesca. Ricordo che stava facendo colazione e gli raccontai il mio sogno. Un sogno per me impossibile da realizzare. Raccontai tutto il sogno sin nei minimi particolari, e lei, in silenzio, mi ha ascoltato. Al termine del mio racconto, lei semplicemente esclamò “E facciamolo, no!?!” e cosi un po’ per gioco e con tanta consapevole incoscienza, abbiamo iniziato a lavorare al progetto per far conoscere la patologia in Sardegna e con  l’obbiettivo di incontrare altri come me! Con Art Meeting abbiamo creato un concorso artistico internazionale, partendo da Cagliari  senza grosse aspettative. Il concorso ha ricevuto importanti consensi di partecipazione da tutta Italia, dalla Slovenia e dall’Inghilterra  e grazie all’evento ed al coraggio acquisito da esso ho iniziato a mostrarmi in pubblico a testa scalza, ma soprattutto, ho avuto modo di incontrare altri sardi che come me soffrono di alopecia universale.

A.M.: “Niente mi pettina meglio del vento” è un verso della celebre Alda Merini. Com’è il vostro rapporto con la poetessa dei Navigli?
Francesca Fadda: Sono affascinata dalla storia di vita di Alda Merini, dai suoi stati emotivi espressi in poesia, dalla sua esistenza segnata fin da giovane donna da quell’Istituzione chiamata manicomio.
Jole Serreli: Oh! Adoro Alda Merini la seguivo sin da bambina, le sue comparse da Costanzo mi divertivano tanto, le sue parole mi aiutavano a sognare  donna semplice umile che non possedeva come tanti la presunzione dell’io assoluto, soprattutto utilizzava la sua cultura per donare non per soffocare. La scelta del titolo è venuta per caso, tra mille ricerche. Cercavo il nome di un fiore che perde il suo petalo composto da mille piccoli fiori bianchi leggeri che con un semplice soffio volano via portando i suoi semi lontani. Così, ho trovato la frase di Alda  “Niente mi pettina meglio del vento” e Francesca l’ha sposata subito dicendo “Sì, è il titolo giusto”.

A.M.: Perché è importante far conoscere la patologia Alopecia Areata con perfomance come “Oltre” e mostre fotografiche come “La mia Alopecia in un selfie”?
Francesca Fadda: La performance nell’evento è lo strumento che permette di investire i sensi dello spettatore e della spettatrice, di immergerli in un’esperienza corporea in cui è possibile riconoscersi e proiettare parti di sé mettendo in sospeso l’elaborazione intellettuale e lasciandosi trasportare dell’emozione del qui ed ora. “Oltre” è un invito a guardare e sentire quel processo interiore che anima il dialogo tra il corpo e la sua immagine, tra l’apparire fugace e l’essere nella propria pelle. “La mia Alopecia in un selfie” è lo spazio di un racconto autobiografico abitato da chi vive quotidianamente l’alopecia areata, un autoritratto in uno scatto implica la scelta precisa e veloce di una modalità di mostrarsi al mondo. Ironia, positività, allegria, nostalgia, poesia, musica accompagnano i volti delle persone che hanno voluto partecipare. Alcune di loro si sono mostrate per la prima volta a testa scalza per “Niente mi pettina meglio del vento”.  
Jole Serreli: Ritengo d’averti risposto con la mia esperienza personale, quell’incontro virtuale con Fabrizio Pittalis con la sua poesia, la sua arte mi hanno salvato l’anima. Noi in un certo senso abbiamo cercato di utilizzare lo stesso meccanismo. Poi, è stata una grande gioia vedere le foto  “artistiche” felici, di tanti ragazzi/e, e bambini che vivono la loro Alopecia nella quotidianità.

A.M.: Pensando all’evento del 12 ottobre a Milano, c’è qualche aneddoto curioso che volete condividere con noi?
Francesca Fadda: La performance “Oltre” portata in scena da Jole Serreli e Noemi Medas ha riempito il pubblico di commozione,  nella penombra si sentiva un calore diffuso,  lacrime timide riempivano gli occhi di tutti… così, mentre aspettavo di riprendere la parola per annunciare il video vincitore, la conduttrice ed ospite dell’evento Silvia Moretta, per stemperare la tensione ha ben pensato di farmi uno scherzo improvvisando un balletto sulle note di “These Boots are Made for Walking” di Nancy Sinatra che in pochi secondi ha coinvolto gran parte degli astanti, ricreando quel clima di festa che ci ha poi accompagnati fino alla fine della giornata.    
Jole Serreli: Io posso solo dirti che poter assistere allo spettacolo presso La corte dei Miracoli a Milano  soprattutto “La morte del cigno” di Renato Converso mi ha fatto morire dal ridere. L’incontro con questo grande artista, grande comico, grande Uomo mi ha insegnato che tutte le avversità, se prese con ironia, pesano meno. Lui è un maestro in questo, un maestro di vita.

A.M.: Anticipazioni: qualche novità per il restante 2014? Ci sarà un’edizione del Video Contest nel 2015?
Francesca Fadda: “Niente mi pettina meglio del vento” con il repertorio di immagini, video ed esperienze raccolte in questi anni nel 2015 accompagnerà delle conferenze di sensibilizzazione in tutta Italia, sarà strumento didattico-educativo a disposizione di laboratori e progetti per le scuole, sia verso nuovi progetti per i quali ora è indispensabile una pausa di sedimentazione.
Jole Serreli: Ho la speranza  di poter portare l’evento fotografico e la performance  realizzata con Noemi Medas, con la regia di Fabio Costantino Macis a Roma ad aprile 2015, in occasione dell’importante convegno che ASAA  ha intenzione di organizzare. Ma l’obbiettivo di Art Meeting ora è finalizzato alla massima divulgazione dello spot vincitore, l’ambizione più grande è che venga divulgato a grande scala su tutte le emittenti televisive nazionali con l’obbiettivo di far conoscere a tutti la patologia cosicché un alopeciato possa vivere allo scoperto in piena serenità la sua nuova fisicità senza nascondersi, senza paura d’essere additato. Per ora ci impegneremo a raggiungere più visualizzazioni possibili  tramite il canale Youtube. Per il 2015? Allora, fammi pensare un momento, ma certo ci sono: si potrebbe fare una grande sfilata di moda nella quale tutti i modelli “inusuali” raccontano cos’è l’alopecia. Magari invitando gradi stilisti a partecipare con le loro creazioni a questo evento che potrebbe  raccogliere fondi per la ricerca. Ambizioso sogno vero!?!

A.M.: Salutateci con una citazione…
Francesca Fadda: Vorrei lasciarvi con una citazione particolare, per la non casualità del caso ho letto questo verso su un epigrafe lungo i Navigli proprio il 12 ottobre dopo la premiazione: “…il resto arriva da solo, nell’intimità dei misteri del mondo”, è un verso di Alda Merini.
Jole Serreli: La mia citazione? eh… non posso fare altro che chiudere con lui, Gino Strada: “ È semplice capire che un piccolo sforzo dobbiamo farlo tutti, e se lo facciamo tutti allora è davvero una grossa forza, è una forza che rischia davvero di essere dirompente e di poter cambiare un sistema in meglio”.

Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)


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Cell: 3472114917

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Consigli.Il ritratto su commissione

Praticamente tutti gli artisti sono interessati a lavorare sia su commissione o sono presentati con le offerte per la produzione di opere d'arte su commissione in vari punti nel corso della loro carriera. Mentre la maggior parte le modalità Commissione sui progressi compiuti a compimento senza problemi di sorta, molti artisti hanno avuto quello che sembrava essere una commissione d'oro opportunità trasformano in incubi assoluto. I seguenti suggerimenti e indicazioni su come affrontare le commissioni e su cosa aspettarsi quando l'incarico di fare arte non solo aumenterà le possibilità di risultati positivi, ma anche aiutare a identificare situazioni in cui l'approccio migliore è quello di dire solo no, piuttosto che assumere il lavoro.
Per cominciare, lavorando su commission-- creazione di un'opera d'arte che qualcuno ti chiede di make-- è completamente diverso dal lavorare per te stesso in cui si effettua qualsiasi cosa tu voglia fare, senza alcun input o l'influenza da altri.Fare un opera d'arte per te è solista; producendo un'opera d'arte su commissione per qualcun altro è un relationship-- una collaborazione tra voi e quella persona.Non confondere i due.
Dalla tua fine, la chiave per lavorare con successo su commissione è la capacità di essere flessibili e comunicare con chi noleggi. Una relazione della Commissione ha successo solo quando si risponde efficacemente alle preoccupazioni, le richieste e le esigenze (che si spera non siano troppo numerosi o impegnative) della controparte. Detto in altro modo, se non si lavora bene con la gente, non prendere commissioni.
Il numero uno insidia commissione di gran lunga sta assumendo uno senza sapere chi hai a che fare con. Non importa quanto male avete bisogno di soldi, quanto essi dicono di amare la vostra arte, come il vostro contatto iniziale va o quanto sia simile spumoni, se non avete lavorato insieme prima, di fare due diligence. Molti disastri della Commissione possono essere evitati prima ancora di iniziare.
Incontro con l'altra parte in anticipo per discutere il progetto, preferibilmente presso il vostro studio o dovunque si fanno arte. Assicurarsi che vedono una varietà di lavoro in modo da ottenere una buona idea della gamma delle tue capacità. Alcune persone dicono di voler commissionare un'opera d'arte quando tutto quello che vuole veramente è un esatto duplicato di un pezzo particolare, o qualcosa che assomiglia a uno dei pochi pezzi della tua arte che abbia mai visto. Il più della tua arte che vedono, ammesso che continuano a piacermi, il meglio capiscono la portata del vostro lavoro, più facile diventa per loro di accettare il prodotto finito, e la meno dovrete preoccuparvi di dover produrre una composizione estremamente precisa o essere dato indicazioni o istruzioni ad ogni passo del cammino.
Guarda come l'altra parte reagisce alla vostra arte; scoprire quali pezzi a loro piace di più e il meno. Educatamente chiedere informazioni e incoraggiarli a fare lo stesso. Dite loro che si vuole fare in modo che siano soddisfatti del prodotto finito.I due di voi hanno a immaginare la creazione dell'arte in quasi allo stesso modo di una commissione al lavoro. Le differenze di percezioni iniziali di come il processo dovrebbe procedere potrebbe portare a problemi in seguito. Risposte alle domande come la seguente vi aiuterà a capire che cosa ci si trova per se si prende il lavoro ...
* "Hai commissionato l'arte prima? Se sì, come molti pezzi?" Maggiore è il numero, minore sarà la probabilità di incontrare problemi. Giusto per fare in modo, però, chiedere come commissioni passato sono andati e che cosa se gli eventuali problemi che potrebbero avere incontrato lungo la strada. Se ti senti un po 'incerto, si potrebbe anche chiedere i nomi di alcuni artisti che hanno commissionato l'arte da e contatto con loro per vedere come sono andate le cose.
* Se non hanno mai commissionato arte, scoprire ciò che vogliono e assicurarsi la possibilità di dare a loro. Come vorrebbero la Commissione a procedere? Che ruolo si vedono come giocare? Che cosa si aspettano da te? Se hanno aspettative non realistiche che sembrano difficili da compiere, rifiutare il lavoro.
* "Che cosa vuoi vedere nella tua arte?" Cercare risposte ampie e generali, i tipi di risposte che ti permetteranno di margine di manovra nel modo in cui si crea il pezzo finito. Volete segni che apprezzano quello che vi levate in piedi per come artista e ciò che la vostra arte rappresenta, piuttosto che come vogliono il pezzo finito di guardare. Se si ottiene risposte molto specifiche su ciò che la composizione dovrebbe essere, che colori che vogliono di utilizzare o che tipo di dettagli che vuoi vedere, potrebbero tentare di microgestire il progetto una volta avviato.
* "C'è qualcosa che non ti piace della mia arte o non si vuole vedere l'arte che creo per te?" Il meno che non gli piace, meglio è. Se a loro non piace qualcosa che non si può fare molto su, avvertirli ora piuttosto che dopo. Se a loro non piace una notevole quantità di ciò che si fa, si potrebbe pensare seriamente di non accettare il lavoro.
* "Avete altre domande o richieste?" Le risposte del tipo: "Tutto suona bene per me" o "Voglio lasciare i dettagli a voi", sono sempre bene. Speriamo, non sarà possibile ottenere una risposta lunga coinvolta con un sacco di condizioni. Se lo fai, guardare fuori.
* "Sarai l'unico che approva l'arte?" Questa è una domanda molto importante, e uno in cui si desidera "Sì" per una risposta. Più persone si deve accontentare, meno è probabile che ti piacciono tutti e più si dovrebbe pensare ad abbassare la Commissione. In situazioni in cui più parti abbiano voce in capitolo sul prodotto finito, se uno non piace che tu stia generalmente fregato. Essere sottoposto a consenso da parte del comitato, non è una buona posizione per essere in.
Supponendo che l'incontro va bene e si capiscono a vicenda, andare avanti con la relazione. Se non si sa bene il partito o hanno lavorato insieme prima, scrivere e firmare un contratto o accordo. Esso non deve essere complicato ma dovrebbe affrontare i maggiori punti come descrizione della tecnica, le proprietà fisiche quali dimensioni e media, programma di pagamento, penali per il ritardo di pagamento, quante volte si incontra a vedere i lavori in corso durante il corso di la commissione, tempo di completamento e la consegna finale. Gli accordi verbali o strette di mano rischio He Said / She Said controversie più tardi. Se avete qualsiasi domanda riguardante un contratto o un accordo, sia scrivendo uno o firmare uno, consultare un avvocato.
Richiedono una percentuale del canone completo in anticipo, di solito circa un terzo del costo totale della commissione. Ricezione di pagamento parziale prima del tempo riduce la pressione di voi per terminare l'arte veloce (nel caso in cui si ha realmente bisogno dei soldi), e impegna anche l'altra parte a volere un esito positivo. L'anticipo dovrebbe essere rimborsabile. Se l'altra parte si ritira in qualsiasi momento prima che il lavoro è completato, si dovrebbe capire che hai ancora investito tempo, manodopera e materiali, e dovrebbero essere compensati per esso.
Disporre per l'altra parte per visualizzare periodicamente il lavoro in non progress-- tutti i giorni, ma forse tre o quattro volte nel corso di completamento. In questo modo, è possibile risolvere eventuali problemi prima che diventino gravi. Non si vuole presentare un'opera finita a qualcuno che aveva un concetto completamente diverso di ciò che la composizione finale sarà simile. Ad esempio, se si sta dipingendo un ritratto, il soggetto ha diverse opportunità lungo la strada per commentare se pensano che assomiglia a loro.
Incoraggiare il dialogo in ogni momento. L'altra parte deve stare tranquillo a fare domande ed esprimere opinioni su l'arte e il suo progresso. Scoraggiare un feedback o agisce troppo sensibile alle critiche li poteva tenere da dirvi quello che stanno pensando come diventano sempre più insoddisfatto con l'arte. Mantenere i canali di conversazione aperta ed essere flessibile in ogni momento.
Non modificare l'aspetto dell'arte da quello che hai inizialmente convenuto non importa quanto ispirato a ottenere, a meno che non si parla sopra con l'altra parte prima e ottenere il loro permesso. Prendendo le cose nelle proprie mani di solito incantesimi guai, soprattutto quando l'altra parte ha poca o nessuna esperienza con le commissioni.
Una manciata di artisti cercano di "auto-commissione" arte, cioè, creano opere d'arte con particolari collezioni e collezionisti in mente, e poi cercano di vendere loro i pezzi finiti. Non ridere; succede. Un artista anziano una volta mi ha dato il grand tour del suo studio dicendo cose come "Questo, ho dipinto per il Vaticano, e questo per la Casa Bianca, ecc ..." Certo, nessuno di loro mai andato da nessuna parte.
Non rifiutare automaticamente una commissione perché si pensa che "viola la tua integrità artistica" o non ti piace un certo aspetto di ciò che vogliono di creare (anche se siete perfettamente in grado di crearla). Almeno sentire la persona fuori.Ad esempio, all'inizio della sua carriera un acquerellista noto dipinto una serie di dipinti ad olio di suini per un bed and breakfast hotel perché aveva bisogno di soldi. Divenne un sacco di successo nel corso degli anni e non avrebbe mai accettato una simile commissione di oggi, ma allora ha preso il lavoro per sopravvivere come artista. E questo è esattamente ciò che ha fatto.
In definitiva, si decide che cosa siete disposti a sopportare quando si lavora su commissione. Alcuni artisti avranno un evidente rischio sulla base di quanto male hanno bisogno i soldi o vogliono avere la loro arte in una particolare collezione.Poi di nuovo, respingendo la Commissione e mantenere la pace della mente può essere più importante di uno stipendio. Qualunque sia il piano, fare il vostro lavoro prima del tempo. Il più preparato sei e meglio si capisce che cosa si sta entrando, meglio sarete in grado di affrontare una volta che si entra in esso.

Portrait artist Sabrina Del Freo

Ritratto dalla fotografia e pittura ad olio

Dipinto da foto di ritrattista Sabrina Del Freo L'artista realizza su ordinazione ritratti ad olio e disegni a matita dalle vostre proprie immagini.

I dipinti sono realizzati al 100% a mano, con materiali di alta qualità.

Prima di tutto, l'artista inizia il suo lavoro studiando un disegno poi concentrare la sua attenzione sui volti peculiarità e guardando le loro espressioni, finalmente dipinge un ritratto personalizzato che rispecchia in pieno la personalità di colui che vuole essere ritratta.
L'artista utilizza una tecnica che viene insegnato presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Lei è molti anni di esperienza in questo campo.

Pittura fatta a Firenze


Un ritratto non è una semplice immagine di una fotografia o di una toccata-up un colore. Al contrario, un quadro è un vero ritratto ad olio che è la sublimazione di una foto.

ARTISTA

Sabrina Del Freo è un pittore di talento e ritrattista. Il pittore dipinge bella vero ai ritratti di vita. In caso contrario, è possibile per lei di dipingere ritratti in cerca di eventuali fotografie formato che si desidera inviare a lei.
L'artista ha iniziato la sua carriera professionale, frequentando la scuola d'arte di Lucca, in un primo momento. Dopo, ha continuato gli studi all'Accademia di Belle Arti di Firenze e qui si è laureata. La sua pratica è aumentata vive a Firenze e frequentando artisti internazionali. Il suo stile è "realista" e "figurativo". Lei è in grado di percepire, ogni dettaglio personale, solo guardando fotografie che potrete inviare la sua

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Intervista di Alessia Mocci a Sebastiano Girlando, autore del libro Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi


“Il filo conduttore della silloge è avere il coraggio di fare un viaggio senza inizio e senza fine. Partire per mai arrivare… Arrivare senza mai essere partito.”

Sebastiano Girlando interpreta la poesia come un viaggio. Nella sua raccolta “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi” si presenta a noi lettori come il viandante che, non avendo meta, riesce ad arrivare senza mai muoversi dalla sua fedele scrivania.

La silloge, edita nel giugno 2014 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Poesia”, presenta la suddivisione in due sezioni: una prima parte intitolata “Le mie poesie” ed una seconda ed ultima parte denominata “Poesie in vernacolo romanesco”.

Roma nun abbisogna d’esse ‘ncenzata,/ anzi spesso è schiva,/ è ‘na dama d’artri tempi,/ arcune vorte sta all’erta,/ arrossisce puro/ mentre io l’ammiro stanno sempre/ a bocca aperta./ […]” – “Te vojo bbene

L’autore, Sebastiano Girlando, è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune curiosità sulla sua passione e sul suo “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi”. Buona lettura!
 A.M.: La poesia, un’amica sempre presente. Come si diventa poeti?
Sebastiano Girlando: È mia opinione che non ci sia ricetta alcuna per scoprirsi poeti. È la poesia che ti assale all’improvviso e, avvolto da uno stato d’ansia ed in preda ad una estasi d’amore, ti ritrovi con in mano carta e penna a dialogare, nudo e senza orpelli, con l’anima tua. Io non penso che fare il poeta sia una professione ma semplicemente un sapersi leggere dentro e, soprattutto, un saper farsi leggere. Amo ripetermi che un po’ tutti si sappia scrivere (al di là dell’aspetto tecnico), la vera arte è sapersi far leggere e indurre l’anima del lettore a scoprirsi. Quindi, a parere mio, si diventa poeta nel momento di scoprire negli altri un’orma, a guisa di ruota di carro che passa in un sentiero fangoso ed inesplorato, la propria orma e, giustappunto, diventi non più tua ma di proprietà di chi ti legge.


A.M.: “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi” è un titolo intrigante. Come ti è venuto in mente? Ci racconti la sua genesi?

Sebastiano Girlando: Ognuno di noi ha una grossa fortuna ed un inestimabile valore: la propria Anima. Dentro ciascuno di noi brilla un sole che, per una miriade di ragioni, lo si tiene imprigionato, nascosto, lontano. Nel silenzio della notte spesso scalpita, diventa rovente, scalcia ed allora perché non portarlo fuori affinché possa illuminare la stanza e nascondere finalmente persino quel buio che ci assedia. Insomma credo che la fiammella di quel sole nascosto sia il grimaldello per aprire la porta del cuore, consentirci di attraversarla per incontrare - grazie all’Amore - finalmente lo sconosciuto con cui conviviamo spesso: insomma noi stessi.


A.M.: Nella breve lirica “La miglior parte” reciti “La parte migliore di una donna?/ La donna che gli sta accanto!/ La parte migliore di una donna?/ La donna che è in lei!”. Innanzitutto ti ringrazio personalmente per queste belle parole, ed in secondo luogo ti chiedo: una donna in particolare ha ispirato questi tuoi versi?
Sebastiano Girlando: Ringrazio per questa domanda per due ordini di motivi. Il primo giacché mi si consente di riparare ad un refuso in quanto la poesia così recita: “La parte migliore di una donna?/La sua anima!/ La parte migliore di un uomo?/ La donna che gli sta accanto!” (mi auguro che l’apprezzamento espresso adesso non abbia a mutare). Il secondo motivo è che la donna che si ama è l’essere perfetto e merita, non perché da qualcuno concesso, il privilegio di assumere il ruolo che le appartiene da sempre e comunque. Sì è la risposta alla tua domanda.

A.M.: Qual è la tematica portante de “Il sole nascosto, ovvero la notte dei silenzi”?
Sebastiano Girlando: Il filo conduttore della silloge è avere il coraggio di fare un viaggio senza inizio e senza fine. Partire per mai arrivare… Arrivare senza mai essere partito. E la bussola gira perché l’approdo sia sempre possibile. Non è male avere il coraggio di guardarsi dentro per vedersi, modificarsi e mostrarsi anche agli altri contro ogni inutilità, quotidianità ed infine accettarsi.


A.M.: Qual è la percentuale di Sebastiano Girlando all’interno della raccolta poetica?

Sebastiano Girlando: Tutto il vissuto, quello ancora da vivere e, perché no, quello che si è avuto il coraggio di vivere. Cambia semplicemente la forma … per il resto il Sebastiano c’è tutto e, ciò che conta, senza la protezione di maschere o finzioni. Io sono in umiltà il regista, il pubblico ed il critico di me stesso.


A.M.: Libri ed internet. Secondo te, quanto è importante oggi confrontarsi con il mondo del web anche per questioni letterarie?
Sebastiano Girlando: Io non disdegno Internet… assolutamente. Ma amo il contatto con la carta, amo la polvere degli scaffali, amo il tavolo traboccante di volumi per fare le ricerche, amo i libri antichi. Ci sono cresciuto così, ho studiato così e vorrei continuare con questo tipo di approccio epidermico e personale. Internet è informazione e non ricerca, internet è esclusione della fantasia propria e della propria capacità organizzativa, d’analisi ed esegetica. Internet fugge… la cultura resta. A me piace pilotare e non essere pilotato. Insomma Internet non è un novello Virgilio e nemmeno noi siamo certamente dei Dante. L’ Internet che io amerei, se posso, dovrebbe essere a guisa di un negozio, un mega negozio, ben curato e non semplicemente ciò che è.


A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Sebastiano Girlando: Certamente sì. L’ho scelta e, perché assai soddisfatto, la consiglierei così come ho già fatto.


A.M.: Hai qualche novità di cui vorresti parlarci?

Sebastiano Girlando: Francamente lascio questo compito a persone professionalmente qualificate quali quelle che magistralmente collaborano e lavorano con la casa editrice Rupe Mutevole. Posso solo dire che dall’8 al 12 ottobre 2014 le novità editoriali di Rupe Mutevole, compreso il mio libro, saranno presenti alla prestigiosa Fiera Internazionale del libro di Francoforte.


A.M.: Salutaci con una citazione…

Sebastiano Girlando: Volentieri … Ecco: “Amittit merito proprium qui alienum appetit.” (Fedro: Il cane che porta la carne attraverso il fiume) (trad.: Perde giustamente il proprio chi brama l’altrui). Detto questo, mi rallegro e ti ringrazio cordialmente per la pazienza, la disponibilità e la sapiente maestria espressa nel porre le domande. Un cordiale e personale plauso va alla titolare della Casa Editrice Rupe Mutevole per la sagacia e la professionalità messa in opera a tutela della cultura. Ed ancora saluti sentiti all’intero staff dei vecchi ed attuali collaboratori editoriali, non tralasciando di augurare a tutte e a tutti Buona Lettura ….. Arrivederci a presto, spero!


Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un'e-mail (info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana "Trasfigurazioni" con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it 


Written by Alessia Mocci
Addetta stampa (alessia.mocci@hotmail.it)


Info


Fonte

Le novità editoriali di settembre 2014 della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni

Fondata nel 2004, la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni ha avuto modo di espandersi nel settore tematico e geografico. Son ben venti le collane editoriali della casa editrice, venti sono dunque le braccia che accolgono la diversità per condurre oltre i confini territoriali e mentali.
La denominazione delle collane è in linea con la politica della casa editrice, troviamo infatti: “Letteratura di Confine”, “Trasfigurazioni”, “Mappe di una nuova èra”, “Saggi”, “Rivelazioni”, “Poesia”, “Fairie”, “Atlantide”, “Oltre il confine”, “Scritti in scena”, “Sopralerighe”, “Heroides”, “Echi dalla storia”, “Visioni”, “Margini liberi”, “Echi da internet”, “Radici”, “Supernal Armony”.
Proprio in questi giorni, le novità editoriali di Rupe Mutevole Edizioni sono presentate in uno stand della prestigiosa Fiera Internazionale del libro di Francoforte sino a domenica 12 ottobre 2014. 
Novità editoriali di settembre

“La Stagione dei papaveri” di Delia L. Sant
Silvia è una ragazza umile, un semplice cuore che vuole amare e due braccia che vogliono lavorare per aiutare se stessa e gli altri. Un cuore che trabocca bontà, un cuore che verrà umiliato, calpestato e deriso. Silvia s’impegna, studia e lavora sodo. Finalmente riesce a vincere una borsa di studio che le permetterà di andare in Italia per vivere dignitosamente e crearsi una vita felice. I soldi, purtroppo, finiranno in fretta e Silvia dovrà ritornare spesso in Ecuador per cercare la propria strada. Una strada che la porterà in Inghilterra. Una terra uggiosa, a detta di tutti. Una terra meravigliosa, per lei, che troverà l’amore nel cuore di Vincent. Un cuore molto più vecchio di lei, un cuore che lei amerà con tutta se stessa, un cuore che, forse, donerà la pace eterna all’anima tormentata di Silvia.
Collana Trasfigurazioni in collaborazione con Oubliette Magazine.

“Sognando di vivere a trecento all’ora su una macchinina a pedali” di Enrico Nascimbeni
Il nostro libro è una favola raccontata da un vecchio 
a un bambino che poi lo accarezza coi suoi occhi stanchi.
Il nostro libro ha le pagine lavate da tutte le mamme del mondo 
con le mani impolverate di sapone fatto in casa. 
Il nostro libro è un giorno d’agosto in una spiaggia 
che poi piove e tutti sotto la tettoia del bar ad aspettare 
che torni il sole. 
Il nostro libro ha le radici di una magnolia 
e lo sguardo timido di un fiore di loto 
in una vasca abbandonata dal tempo. 

“Fiaba” di Cristina Del Torchio
La semplicità a volte è trattata come mancanza di ricerca e invece ho scelto un fiore comune all'apparenza proprio perché il percorso è più raffinato. Quando si costruisce una vita, ogni mattone sembra indispensabile fino alla fine, ma a un certo punto la vita stessa chiede di smantellare le impalcature e arrivare alla vera essenza, alla chiara sintesi per comprendere fino nel profondo le risposte cercate lungo la via.
Questo uno dei significati dell'apparente semplicità 
Ci saranno ancora occhi che potranno comprendere ed essere sinceri,
nella bellezza di uno sguardo che desidera solo meraviglia.”


“L’imperfezione dei ricordi” di Francesco Borrasso
Un antico mito greco racconta di tre sorelle, Cloto, Lachesi ed Atropo. Le tre Moire, così chiamate dalla tradizione, erano divinità della notte, personificazioni del destino ineluttabile. Figlie di Zeus e Temi, ognuna aveva un compito imprescindibile: tessere il filo del fato di ogni uomo, svolgerlo ed infine reciderlo segnandone la morte. Cloto era la più giovane ed era associata alla nascita, ella era la tessitrice e filava lo stame della vita.
Lachesi distribuiva la quantità di vita ad ogni essere umano decidendone la fortuna; ultima Atropo, la più anziana, era considerata il destino ultimo della morte poiché le era stato assegnato il compito di recidere, con delle lucenti cesoie, il filo rappresentante la vita. Così uomini e divinità erano soggetti al volere delle sorelle, che filavano, distribuivano e spezzavano il filo con totale indifferenza, tutto per loro era già stato scritto e vissuto, rappresentavano semplicemente il fato, il destino. Capitava, però, che qualcuno intervenisse prima delle lunghe cesoie, prima del volere di Atropo. 
Collana Trasfigurazioni in collaborazione con Oubliette Magazine

“Il Tasso epistolografo” di Francesco Martillotto
Questo lavoro riproduce, nella sua forma originaria, la mia tesi di laurea discussa nel 1998 e guidata dal professor Antonio Daniele, che ringrazio anche per il magistero con cui ha seguito la successiva tesi di dottorato in “Scienze letterarie, retorica e tecniche dell’interpretazione”. Da questo lavoro sono stati tratti, integrati, aggiornati e riveduti, alcuni articoli autonomi: Le «Lettere del Tasso: aspetti ritmici e retorici» in “Studi tassiani”, n. 48 (2000), pp. 29-48; S’io scrivessi con quiete e con libri. Note sul Tasso epistolografo e su un suo corrispondente (Maurizio Cataneo), in “Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti”, vol. CXII (1999-2000), pp. 157-169; Torquato Tasso epistolografo in “Gli scrittori d’Italia. 

“Fibra – Tutta la vita in un respiro” di Fabio Pascucci
Diego, tutta la vita in un respiro.
Un adolescente malato di fibrosi cistica, costretto ad alzarsi tutti i giorni all’alba per fare aerosol e PEP mask.
Deve impedire ai suoi polmoni di rimanere ostruiti. “Fibra” è il soprannome affibbiatogli da Patrik, cinquanta chili di ego e bullo della classe.
“Fibra” come fibroso, la cifra del suo male, sinonimo anche di forza e tenacia. Questo Patrik non lo sa. Non sa nemmeno che il suo compagno è sopravvissuto a un anno terribile, un anno di sondino gastrico che gli trapassava naso e bocca per alimentarlo. Era solo il suo primo anno di vita. Patrik non sa molte cose di Diego, suo avversario nel nuoto. Pur facendo parte della stessa squadra, sono da sempre rivali. 

“Cielo” di Rosario Tomarchio
“Cielo” è un appassionato canto all’aldilà, alle sue forme, alle sue anime. La passione evocativa si delinea schietta e caparbia. L’esortazione alla divinità è pacificatrice anche quando l’Io diventa straniero in altre terre, l’amor di pace resta l’unica consolazione per la condizione dell’uomo che si interroga sull’infinito, sulla sua condizione di essere finito in un mondo che celebra l’interminabile.
“Straniero, mi ritrovo in questa terra benedetta da un Dio e da tanti Credi. E se un giorno e se non andrò sempre fuggendo, qui troverò riposo e il mio nome su una pietra.”
Collana Trasfigurazioni in collaborazione con Oubliette Magazine

“Una breve stagione” di Leonardo Rallo
Che belli i tempi in cui si doveva pensare all’amore e basta… Non c’era la crisi, non c’erano tutte queste diavolerie tecnologiche, si usciva con gli amici dicendoci semplicemente “Ci vediamo là.”, i legami erano solidi e venivano spezzati solo (forse) dalla morte. Leggere Leonardo ha sempre quel qualcosa, quel tocco “di paese” che serve a immergerci di più nella storia. Il particolare di quell’osteria, quel piatto semplice eppure così invitante, tanto da farci venire l’acquolina in bocca senza nemmeno vederlo in foto. Una natura incontaminata, persone schiette e sincere ed ecco qua, la magia è fatta. Ho già letto le parole di Leonardo e, come le volte precedenti, anche questo libro mi ha preso pian piano, senza fretta. Non ha cercato la spettacolarizzazione del colpo di scena, non è iniziato con fuochi d’artificio o chissà che, semplicemente si è presentato come un amico discreto e ha iniziato a raccontare di sé. Persone semplici ma non per questo insignificanti, paesi piccoli eppur veri, storie che forse non ci riguardano eppure le sentiamo in noi, sono parte di noi...
Dalla prefazione di Roberto Baldini

“La terra del silenzio” di Gabriella Becherelli
Un libro intelligente quello di Gabriella Becherelli, che parte da un pensiero leibziano che improvvisamente attraversa Mark: “Le anime sono specchi viventi o immagini dell’universo delle creature”. È Mark un giovane architetto, invecchiato spiritualmente anzitempo per una sorta di inerzia psichica che lo caratterizza dacché ha incontrato il dolore. Ha finito col confondere la monotonia con la pace interiore, evitando di elaborare i lutti, specie quello dei suoi genitori, cercando di dimenticare distraendosi o impegnandosi nel suo lavoro. Ma, come si sa, la vita chiede il redde rationem e anche per l’architetto arriva il momento di interrogarsi sul suo passato integrandolo col presente per superarlo ed arrivare ad una evoluzione della sua anima. E siccome, lo dice la filosofia, le cose non capitano per caso, il suo pensiero corre inconsciamente proprio al filosofo di Lipsia, nato nel 1646, tuttologo che ha superato precocemente rispetto ai tempi l’empirismo di Locke e il dualismo di Cartesio.

“Ho raccolto un fiore nero” di Luca Santilli
Luca Santilli è un giovane autore, che riesce a trasmettere emozioni emozionandosi per primo, in effetti ammette lui stesso di aver scritto questo epistolario, quasi sotto dettatura, sentiva i protagonisti vivi e pronti per farsi conoscere al mondo. Così incamminandomi nella lettura di “Ho raccolto un Fiore Nero”, mi sono dissociata da Fioralba per congiungermi a Nimue. L’ho fatto con curiosità, tenerezza, simpatia, provando le sue paure, i suoi dolori e stupori; l’autore la percepisce come fosse l’unica donna da poter amare, madre, sorella, la voce di un’amica lontana da dover aiutare.
Dalla prefazione di Fioralba Focardi

“Il viaggio di Simone” di Evan Jung
Scopo del Saggio è riferire il viaggio del protagonista di questo libro, un ragazzo di nome Simone. Elaboriamo una similitudine tra il viaggio nel senso comune ed il viaggio nel senso di questo Saggio. Nel senso comune. Si ha il viaggio quando si ha lo spostamento da un punto di partenza ad un punto d’arrivo. Il punto di partenza è la posizione in cui colui che si sposta non vuole più permanere. Il punto d’arrivo è la posizione che colui che si sposta vuole raggiungere. Fintanto che non si raggiunge la posizione desiderata sussiste il bisogno di spostamento. Quando si raggiunge la posizione desiderata si permane in una posizione di equilibrio. L’equilibrio della posizione desiderata è dato dal non avere più la necessità di spostarsi. Questa è la definizione di viaggio nel senso comune. Nel senso di questo Saggio. 

“Com’è bello il sole” di Angelo Portale
Per Angelo Portale, la poesia è un’esperienza di verità [...] Nelle poesie di Angelo Portale si nasconde un senso dantesco della verità che sta dentro le cose, e ne svela il senso e il compimento. La verità ha una bellezza intrinseca che forse consiste più nel desiderio, nella pungente necessità di ricercarla ovunque che nel venirne in possesso [...] C’è qualcosa che arma di umile intelligenza la vetta maestosa dei monti (XI. Vetta); c’è qualcosa dentro alla pienezza composta degli abeti (VIII. Abeti); c’è qualcosa che muove i passi stanchi del pastore verso casa, dopo un giorno (uno come tanti, come tutti) di dura, ma serena fatica (IX. Pastore). Nascosta nella varietà delle espressioni del creato, nei conflitti e nelle lacerazioni del pensare, nelle azioni dell’uomo, anche di quello malvagio, il poeta intravede un’unicità e la cerca.


“L’alchimia di Eva” di Ilia Delre
Prefazione a cura di Roberto Baldini
Quando ho iniziato a leggere questo libro, non sapevo cosa aspettarmi.
Di solito è una cosa negativa e curiosa in egual misura, e forse in questo caso l'Autrice voleva sul serio incuriosire il lettore.
Devo ammettere che c'è riuscita, e farlo con un lettore accanito come me è stato un gran biglietto da visita...
Amore, intrighi, segreti...

“Spire di un’anima” di Fioralba Focardi
Sentimenti forti e contrastanti, parole decise che vi lasceranno senza fiato, mentre vi accarezzano l'anima. Le parole di Fioralba saranno stilettate verso il vostro cuore: a volte sanguinerete, altre volte, dalla punta d'acciaio, sboccerà un fiore che v'inonderà con la sua dolcezza e il suo candore. Non esiste un metodo di giudizio per la poesia, poiché ognuno di voi percepirà le parole di Fioralba in maniera differente. Una cosa posso svelarvela, però: verrete colpiti dalle sue parole. Non so dirvi come, starà a voi scoprirlo. E sarà meraviglioso Dalla prefazione di Roberto Baldini

“Bugie” di Massimo Occhiuzzo
Essere scrittori vuol dire essere bambini, chiedersi perché?
C’è il bisogno innato di conoscere ciò che ci circonda. Nelle risposte si crea l’idea che l’uomo poi avrà della vita. Il foglio dei bambini è bianco, deve essere riempito dai colori e devono essere quelli giusti, ogni sbavatura può lasciare un segno indelebile nella loro anima. 
In copertina "Il grande occhio" Torre Alfina Opera di Rita Pepparulli Foto di Massimo Occhiuzzo

“Nei cieli di quarzo”
Una selezione di poesie.
In allegato CD audio con le poesie recitate dall’attore Mario Lucarelli.

“Passaggio a livello senza barriere”
XVII edizione Premio Nazionale Mimesis di poesia

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Written by Alessia Mocci
Addetta stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

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