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Dire Fare Donare di A.A.V.V.: la cultura del dono e del volontariato nelle comunità in trasformazione
“È possibile che
costruire nuovi ponti tra vita pubblica e vita privata rappresenti una
condizione per favorire interazioni, legami fra le parti, relazioni
interpersonali che variano la qualità di vita di una determinata comunità?
Molti studiosi lo pensano, chiarendo che il capitale sociale si esplicita
attraverso la connotazione fiduciaria, reciproca e cooperativa dei legami.
Sostengono anche che sia possibile educare le persone ad avere fiducia,
ingrediente di base del capitale sociale, dello spirito civico e solidale di
una comunità.” ‒ Cinzia Migani
“Dire Fare Donare”
è un volume pubblicato a maggio 2017 dalla casa editrice Negretto Editore, curato da Cinzia
Migani, Matteo Scorza, Andrea Pagani, Giancarlo Funaioli, Roberta Gonni, Ennio
Sergio.
La premessa, a
firma dei curatori, illustra la sua genesi frutto di riflessioni che si sono
mosse dal progetto “Il volontariato è un
dono di tutti. La cultura del dono per stare bene”. In apertura si citano le
parole di Georg Simmel: “La libertà individuale non è pura
determinazione interna di un soggetto isolato, ma un fenomeno di relazione. […]
la libertà, come la non-libertà, è un rapporto tra uomini.”
“Dire Fare Donare” consta
di 272 pagine ed è suddiviso in tre parti. Nella prima di carattere
introduttivo si espone il progetto, si toccano i punti salienti del
volontariato ieri ed oggi, e della possibilità di costruzione di luoghi
d’incontro per stringere relazioni durevoli. I paragrafi portano le firme di Cinzia Migani, Giancarlo Funaioli, Matteo
Scorza ed Andrea Tieghi.
Nella seconda si sviscera il concetto filosofico-politico
del dono con gli approfondimenti di Matteo
Scorza, Arrigo Chieregatti, Giuseppe Licari, Andrea Pagani, Maria Rosa
Franzoni, Alba Galassi, Cristina Zanasi, Stefano Zamagni, Alba Natali, Ennio
Sergio, Federica Gallucci, Maria Francesca Valli ed Ivonne Donegani.
Nella terza sezione
curata da Andrea Pagani ed intitolata “Racconti
di dono” si passa dall’astratto al concreto, infatti il soggetto
dell’investigazione è il racconto di vita, dunque l’esperienza del dono. L’introduzione
“Creare – (ri)creare: tecniche di
scrittura creativa” porta la firma di Roberta Gonni ed assieme alla Premessa
“Il dono della narrazione” si anticipano i racconti di Elena Gardenghi, Melissa
Cavina, Erica Balducci e Mattina Salieri, Alessandra Scisciot, Barbara Bellosi,
Daniela Galassi, Maria Mancino, Tullia Marabini, Tiziano Gioiellieri, Paola De
Simone e Maria Mancino, Mirella Morara, Stefano Balboni Nicola Cursi e Marina
Mariotti, Paola De Simone, Maria Mancino e Mirna Turrini, Stefano Cavallini,
Daniela Bartoli.
Essendo una
pubblicazione variegata per l’approccio al donare che ogni persona racconta si
è scelto di trattare tre contributi firmati rispettivamente dal direttore della
rivista Narrare i gruppi Giuseppe Licari,
il docente e scrittore Andrea Pagani
e l’economista e docente universitario Stefano
Zamagni.
Con il titolo “Spunti
antropologici per una rilettura del dono e dell’identità” Giuseppe Licari
introduce la sua argomentazione che indaga sul forte contatto dei due termini “dono” ed “identità”.
Focale il concetto di
“obbligazione alla restituzione” inerente al dono. Licari cita lo studio
“Saggio sul dono” di Marcel Mauss nel quale si sviscera la necessaria
restituzione del dono ricevuto. Dare e
ricevere diventano motori sociali che innescano quel gioco affascinante che
vede l’impegno al restituire un bene che si è accolto. Connesso quest’ultimo non solo ai beni materiali, si pensi alla
tradizione di un regalo per il compleanno, ma
al dono della vita, del pensiero di poter allargare la comunità con la
creazione di un figlio.
Limitare la necessità
altrui, donare il proprio tempo, beni e parti di sé: questa l’essenza del
volontariato che propone Licari trattando della crisi economica che da dieci
anni si è diffusa in Italia. Si cita
l’articolo 3 della Legge delega per la riforma del Terzo settore,
dell’impresa sociale e del Servizio civile che “prevede di procedere al riordino e alla revisione dell’attuale
disciplina in materia di attività associative, di volontariato e di promozione
sociale, in particolare della legge-quadro sul volontariato (legge 11 agosto
1991, n. 266) e della legge di disciplina delle associazioni di promozione
sociale (legge 7 dicembre 2000, n. 383), assumendosi il compito di dare
risposte a queste nuove necessità ponendo sempre maggiore attenzione alla rete
dei Centri di Servizio per il Volontariato.”
Una riflessione sul
dono che intacca il modello Occidentale, perché donare nell’ampia accezione
della parola non è il solo regalo al familiare oppure verso persone che hanno
estrema necessità, dunque un atto di volontariato. Donare è libertà, non prevede necessariamente un compenso od
un’aspettativa, è come un sorriso al momento giusto, uno strumento che ci
permette di creare legami sociali, un bene relazionale che bilancia gli
squilibri dell’economia.
“Latouche direbbe che
l’uomo occidentale ha subito la colonizzazione del suo immaginario con ogni
sorta di particolari legati all’utilità dello sviluppo continuo e della
crescita senza limiti, dove tutti potranno essere sempre più ricchi e
gratificati nei loro bisogni e desideri.” – Giuseppe Licari
Con il titolo “La narrazione: esperienza individuale o
costruzione di comunità?” Andrea Pagani ci trasporta in un treno che
parte da Firenze ed arriva a Roma, ci racconta di una donna distinta che si
siede nel sedile di fronte a lui. La
donna ha circa sessant’anni, è molto elegante e dalla borsetta estrae un libro
appena comperato. Inizia a leggere, gli occhi sono avidi e non si staccano per
un solo momento dalle pagine tanto da apparire una lettura estatica.
Al capolinea, la
donna si alza e depone il libro sul sedile. Solo in quel momento Andrea
Pagani ha il coraggio di interloquire con il fascinoso essere umano indicandole
il libro dimenticato. Ma la donna dalla
profumata sciarpa turchese risponde: “[…]
L’ho lasciato apposta. […] se un libro mi intriga molto, non voglio andare
oltre i primi capitoli e non voglio farmi condurre dalla soluzione del
narratore. Mi piace continuare da sola. Mi piace pensare ai possibili infiniti
sviluppi. Mi piace lasciare il libro così, sul sedile di un treno, a un destino
imperscrutabile, sperando che un altro viaggiatore lo prenda, lo legga e
magari, a sua volta, continui lo sviluppo della storia a suo modo, abbandonando
il libro proprio come ho fatto io.”
Quanto un evento di
poche ore può aprire lucenti finestre nel pensiero? Pagani lo rivela in
questo ricordo, un’illuminazione sul
donare storie ad un prossimo sconosciuto, un atto che denota la volontà di condividere la bellezza di
una storia e la capacità di immaginare le possibili conclusioni della
stessa. Un episodio che ha ispirato anche il laboratorio “Memoria, dono, identità” del maggio 2016 ad Imola nel quale Pagani ha voluto mettere in pratica la
domanda provocatoria: “la narrazione
è un’esperienza individuale o una costruzione di comunità?”
Con il titolo “Il ruolo profetico del volontariato”
Stefano Zamagni pone l’accento sull’amicizia civile considerata come
autentica azione volontaria della società, che rende possibile le condizioni
dell’instaurarsi del principio della reciprocità. La domanda posta da Zamagni è
di ambito istituzionale in quanto si chiede ‒ e
ci chiede ‒ se è possibile pensare al volontariato non solo come strumento utile per
le carenze del welfare state ma anche per cambiare le istituzioni
economiche. Secondo il docente, se prendiamo in considerazione la logica della gratuità e dell’etica del
bene comune è possibile attraverso il volontariato valorizzare il talent
nascosto che c’è in ogni persona.
Zamagni in una lucida analisi tratta il volontariato nell’ambito del neoliberismo considerandolo
giustamente inquietante, infatti come può questo homo oeconomicus odierno che segue la logica del self-interest
attraversare anche l’assunto antropologico di filantropo? La risposta è
semplice: dovrebbe essere schizofrenico
o bipolare così da rivestire i due modi dicotomici di azione nella
società.
Sul sistema
neostatalista invece sostiene: “L’assistenza
per via esclusivamente statuale tende a produrre soggetti assistiti ma non
rispettati, perché essa non riesce a evitare la trappola della “dipendenza
riprodotta”. L’indecenza, nel senso dell’umiliazione, che il modello
neostatalista tende a produrre è assai efficacemente resa dalle parole del
protagonista del film La grande seduzione, una persona che vive di sussidi di
disoccupazione: ‘Ogni mese non ritiri solo i soldi, ritiri anche la vergogna. I
soldi non bastano che per quindici giorni, ma la vergogna dura tutto il mese.’”
Contraria a queste due logiche di mercato e profitto è
invece il volontariato che diventa dono
non solo a favore di un corto raggio (amici, parenti) ma come atto pubblico
ed in quanto ambito dell’agire umano non deve essere relegato in spazi
dedicati.
Il concetto di agire
virtuoso si unifica con la fraternità e spinge alla riflessione della
dimensione del gratuito.
“In realtà, mentre
quello di solidarietà è il principio di organizzazione della società che tende
a rendere eguali i diversi, il principio di fraternità consente a persone che
sono già in qualche senso eguali di esprimere la propria diversità, di
affermare cioè la propria identità. È per questo che la vita fraterna è la vita
che rende felici.” ‒ Stefano Zamagni
“Dire Fare Donare” è
stato promosso da VolaBO - Centro Servizi per il Volontariato della Città
metropolitana di Bologna, in collaborazione con la Città metropolitana, con il
patrocinio delle associazioni regionali del dono di sangue e organi AVIS, AIDO
e ADMO e con la preziosa collaborazione dei Centri di Servizio per il
Volontariato in Emilia-Romagna, delle organizzazioni del terzo settore, dei
DSM-DP (Dipartimenti di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche) delle Ausl,
degli enti locali che hanno aderito alla rassegna, dell’Istituzione Gian Franco
Minguzzi della Città metropolitana di Bologna, del gruppo regionale Teatro e
Salute Mentale; con il supporto di volontari,
operatori e cittadini che hanno donato la loro storia.
Le illustrazioni presenti in “Dire Fare Donare” portano la
firma di Carlo Ferri.
La copertina è stata curata da Silvia Camporesi.
Written by Alessia Mocci
Ufficio Stampa Negretto Editore
Info
https://www.ibs.it/dire-fare-donare-cultura-del-libro-vari/e/9788895967301
http://www.negrettoeditore.it/
Fonte
http://oubliettemagazine.com/2017/11/08/dire-fare-donare-di-a-a-v-v-la-cultura-del-dono-e-del-volontariato-nelle-comunita-in-trasformazione/
Per iniziare, occorre smetterla di PARLARE e passare all'AZIONE:
L'opportunità non sarebbe tale se si potesse rimandare la scelta di poterla cogliere...
Per iniziare, occorre smetterla di parlare e passare all'azione:
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