La poesia in inverno: Tre fili d’attesa di Maria Pina Ciancio
“Siamo nidi sfilacciati sugli alberi d’inverno/ le guance rosse e gli occhi aperti al cielo/ oltraggiati dalla pioggia/ schermaglie di bambini/ senza un grido/ […]”
La silloge poetica “Tre fili d’attesa” della poetessa lucana
Maria Pina Ciancio è suddivisa in
due parti, la prima è più corposa ed è stata scritta nel 2006/2007 mentre la
seconda parte consta della sola lirica “Siamo nidi sfilacciati sugli alberi
d’inverno” scritta nel 2011.
Ne “Tre fili
d’attesa” l’inverno è protagonista indiscusso, ogni poesia è un richiamo
alla stagione dell’attesa nella quale il gorgogliare della vita riposa.
“Il ricorso all’espressione dialettale non è mai
ornamento folkloristico, ma è strettamente collegato alla precisione del dire,
tensione risolta efficacemente in un dettato poetico nitido, limpido, […]” ‒ dall’introduzione di Anna Maria Curci
Maria Pina Ciancio ci dona un affresco della Basilicata, un
poemetto che omaggia gli abitanti di San Severino Lucano ‒ il luogo natìo della
sua famiglia ‒ che la poetessa nata in Svizzera guarda con occhio antico per scorgere le peculiarità della millenaria
cultura che ininterrottamente ‒ così come il ciclo delle stagioni ‒ si
rinnova nella terra di Lucania.
“Dopo la guerra dell’inverno/ c’è chi parte e c’è chi
resta/ (…)/ Gennaro e Vincenzino/ sillabano il tempo/ in anelli di fumo
irregolare/ e aspettano i ritorni/ tra la ringhiera scorticata/ e i gerani
smarriti al grande cielo”
Nella silloge si
incontrano Gennaro, Vincenzino, zio Pietro, Mariuccia, Giacomino,
Antonella, Vituccio, zia Marietta, un figlio nato muto, i vecchi con la schiena
stanca, padre e figlio ad una cena, un cane a tre zampe, un gatto nero,
bambini, rane e farfalle: ognuno di loro è interprete di un ricordo, di uno
spettacolo rievocato affettuosamente in virtù del verso.
“Non fanno rumore i paesi d’inverno/ e il giorno e la
notte/ passano zitti”
Maria Pina Ciancio,
di origini lucane, è nata a Winterthur in Svizzera nel 1965. Ha lavorato per
molti anni come insegnante a Chiaromonte in Basilicata, recentemente si è
trasferita a Roma nella zona dei Castelli Romani. Ha pubblicato testi che
spaziano dalla poesia alla narrativa e saggistica, vincendo importanti premi
letterari. Ha fatto parte di diverse giurie letterarie ed è presente in
svariati cataloghi e riviste di settore; dal 2007 è presidente
dell’Associazione Culturale LucaniArt. Tra i suoi lavori più recenti ricordiamo
“Il gatto e la falena” (Premio Parola di Donna, 2003), “La ragazza con la
valigia” (Ed. LietoColle, 2008), “Storie minime e una poesia per Rocco
Scotellaro” (Fara Editore 2009), “Assolo per mia madre” (Edizioni L’Arca
Felice, 2014), “Tre fili d’attesa” (Associazione Culturale LucaniArt 2022 con
stampa dell'artista Stefania Lubatti), “D’Argilla e neve” (Ladolfi, 2023).
Written by Alessia Mocci
Info
Per maggiori informazioni clicca su Oubliette Magazine