Rossana Coppola - L'arte del mosaico

Questa è una disciplina retorica: dell’”arte che tutto fa e nulla si scopre”. Così venne definita nel Seicento Romano. Chi lavora ad un mosaico, sceglie, ordina e incastra ciascuna di quelle pietruzze che andranno a comporre il lavoro finale di centinaia di pezzi, che unito al taglio del vetro e alle mezze tinte, permette di fare entrare un colore nell’altro. Il mosaico, da voce ad un dialogo tra le materie che nessun altra tecnica artistica riesce a conciliare; la luce che si irradia del suo interno, il freddo bagliore di una sostanza vitrea, la musica dei colori, la magia dell’astrazione e lo stupore che si fa ritmo, permettono di creare tessera dopo tessera un’immagine quasi tattile che non sembra costruita ed inventata. Non per nulla è stato scritto che il mosaico ignora la categoria del monotono e della lentezza e unisce il linguaggio della vista con quella del tatto che alla prova come amo definire: la poetica della mano. Quest’arte è riuscita a tirare fuori il meglio delle mie capacità espressive e a volte a volte anche a mettere in discussione la mia persona. Diventare mosaicista è lo scopo della mia vita, vorrei riportare nel mio territorio un’arte ormai dimenticata e soprattutto dimostrare che non è un’arte di “secondo livello” ma un’arte degna e saggia.