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SI PUO' SEQUESTRARE UNA MONTAGNA?



SI PUO’ “SEQUESTRARE” UNA MONTAGNA?
In altri luoghi potrebbe sembrare allucinante, in provincia di Pesaro Urbino è una straziante realtà. Le vie d'accesso al monte Catria da quando sono state costruite, circa mezzo secolo, non sono mai state chiuse. Quest'anno, hanno riaperto la bidonvia che porta agli impianti di sci del monte Acuto, in concomitanza con la sua apertura, alcune strade le hanno chiuse con dei camion di terra e quella che sale da Acquaviva di Cagli (probabile via di fuga in casi di emergenza perchè la migliore), l'hanno chiusa con una sbarra con tanto di lucchetto, con apertura e chiusura a piacimento dei gestori degli impianti (chi è dentro è dentro chi è fuori è fuori, senza tante preoccupazioni).


Adesso che la bidonvia è chiusa per mancanza di neve, guarda caso, hanno riaperto le strade.


Io ho una casa vacanza proprio su questa strada, i miei clienti non potevano raggiungere i prati innevati per via di quella maledetta sbarra, o per via di quei ... signori che "molto democraticamente" obbligavano a prendere la bidonvia per andare in montagna.


La differenza? Dalla mia casa vacanza in dieci minuti d'auto raggiungono i prati innevati e se gli prende freddo in dieci minuti rientrano al calduccio nei loro appartamenti, salendo con la bidonvia occorre un quarto d'ora per raggiungere gli impianti in auto, circa mezz'ora per salire e mezz'ora per scendere col cestello (e non è poco se si è intirizziti). Secondo me è veramente umiliante che si amministrino i beni pubblici in questo modo, forse nella convinzione di apportare turismo di massa nel territorio togliendogli la libertà di scegliere come andare in montagna, tuttavia non oso pensare che sia stato solo un gioco speculativo. Sono altresì convinto che i miei pensieri non saranno condivisi da tutti, anche se, oltre quella sbarra io (come molti altri) ho dei terreni di proprietà e mi è stato impedito di raggiungerli liberamente.