In esilio da me di Giovanna Fracassi: l’immersione dell’Avatar nella memoria
“Forse solo/ un
lieve bisbiglio dell’inconscio/ nell’ora in cui nulla/ è come appare/ e la
memoria della vita/ si espande/ e risale/ fino al centro di sé/ in quel punto minuscolo/
da cui tutto origina// per poi dipanarsi/ in mille rivoli molteplici/ in una
molteplicità infinita/ in cui sembra implodere// […]” – “Avatar”
Il
centro di sé. Taluni lo denominano “anima”, altri
“casa” ma, fondamentalmente, la via che si è intrapresa è la medesima. È un viaggio nel quale non si ha una
mappa, non si ha un preciso punto di approdo. È un percorso autonomo
dell’inconscio che si avvia verso il luogo a cui sente di appartenere.
Quel
punto minuscolo che risiede dentro noi, ma che non è possibile
dislocare spazialmente nel nostro corpo, perché è sia microscopico sia molteplice all’infinito. Quasi come se
occupasse un misero millimetro ed al contempo l’interezza delle nostre membra.
Il
discendere dell’Avatar (dal sanscrito di tradizione
induista “Colui che discende”) in uno
stato di presenza e di immersione nella
memoria della vita.
Parole, immagini, suoni e percezioni vagano all’unisono,
ed il Poeta solleva il braccio, impugna
la penna e traduce in versi quello splendore, talvolta di oscura ed ardua
interpretazione.
Lettori che ormai occupano un ristretto cerchio nella società, la poesia è divenuta ‘di nicchia’, ma c’è stato un tempo in cui quasi l’interezza del popolo subiva il fascino e la musicalità del verso perché tutti percepivano una vibrazione di benessere, di gioia.
Fortunatamente gli animi poetici continuano a parlare, sta ad ognuno di noi esplorare i mondi che hanno visitato e le storie che narrano. E Giovanna Fracassi è definibile nomade, come una gitana che trascorre le giornate in fratture spazio-temporali nelle quali scorrono ricordi e miti, sensazioni e visioni.
“[…] Lasciami scivolare/ nei vortici/ che risucchiano/ sassi di pensieri// sarò piuma di speranza/ nel fondo sassoso/ pietrisco iridescente/ che rotola e si srotola/ nell’eterna inutile attesa.” – “Fiume”
“In esilio da me” è sia una sia molteplici realtà che l’autrice ha portato con sé dall’ultimo viaggio alla ricerca del forziere nel quale dimora il cuore “Sono inciampata/ nel mio cuore/ in una notte di tenebra// l’ho accartocciato/ e tenuto stretto/ al petto ansante// volevo regalarlo/ o barattarlo/ per un pugno di felicità// era prigioniero/ il mio cuore/ con catene d’argento scuro// così a nessuno/ sembrava poi/ di gran valore.// […]” (“Cuore”).
Il cammino non è stato arduo se comparato ai percorsi intrapresi per la stesura delle precedenti sillogi. È, anzi, paragonato alla gioiosa immagine dell’ape che volteggia continuamente, di fiore in fiore, come se danzasse con sé stessa e con tutto ciò che la completa, in una solitudine estatica di profonda comunione con il suo operare.
“[…] come il mio pensiero/ che si gingilla/ non s’arresta/ non si acquieta/ non si arrende// neppure in questo/ sole tiepido d’abbandono/ neppure in quest’ora/ di dolce solitudine// è come il discreto/ ronzio dell’ape che danza […]” – “L’ape”
“[…] quando il pensiero/ passa oltre l’infinito del tempo/ passa oltre immensità dello spazio/ per andare a sfiorare l’eternità.” – “Oltre”
Ed è intuibile che i frammenti che si scorgono in “In esilio da me” siano memorie di una passione costante di Giovanna Fracassi: il conoscere culture diverse dalla propria. L’aprirsi, con occhi da bambina, con la meraviglia per l’insolito per poi amalgamarlo, in un secondo momento, con la nostalgia quando esso diviene ricordo.
Un passato che può riemergere soltanto con la solitudine che trascende le illusioni delle convenzioni della mente, per scintillare in infinita vita e morte, in melodie, in note sparse simili alle stelle del firmamento.
L’incontro con la follia ed il ritorno a casa.
“[…] come stella dell’anima/ trascinata/ nella lucida/ follia schiuma di desiderio indefinito/ speme illimitata mai dissetata/ e perciò/ tanto più necessaria/ per continuare/ in quell’attimo/ varco dell’eternità// dove il tempo/ non è più tempo/ dove lo spazio/ non è più spazio.” - “Avatar”
L’autrice, dall’11 al 14 novembre 2016 a Padova, è stata ospite della terza edizione della fiera internazionale dedicata ai libri ed all’editoria della città: Padova Expo Libri, iniziativa nata nel 2013 in concomitanza con la 26esima edizione dell’arte moderna e contemporanea ArtePadova, nel salottino letterario allestito dalla casa editrice Kimerik.
Giovanna Fracassi sarà ospite alla Fiera di Milano prevista per gennaio 2017. Inoltre ricordo che “In esilio da me” è disponibile anche su edizione e-book acquistabile su tutte le librerie online. L’autrice è disponibile al confronto diretto con i lettori, dunque non esitate a contattarla su Facebook o direttamente su e-mail per scambiare qualche impressione sulla sua poetica e non solo. Una buona occasione per aggiungere alla propria libreria “In esilio da me” con autografo e dedica.
Written by Alessia Mocci
Info
http://oubliettemagazine.com/2016/10/31/presentazione-in-esilio-da-me-di-giovanna-fracassi-presso-padova-expo-libri-dall11-al-14-novembre-2016-padova/
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http://autori.poetipoesia.com/giovanna-fracassi/
giovanna.fracassi@libero.it
Fonte
http://oubliettemagazine.com/2016/11/10/in-esilio-da-me-di-giovanna-fracassi-limmersione-dellavatar-nella-memoria/