Dramazon di Giulio Marchetti: il Natale in un’opera di forte contestazione
“Esistono due tipi di società, quelle che lavorano per
provare a far pagare di più e quelle che lavorano per far pagare di meno. Siamo
la seconda”. – Jeff Bezos
Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, è riuscito a fare
di una idea geniale un vero e proprio impero finanziario e spesso è avvenuto,
nel corso della civiltà umana, di osservare una particolare relazione tra
l’incipit e la fine di qualsiasi fenomeno od invenzione. Dapprima è qualcosa
che viene considerata positiva per poi rivelarsi un vero e proprio danno.
E se Bezos ha operato nel cercare di creare una società
nella quale i consumatori fossero attirati ad acquistare presso Amazon per il
costo minore e la celere consegna, di sicuro ciò a cui non si è pensato è che merci
e lavoratori hanno ottenuto lo stesso trattamento e sono ormai di pari valore.
Ed è in questa forte diatriba che l’opera di Giulio
Marchetti mostra tutta la sua efficacia. “Dramazon” è infatti il composto della
parola inglese “Drama” e di “Amazon”. Sin dal titolo l’artista ha voluto
marcare il disastro sociale nel quale stiamo vivendo, un vero e proprio dramma
non solo per i piccoli commercianti ed artigiani costretti a chiudere bottega a
causa delle grosse multinazionali e del mercato globale, ma ciò che ancora più
sconvolge è il taglio netto con la tradizione del dono che Giulio
Marchetti ha voluto rappresentare con il noto Babbo Natale.
“Dramazon” presenta l’istante prima di un possibile
incidente stradale: un camion in consegna si muove veloce per la strada
ghiacciata – i corrieri hanno tabelle di marcia controllate e gestite
elettronicamente – sulle strisce pedonali Babbo Natale che istintivamente si
libera del sacco dei regali da consegnare ai bambini per cercare di ripararsi
dall’impatto. La scena è buia, notturna, mentre il camion è ben illuminato, i
pacchetti sono quasi tutti ancora in volo.
Marchetti costringe l’osservatore alla domanda: il
corriere riuscirà a fermare la sua corsa?
Ed è questo che devono fare le opere d’arte: far porre
domande a chi osserva o legge perché come disse il poeta Rainer Maria Rilke:
“Vivi le domande ora. Forse poi, in qualche giorno lontano nel futuro,
inizierai gradualmente, senza neppure accorgertene, a vivere a tuo modo nella
risposta.”.
L’opera è corredata da una didascalia dell’autore:
“Tutti i negozi hanno aggiunto .com alla propria
insegna.
I supermercati hanno rottamato i carrelli, costruendo
carrelli virtuali.
Valentino Rossi potrebbe essere il rider più veloce,
conteso da Glovo e Just Eat.
I cinema sono pieni di Coca e popcorn, ma le sedie
sono vuote.
Forse verranno smontate e vendute su Amazon.
È così bello l’amore, davanti ad un film di Netflix.
L’importante è restare a casa.
Tutti i giorni. Tutto il giorno.
Perché una volta all’anno, tra corrieri e fattorini,
arriverà Babbo Natale.
E noi lo riconosceremo fra tanti.
Perché Babbo Natale è magia.
E la magia non può morire.
#DRAMAZON”
“Ho sempre pensato al Natale come a un bel momento. Un
momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono. L’unico momento
che conosco, nel lungo anno, in cui gli uomini e le donne sembrano aprire
consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi.” ‒
Charles Dickens
L’autore, Giulio Marchetti, nasce nel 1982 a Roma,
ha esordito con “Il sogno della vita” nel 2008. Con Puntoacapo pubblica nel
2010 “Energia del vuoto” con prefazione di Paolo Ruffilli, nel 2012 “La
notte oscura”, nel 2014 “Apologia del sublime”. Con Giuliano Ladolfi editore
pubblica nel 2015 la raccolta “Ghiaccio nero”.
Con la poesia “A metà”, è stato inoltre
selezionato per “Il fiore della poesia italiana” (tomo II – i contemporanei),
un ambizioso progetto antologico che raccoglie il meglio della poesia italiana
sotto la curatela di autorevoli esperti (Puntoacapo, 2016). Nel 2020 pubblica
con la casa editrice Puntoacapo la raccolta “Specchi ciechi” con prefazione
di Maria Grazia Calandone, postfazione di Vincenzo Guarracino ed una nota
di Riccardo Sinigallia. Diverse sue poesie sono edite in antologie collettive.
Della sua poesia si è occupato, fra gli altri, il Prof. Gabriele La Porta,
storico conduttore e direttore Rai.
A Natale 2020, Giulio Marchetti pubblica su la Repubblica
la prima opera della sua trilogia “Dramazon”, segue per San Valentino
2021 “Modern Heart” ed “Easteria” dedicata alla Pasqua. Il 26
novembre 2021 in occasione del Black Friday è stata pubblicata una nuova
provocazione dal titolo "Brain Friday".
Giulio Marchetti, in una intervista datata febbraio
2020, ha connesso il concetto di noia con la meccanizzazione e la creatività:
“Già Lucrezio nel terzo libro del “De Rerum Natura” offriva una definizione
paradigmatica della noia. “Spesso lascia il suo grande palazzo chi si annoia a
restare a casa; ma subito vi torna perché non si trova affatto meglio fuori”.
L’inquietudine e il senso di estraniazione tipici della noia trasudano da
questo breve passo. Ci vuole un balzo secolare, ma si giunge inevitabilmente a
Baudelaire. Lo spleen è una condizione interiore tanto angosciosa quanto
suggestiva a livello artistico, nella pienezza dei suoi effetti devastanti,
quasi allucinatori. “Le proprie inclinazioni” di cui oggi argutamente mi
chiedi, risultano socialmente oppresse dal senso utilitaristico dominante, a
partire dall’istruzione. “Le cose monotone” ben presto saranno delegate alle
macchine (che ormai svolgono gran parte dei lavori ripetitivi un tempo affidati
agli esseri umani). Non si tratterà più di cercare lavoro, ma di creare lavoro.
Forse allora l’unica risposta sarà: creatività.”
Info
Profilo Instagram
https://www.instagram.com/giuliomarchetti_art/
Landing Page Giulio Marchetti
http://giulio-marchettiart.it
Fonte