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Un blog sull'antinfortunistica

Se Newton grazie a una mela scoprì la forza di gravità, nessuno ci ha tramandato cosa disse lo stesso sentendosi colpito. Un caso di trauma raro che però è molto più frequente quando usiamo i nostri piedi. Quanti mattoni e pesi vari, per non parlare di urti contro oggetti quali angoli, gradini e altre superfici, sfidano ogni giorno l'integrità delle nostre estremità? Rimedio a questa situazione è stata la messa a punto di calzature antinfortunistiche che negli anni hanno raggiunto standard di protezione sempre più elevati e che in certi ambienti di lavoro sono diventate obbligatorie. Produrre scarpe di tipo antinfortunistico non è però più sufficiente oggi. Occorre mettere in primo piano le esigenze dell’utilizzatore, curando le condizioni di comfort del dispositivo di protezione in modo da garantirne un confortevole utilizzo. La scarpa antinfortunistica non è, infatti, una calzatura come le altre in cui basta che piacciano e se anche si sentono strette poi, si allargano. Può creare seri problemi ai piedi e alla schiena se la manifattura e alcuni elementi che ne assicurano le qualità antinfortunistiche, quali il puntale in acciaio, che spesso provoca micosi alle dita dei piedi, oppure la suola rigida, che è causa di problemi plantari, la non traspirabilità, l’altezza del tacco, la calzata non adeguata alle dimensioni del piede e per ultimo, ma non di secondaria importanza, il mancato rispetto della biomeccanica del piede non sono stati studiati accuratamente. Prima dell'acquisto diventa quindi indispensabile una valutazione della calzatura eseguita da un esperto come il tecnico ortopedico che, tramite i dati acquisiti da appositi strumenti e l'esperienza maturata, è in grado di consigliare la scarpa più consona alle esigenze della singolo utilizzatore. Ad esempio, chi ha il piede con dita lunghe tutte uguali, ha notevoli problemi nell'utilizzo di calzature antinfortunistiche perché NON ESISTONO PUNTALI larghi sufficientemente capienti per contenere tutte 5 le dita, così succede che il 5° dito venga dolorosamente compresso. Un'alternativa che spesso viene adottata, è quella di utilizzare scarpe di 1 o 2 numeri più grandi; questo però può causare un’infiammazione ai metatarsi e l'imbarcamento della punta della scarpa, dal momento che la flessione dell'articolazione metatarso-falangeo risulterà più arretrata del punto di flessione della scarpa e la scarpa risulta più pesante del solito.Fare una scarpa su misura, non significa fare una scarpa esteticamente “brutta”, pesante, rigida. Il Centro Ortopedico Rinascita ha investito molto sulla modelleria andando incontro anche alle esigenze estetiche del paziente, che può addirittura portare una fotografia e richiedere di riprodurre lo stesso modello con le misure del proprio piede.