Intervista di Alessia Mocci ad Evan Jung, autore del libro Il viaggio di Simone, Rupe Mutevole Edizioni
“Diciotto anni, Simone, li ha compiuti,
d’estate, verso la fine dell’anno scolastico e, dopo qualche mese, ha preso la
patente. Apparentemente, sembra che si sia lasciato alle spalle, quello che gli
è successo durante l’anno ed il suo modo di essere timido, impacciato, chiuso.
È cambiato, non legge più testi religiosi, non gliene frega più niente della
morale, ha abbandonato in un angolo il suo librone di storia che si portava
sempre dietro.”
“Il viaggio di Simone”, edito nel settembre 2014 dalla casa editrice
Rupe Mutevole Edizioni nella collana
editoriale “Oltre il confine”, è la
nuova pubblicazione dell’autore Evan Jung. Il protagonista del romanzo è Simone
e la sua vita, infatti ogni capitolo del libro ripercorre momenti della sua
vita.
“Il viaggio di Simone” è suddiviso in tre capitoli
fondamenti: “Il punto di partenza:
Perché si soffre?”, “Lo spostamento:
Perché si sogna?” ed “Il punto di
arrivo: Perché si riflette?”, suddivisi ognuno in sotto capitoli.
Evan Jung è stato
molto disponibile nel rispondere ad alcune curiosità sulla sua recente
pubblicazione e sulla sua vita. Buona Lettura!
A.M.: “Il viaggio
di Simone” è un titolo parlante, infatti, il tuo romanzo racconta del viaggio
del protagonista. Come nasce Simone?
Evan Jung: Simone
nasce nel 1987. È un personaggio che mi era venuto in mente ai tempi della
scuola media superiore. Già, allora, infatti, avendo una sincera passione per
lo scrivere, anche se in modo non continuativo, scrivevo a penna su alcuni
quaderni, ma anche, a volte, su fogli sparsi con una vecchia macchina da
scrivere, riflessioni, poesie ed altro ed avevo abbozzato un racconto che, come
suo protagonista principale, aveva appunto Simone e, nel Saggio che ho scritto,
è rimasto tale quale, così come è descritto nelle sue caratteristiche fisiche,
in particolare. Inoltre, pure il Simone di allora, in base alle mie intenzioni,
doveva compiere un viaggio anche se avrebbe dovuto essere uno spostamento
fisico vero e proprio, da un luogo ad un altro, e non uno ‘spostamento
logico-creativo’ così come ho spiegato nell’introduzione al mio Saggio. Infine,
il Simone di allora aveva in più il cognome che, col tempo, ho deciso di
eliminare, anche se davvero mi piaceva, per evitare delle palesi omonimie.
Riguardo alla genesi del libro è, quindi, se vogliamo, un qualche cosa di
radicato, nella mia aspirazione adolescenziale a diventare uno scrittore e,
almeno dal punto di vista della sua redazione formale, per il fatto che in esso
sono contenute riflessioni, racconti brevi o favole, ma anche poesie è rimasto
in linea con quanto mi piaceva scrivere già una volta. Già durante la scuola
media superiore ero, quindi, consapevole del fatto che, un giorno, in qualche
modo, avrei scritto almeno un libro nella mia vita e così è avvenuto, dopo, se
vogliamo, anni e anni di rimando della sua realizzazione ad un periodo futuro
e, comunque, dell’averlo ora finalmente scritto, ne sono, adesso, veramente
lieto.
A.M.: L’introduzione
recita: “Il punto di partenza è la
condizione di sofferenza in cui colui che si sposta per vivere bene non vuole
più permanere. Il punto d’arrivo è la condizione di felicità che colui che si
sposta per vivere bene vuole raggiungere.” Ritieni che questo assioma sia
valido per ogni individuo?
Evan Jung: Dipende.
Ritengo, infatti, che non tutti gli individui siano consapevoli del fatto che,
durante la loro esistenza, sia possibile aspirare a vivere bene ed essere
felici. Dal mio punto di vista, non tutti la pensano così e valuto che molti,
invece, pensino che la vita sia, in primo luogo o addirittura solo,
un’esperienza di sofferenza e sacrificio. Ebbene, queste persone, per un motivo
o per l’altro, ed, in particolare, per le esperienze che hanno fatto e/o per
l’educazione che hanno ricevuto nel corso della loro esistenza possono essere
come ‘assopite’ nel pessimistico modo di pensare che la vita stessa, per come
appare nella sua forma e per come è nella sua sostanza, non possa essere felice,
ma, piuttosto, piena di difficoltà e di sofferenza. Di conseguenza, per queste
stesse persone, quello che chiamo punto di partenza e che definisco come
condizione di sofferenza è al tempo stesso anche il punto di arrivo. Ora, con
il mio Saggio, ho voluto mettere in evidenza come, in realtà, almeno dal mio
punto di vista, sia possibile raggiungere una condizione di felicità nella
propria esistenza ed averla proprio come punto di arrivo, qualsiasi sia la
condizione di sofferenza, come punto di partenza. Per cui, implicitamente,
l’assioma citato che è del resto ciò che spiega il significato fondamentale del
Saggio che ho scritto, contiene un messaggio di fiducia, speranza ed ottimismo,
sulla possibilità di una vita bella, felice e serena, rivolto, in primo luogo,
a coloro che non credono in tale possibilità.
A.M.: Nel primo
capitolo de “Il viaggio di Simone” tratti con ampiezza il sentimento della
sofferenza. Potresti riassumerci in poche parole il percorso logico che hai
utilizzato?
Evan Jung: Nel Saggio
ho preso in considerazione il caso specifico della condizione di sofferenza di
Simone, personaggio di fantasia, che, se vogliamo, rappresenta un riferimento
utile, nel contesto più generale di tutto il saggio, per la condizione di
sofferenza di qualunque altro individuo. In particolare, ho voluto analizzare
la sua condizione di sofferenza da diversi punti di vista. Il protagonista del
libro è, infatti, psicologicamente sofferente per vari motivi e, comunque,
ciascuno di essi, non solo rappresenta una diversa causa della medesima, ma
anche un suo elemento causale correlato a tutti gli altri e conseguente al
precedente in un più generale quadro unitario di sofferenza. In primo luogo,
infatti, la sofferenza di Simone è motivata da una sua morte interiore, dovuta
a circostanze che gli impediscono d’avere vitalità dentro di sé. La non
vitalità lo porta ad un’auto-esclusione dalle relazioni sociali da cui
consegue, in secondo luogo, una sofferenza motivata dal sentirsi soli. Il
sentirsi soli lo porta ad un atteggiamento di giudizio nei confronti delle
altre persone perché non partecipando alle loro attività, non riesce a
comprenderli e, di conseguenza, li giudica negativamente. Così, in terzo luogo,
Simone soffre perché continua a rimanere distaccato dalla vita sociale in
quanto giudica. Il giudicare lo porta poi ad un atteggiamento di giudizio nei
suoi stessi confronti perché si rende conto che, in qualche modo, deve cercare
di uscire dal suo isolamento. Tuttavia, giudicandosi, rifiuta se stesso
completamente ed assume un comportamento totalmente opposto a quello che ha
sempre tenuto e ciò lo porta a diventare violento. La violenza è, in quarto
luogo, per Simone un altro motivo di sofferenza ed è, a questo punto, che
Simone raggiunge il limite massimo della sua sofferenza che sfocia in una vera
e propria depressione.
A.M.: Quale pensi
sia la percentuale della tua vita inserita nel romanzo?
Evan Jung: “Il
Viaggio di Simone” è per metà autobiografico e per metà descrive situazioni e
comportamenti che hanno interessato altre persone con le quali sono entrato in
contatto nel corso della mia vita dal primo giorno in cui ho, per così dire,
inventato il personaggio di Simone, all’ultimo in cui gli ho dato la
possibilità di esprimersi e raccontarsi nelle pagine di un libro.
A.M.: Com’è il
tuo rapporto con la poesia?
Evan Jung: A me,
personalmente, piace la poesia. Tuttavia, pur scrivendo, talvolta, qualche
lirica, e non escludendo che possa decidere di scrivere un libro di poesie,
ammetto di non potermi definire un vero e proprio appassionato del genere.
Piuttosto, pratico una lettura saltuaria, ma attenta di testi poetici quando mi
capita di trovarne in libri che, comunque, sono di altro genere rispetto a
quello poetico oppure quando li trovo inseriti in pagine web che consulto con
la navigazione in internet. Detto ciò, aggiungo che la poesia può essere per me
fonte di emozione al pari di un bel racconto, anche se, sicuramente, preferisco
la lettura di un testo poetico quando quest’ultimo è centrato sul tema
dell’amore, della gioia per la vita, del coraggio, della bellezza estetica,
della forza spirituale, della serenità e dell’introspezione interiore.
A.M.: Com’è il
tuo rapporto con il mondo di internet?
Evan Jung: Sicuramente,
consiste in un rapporto intenso perché sono sempre stato un assiduo navigatore
del Web, fin dai primi anni di minor diffusione del servizio internet e posso
affermare di aver completamente sostituito, da qualche anno a questa parte, la
televisione con la navigazione in internet e con la costante frequentazione di
un social network come FaceBook, sul quale ho la mia pagina di riferimento.
A.M.: Qual è
l’ultimo libro che hai letto? E l’ultimo film che hai visto?
Evan Jung: L’ultimo
libro che ho letto è “Il Manoscritto ritrovato ad Accra” di Paulo Coelho.
L’ultimo film che ho visto è invece “The Giver – Il mondo di Jonas”.
A.M.: Hai delle
novità per i restanti mesi del 2014
Evan Jung: Sicuramente
per i mesi restanti del 2014, ho intenzione di dare luogo, innanzitutto, ad
alcune presentazioni de “Il Viaggio di Simone” nella mia città di residenza,
Alessandria, presso determinati centri culturali ed associativi di mia
conoscenza. Non posso ancora dare date e luoghi precisi perché mi trovo ancora
in fase organizzativa e di contatto dei referenti interessati. Tuttavia, per
dovere di informazione e con mia soddisfazione, posso citare il fatto che, “Il
Viaggio di Simone” è stato inserito nel catalogo-libri presentato dalla Casa
editrice Rupe Mutevole alla Buchmesse, la prestigiosa Fiera Internazionale del
libro di Francoforte, in Germania, conclusasi lo scorso 12 ottobre.
A.M.: Come ti
trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Evan Jung: Bene. Fin
dall’inizio, ho avuto un piacevole e professionale rapporto di collaborazione
reciproca, secondo i termini del contratto sottoscritto da entrambe le parti,
con i referenti della Casa editrice Rupe Mutevole e, in particolare, con la
signora Maria Cristina Del Torchio, sempre pronta e cortese a rispondere e ad
assolvere a tutte le mie richieste. Sono, quindi, contento di aver scelto Rupe
Mutevole come Casa editrice per la valutazione e pubblicazione de “Il Viaggio di
Simone” e colgo l’occasione per suggerirla a tutti coloro che sono in cerca di
una società seria e professionale per la pubblicazione di una loro opera
letteraria inedita.
A.M.: Salutaci
con una citazione…
Evan Jung: “Che tragedia da ridere questo nostro
soffrire! Si nasce per vivere e si vive per morire!” (Ettore Petrolini)
Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un'e-mail
(info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi
pubblicare nella collana "Trasfigurazioni" con la collaborazione di
Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it
Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)
Info
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https://www.facebook.com/RupeMutevole
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