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Gustavo Renna ed i Suoi Gioielli: La Storia Diventa Creatività

Può un gioiello raccontare una storia, che sia magari una leggenda e, al tempo stesso, possedere uno stile moderno, per nulla banale, fatto per essere indossato in occasioni importanti, ma anche in contesti più informali? Rispondere a questa domanda, non è così difficile, come invece potrebbe sembrare; basta conoscere Gustavo Renna, uno dei più bravi maestri orafi che operano tra Napoli e Terra di Lavoro, per poter dire, semplicemente, di si. Tutte le sue realizzazioni, hanno queste caratteristiche; io ho scelto tre anelli, quelli che a mio parere, dovrebbero far parte di “un’esposizione permanente”.
Iniziamo con Cratere dedicato alle prime due fatiche di Ercole. Attraverso la pietra centrale, s’intravede il noto eroe che ha appena sconfitto il leone di Nemea, durante la sua prima fatica; intorno alla parte superiore sono riportati, invece, le appendici di Idra, il mostro che egli uccise al termine della sua seconda fatica. Questo anello, tutto in oro 18 Kt., con diamanti di taglio vecchio che hanno una caratura complessiva di 2,10, si distingue per il suo disegno articolato, che nulla toglie ad una linea che resta morbida e, quindi, assolutamente femminile.

Proseguiamo con Archeo, che intende simboleggiare l’Albero della Vita, con i suoi “pilastri” protesi tra Terra e Cielo. Il fondo in oro o in argento, è ottenuto con la tecnica della tiratura a martello, la sola in grado di conferire ai nobili metalli un colore morbido, che ancor più si evidenzia per la lucidatura delle sporgenze, effettuata con la pietra d’agata. Molto particolare è, poi, il gambo di questo anello, fatto con cuoio modellato a caldo; non mancano, certo, i riflessi preziosi, ottenuti con un diamante da 0. 1,5 Kt.

Finiamo con Ercolanum Anello Mare, ispirato alle meraviglie della terra e ad alcuni monumenti, tra i più antichi del napoletano. Attraverso la pietra centrale, in cristallo di rocca, sono visibili le loro bellissime miniature; è possibile scegliere tra i Faraglioni di Capri, la Casina Vanvitelliana del lago Fusaro, il Monumento dell’Immacolatella o, infine, la Chiesa di Positano. L’ulteriore particolarità di questo anello, è la lavorazione a “filo ritorto"; ne completa la bellezza, la presenza ai lati della pietra centrale, di due pavé di diamanti, con una caratura complessiva di 0,20.

Si comprende che l’utilizzo combinato di diversi materiali, che si alternano tra argento, oro, cristallo di rocca e diamanti, produce un duplice beneficio: la possibilità di ottenere eccellenti risultati d’insieme, attraverso l’utilizzo di tecniche, esclusivamente, artigianali, tra l’altro neppure eseguibili con processi industriali ed un contenimento generale dei costi di produzione, che va a beneficio del prezzo finale di vendita.