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Per il relax in hotel vicino al mare a Rimini c'è il Bridge

Il legame tra Rimini e le vacanze al mare si può far risalire al 1843 quando fu inaugurato il primo stabilimento balneare di quella che è diventata, nell’immaginario collettivo, la location ideale per le vacanze estive in Riviera Romagnola. Oggi un hotel al mare a Rimini è un must per trascorre delle piacevoli ferie, non se ne può fare a meno se si vuole godere delle spiagge, dei locali, delle feste e dei tanti eventi che sola Riviera Adriatica sa regalare.

Un hotel vicino al mare a Rimini a 3 stelle come l’Hotel Bridge in Viale Regina Elena 117 è la scelta migliore per le proprie vacanze, infatti, questo hotel di Rimini a Marina Centro con parcheggio vi permetterà di soggiornare a pochi passi dai maggiori luoghi d’interesse come il lungomare e la spiaggia. La zona di Marina Centro è poi rinomata per lo shopping, qui potrete troverete tanti negozi, dai souvenir alle grandi marche, dove sarà piacevole perdersi curiosando tra i vari articoli esposti.

La spiaggia convenzionata sarà il luogo dove godersi il sole della Romagna facendo uno dei tanti sport sulla sabbia, come il beach volley o il beach soccer, o semplicemente dove rilassarsi sul lettino leggendo il vostro quotidiano preferito. Alla sera sul lungomare si potrà vivere la movida romagnola e, qualora non bastasse, le tante discoteche della Riviera vi sapranno intrattenere fino all’alba.

L’hotel è completamente climatizzato ed ha un’ampia terrazza panoramica per darvi un soggiorno comodo e piacevole. Sono inoltre ammessi animali di piccola taglia per non dover lasciare a casa i vostri cuccioli.

La connessione Wi-Fi in tutta la struttura vi terrà informati su tutti gli eventi che saranno organizzati in città e, grazie alle biciclette dell’Hotel Bridge, li potrete raggiungere agevolmente senza auto, lasciandola al sicuro nel garage gratuito dell’hotel o nel parcheggio recintato.


Disponibili poi guide turistiche per andare alla scoperta di Rimini e del suo entroterra così pieno di storia e fascino, per chi invece preferisse i parchi, l’hotel è convenzionato con i maggiori parchi tematici della Romagna. Con l’Hotel Bridge le vostre vacanze al mare saranno momenti rilassanti e pieni di divertimento.

Risparmio Energetico e Ridurre i Consumi con SalvaWatt

Un'importante ed innovativo modo per risparmiare energia è proposta da Doc Italia Network con il lancio di SalvaWatt, rifasatore che permette di ridurre i consumi della bolletta elettrica.
Proposto in tre modelli differenti, rifasatore monofase, rifasatore trifase più un terzo modello richiedibile dal cliente con specifiche personalizzate, riservato sempre alle utenze trifase tuttavia con portata maggiore ai 40 kW.



Risparmio energetico ecologico valido sia alle aziende ma pure ai privati, al momento commercializzato per mettere in pratica in modo automatico il rifasamento alle utenze che posseggano un impianto monofase o trifase.
Rimuovendo i costi dell'energia reattiva, il risparmio è assicurato ed è evidente dalla prima bolletta elettrica, riducendo i consumi subito del 10% e in casi eccezionali si può arrivare fino al 35% di risparmio energetico.
Rimane riduttivo, comunque, limitare in SalvaWatt unicamente un dispositivo per il risparmio energetico, peculiarità fondamentale e vitale; il rifasatore automatico consente di rendere migliore ed ottimizzare l'impianto originale, avendo presente che non sarà doveroso realizzare modificazioni all'impianto originale o scegliere un altro operatore.

Compatto, facilmente installabile SalvaWatt è la soluzione perfetta per tagliare con i costi della bolletta elettrica.
Maggiori informazioni, senza alcun impegno, chiamare il servizio clienti al numero 0175.576064

Non un semplice hotel benessere in Umbria, ma Relais Paradiso

Quando si avverte il bisogno di una pausa rigenerante per recuperare forma ed equilibrio fisico consumati dalla routine quotidiana, scegliere una location ad hoc è già “metà dell’opera”.

Tra le numerose strutture presenti nel Bel Paese, optare per un centro benessere in Umbria può rivelarsi la scelta giusta, soprattutto perché le peculiarità del territorio permettono di abbinare relax e vita sana, in una natura incontaminata che offre splendidi frutti da portare a tavola.

E’ proprio questo uno dei concetti base su cui il Relais Paradiso ha fondato la sua qualità di hotel benessere in Umbria, una residenza d’epoca immersa nel verde tra oliveti e vigneti, dotata di un moderno centro benessere, una piscina all’aperto ed un’ottima cucina a km zero.

Non sarebbe corretto considerare questo Relais come una semplice Beauty Farm, infatti ciò che lo distingue dalle altre strutture è la qualità dei servizi offerti e l’esclusività delle formule personalizzate per il benessere degli ospiti. 
Qui, un’equipe composta da dietista, chef, estetista e fisioterapista vi seguono in programmi personalizzati per un soggiorno salutare.

Lasciarsi sfuggire le offerte benessere in Umbria di questa struttura sarebbe un peccato, qui relax e vita sana vanno a braccetto, e di sicuro apprezzerete gli ambienti che vi aspettano: spa, centro estetico e fisioterapico, camere con salottino e pavimenti in legno, ristorante con cucina biologica e bioenergetica, giardino.

Questo relais in Umbria, poi, è ubicato in posizione strategica a due passi da Todi, e vi consente di fare interessanti visite alle bellissime località vicine, come Perugia, Assisi, Gubbio o Spoleto (per citarne alcune).

Soggiornare in hotel vicino l’Aeroporto di Firenze? Hotel Nord Florence è a 2 km

Inutile dirlo, una vacanza a Firenze è sempre un’esperienza fuori dal comune, questa città conserva sempre intatto il fascino della cultura e della storia made in Italy, ed anche un week end qui ha molto da offrirvi in termini di bellezze da visitare e da vivere.

Giungere in città in aereo è una bella comodità per chi ha intenzione di trascorrere un periodo di vacanza nella culla della cultura Italiana, per questo motivo scegliere un hotel vicino all’Aeroporto di Firenze può essere una buona occasione per rilassarsi dopo il volo, ed approfittare di una posizione favorevole per recarsi in centro.

L’Aeroporto di Firenze vanta collegamenti internazionali, una struttura moderna che offre ottimi servizi, per questo la comodità di atterrare o partire qui si traduce in serenità sia per chi viaggia per lavoro che per vacanze.

Hotel Nord Florence è un hotel economico a Firenze a pochi passi dall’aeroporto, in particolare questo albergo è a meno di 2 km, quindi molto comodo per riposarsi, prima di recarsi in aeroporto.
Ma non è l’unico vantaggio di soggiornare qui, infatti l’hotel è a 15 minuti dal centro storico di Firenze, facilmente raggiungibile in bus, la cui fermata trovate di fronte alla struttura. Qui potrete soggiornare con formula bed and breakfast, ed approfittare di un comodo servizio bar – ristorante.

L’hotel dispone di parcheggio, collegamento wi-fi, internet point, camere climatizzate ed un ottimo servizio di prenotazione biglietti per eventi, musei, visite guidate.


Scegliete di soggiornare qui, ed avrete il comfort di un hotel vicino Firenze centro, perfetto per visitare i punti di interessi limitrofi e funzionale per un soggiorno leggero in Toscana.

Intervista di Alessia Mocci a Federico Li Calzi, autore del romanzo Nove periodico

Diceva Oscar Wilde nel suo capolavoro, ‘Il Ritratto di Dorian Gray’, che: “nella vita il vero peccato è fermarsi di crescere”. Uno scrittore, nella sua carriera, scrive più libri proprio perché matura insieme alle sue opere e perché cambiano le esigenze, le condizioni, le emozioni, l’occhio sul mondo in generale; e queste variabili dettano l’esigenza di una nuova pubblicazione e di una nuova esperienza.”
Una considerazione difficile da contraddire: lo scrittore deve crescere, continuare a scoprirsi, ingannare il tempo con nuovi studi perché il mondo e la società continuano la loro corsa in modo naturale, e così naturalmente anche lo scrittore deve aver esigenza di novità.
Federico Li Calzi, conosciuto come il Poeta di Canicattì, ha pubblicato il suo terzo libro, non una silloge poetica come ci si aspettava, bensì un romanzo ambientato nella sua Sicilia.
“Nove Periodico”, edito per Tra@art, è la storia di Mauro, un uomo che dopo anni di lontananza sente la necessità di tornare in patria. Un’esigenza che ricorda la poetica del fanciullino e l’amore verso il luogo natio tanto caro ai maggiori poeti italiani.
L’autore Federico Li Calzi è stato molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sulla sua novità editoriale. Buona lettura!

A.M.: Ciao Federico, è un piacere incontrarci per una nuova intervista e per parlare un po’ della tua nuova pubblicazione. Se non ricordo male, ci siamo conosciuti con la tua prima silloge “Poetica Coazione”. A distanza di anni cambieresti qualcosa di quelle intense poesie che hanno segnato una possibile via letteraria?
Federico Li Calzi: Ciao Alessia, il piacere è mio e sono gratificato che la mia attività letteraria, dopo anni, continui a suscitare interesse. Un’opera, per chi l’ha compiuta, rappresenta lo spaccato di quel tempo e racchiude l’anima, tutta l’esperienza e ciò che in quel momento è lo stile dell’artista. Con gli anni la materia verbale dell’autore, inevitabilmente, cambia, perché in tutto c’è, e deve esserci, una evoluzione e trasformazione (ma non stravolgimento) che distrugge lo stile di scrittura precedente e ne riforma un altro, sulle basi e le tecniche del passato: nuovo, rigenerato, ma cosciente e padrone del vecchio stile, la così detta “mano fatta”. Un’artista ha l’obbligo spirituale di continuare la sua corsa evolutiva per crescere nel tempo. Diceva Oscar Wilde nel suo capolavoro, ‘Il Ritratto di Dorian Gray’, che: “nella vita il vero peccato è fermarsi di crescere”. Uno scrittore, nella sua carriera, scrive più libri proprio perché matura insieme alle sue opere e perché cambiano le esigenze, le condizioni, le emozioni, l’occhio sul mondo in generale; e queste variabili dettano l’esigenza di una nuova pubblicazione e di una nuova esperienza. In definitiva, per rispondere alla tua domanda, “Poetica Coazione” rappresenta la stratigrafia del mio passato, come artista/scrittore, che scandaglia le emozioni e le idee di quel momento e che ho voluto congelare e consegnare, con una pubblicazione, all’umanità. Quindi non soltanto non cambierei nulla di quel volume ma, per come in intendo l’arte, non sarebbe nemmeno giusto.

A.M.: “Dittologie congelate”, la tua seconda silloge, continua il discorso di “Poetica Coazione”, ma presenta una struttura del verso più articolata. Un’evoluzione della prima raccolta?
Federico Li Calzi: Come ho già detto, ogni libro racchiude una nuova esperienza che si risolve in un nuovo stile di scrittura ed in una nuova evoluzione dello stile.

A.M.: Ed ora la tua nuova pubblicazione non è una silloge poetica bensì un romanzo “Nove periodico”. Quando e come è nata l’idea di scrivere in prosa?
Federico Li Calzi: Ogni autore, che non sia un poveretto, prima di scrivere un romanzo si pone dei quesiti, sullo stile da usare, sul ritmo, sul genere (se scrivere, quindi, un romanzo storico, di denuncia sociale, poliziesco, malavitoso, d’amore, d’amicizia), anche sulla nuova realtà che questa storia deve portare alla luce e sulle regole che lo scrittore possiede e che s’impone di rispettare nello svolgimento testuale, così da crearsi mentalmente, ed a livello concettuale, uno schema: un progetto, per avere chiaro il quadro come iniziare la costruzione della scrittura e dove porre la parola fine. Personalmente, all’inizio, sapevo soltanto che avevo dei blocchi di realtà e vita vissuta, per me preziosi, da raccontare, da esporre, ma non capivo bene come incastonarli e connetterli fra loro, nella vicenda da narrare, per farli funzionare. Alla fine ho fatto chiarezza, ho preso coscienza del mio passato e sono riuscito a possedere la mia storia. Ho capito che la realtà nuova da raccontare, e che sicuramente nessuno poteva conoscere meglio di me, era la mia vita; partendo proprio dai primissimi ricordi della mia infanzia; quindi i cambiamenti e le metamorfosi socio/economiche e culturali che si avvicendavano e avvenivano in Sicilia nei primi anni Ottanta, con il benessere e le tecnologie (che ho vissuto in prima persona) e come queste mutazioni venivano recepite da quella società e mentalità contadina e, perché no, raccontare, anche attraverso la fantasia, elemento fondamentale della creatività, le aspirazioni dell’autore. L’idea è stata quella, allora, di creare un personaggio che nel romanzo renda possibile quello che nella realtà non è stato e che sono rimasti solamente dei sogni, cioè diventare un musicista di successo. Questo personaggio è di fatto lo sdoppiamento dell’autore: Mauro per metà e, per l’altra metà, l’amico Ntonio (queste due figure sono le due facce della stessa medaglia), ma in parte, e non in maniera marginale, anche del ragazzino Luca, figlio di Ntonio. I due personaggi si completano a vicenda, Ntonio è colui che da ragazzo insegna molte cose a Mauro. Mauro è colui che va alla ricerca profonda della verità e delle cose, che ha imparato dall’amico, senza mai fermarsi (neanche quando fa male), lezione, questa, che gli darà, come si vedrà alla fine del romanzo, quando Ntonio non trova più il coraggio di agire e di affrontare i problemi e Mauro, invece, è determinato ad andare fino in fondo, alla ricerca della verità. In definitiva, Mauro metterà in atto tutto ciò che l’amico Ntonio gli ha insegnato. Così ho fatto partire il romanzo dal momento in cui Mauro ritorna al suo paese Canicattì. Ciò nello svolgimento della narrazione, oltre ad essere un momento suggestivo, mi ha dato dei vantaggi, come avere la possibilità di muovermi a livello temporale sul piano del presente ma anche sul piano del passato. Credo inoltre che nell’excurrere testuale è facile notare come il “romanzo sia costruito su diversi livelli che interessano sia la forma che il contenuto” (L. Carrubba), o meglio contemporaneamente vengono raccontate più storie che si stratificano in una minuzia di particolari ma che vanno a confluire tutti sul personaggio Mauro. Luca, peraltro come esempio già citato, è un altro momento iniziale della narrazione, o meglio la storia di questo bambino, che si svolge nella campagna che, non a caso, coincide perfettamente con la storia di Mauro, va a colmare proprio quella parte di vissuto mancante del protagonista  attraverso le sensazioni, le idee, le speranze, le aspirazioni di questo bambino.

A.M.: Nuccio Mula ed Enrico Testa sono due nomi confermati in “Nove periodico”. Come nasce questa profonda collaborazione ed amicizia letteraria che vi lega?
Federico Li Calzi: La collaborazione nasce nel 2009 quando Nuccio Mula, dopo aver letto le prime poesie sparse, che sarebbero poi divenute il corpo di “Poetica Coazione”, mi diede la spinta finale verso la pubblicazione. Devo molto al Prof. Mula, è stato lui a darmi fiducia e determinazione. Il libro che nacque da questo connubio (Poetica Coazione) fu accolto e recensito da Enrico Testa che si pronunciò positivamente sull’opera, da qui iniziò un rapporto di stima che ci lega ancora oggi. Voglio ricordare, inoltre, che sia Nuccio Mula che Enrico Testa sono stati presenti, a settembre del 2014, per la prima presentazione ufficiale a Canicattì di Nove Periodico, ciò a testimonianza del supporto culturale e affettivo che mi riservano.

A.M.: La copertina firmata da Gianfranco Gallo rappresenta un bambino che cerca di scavalcare una rete su un campo dai colori estivi. Un invito ad oltrepassare i limiti?
Federico Li Calzi: Questa è forse la domanda che meglio riassume il senso di Nove Periodico. La copertina è la summa e racchiude l’archetipo profondo e generale di questo libro: rappresenta, contemporaneamente, il bambino Luca, che è una delle chiavi di lettura, e il protagonista Mauro che, come Luca, ha vissuto l’infanzia in quella stessa terrà e in quella campagna, con la speranza di andare via, di fuggire per trovare il successo. Ma, inevitabilmente, spinto da più motivazioni, ritornerà per ritrovare il suo mondo, le sue cose i suoi affetti, ormai perduti, e capire che in fondo in questo mondo non bisogna poi girare tanto per essere felici e a volte basta accontentarsi e prendere la vita così come viene. L’immagine del bambino che vuole scavalcare rappresenta, allora, la voglia di scoprire ma anche quello di andare via, simboleggiato, proprio, da quella traversa di ferrovia che si vede nella copertina che fa da recinto. Questo bambino che è attento alle piccole cose della natura, che conosce le coltivazioni, gli innesti, le piante.

A.M.: Un uomo, Mauro, che decide di tornare in Sicilia, i ricordi dell’adolescenza si sovrappongo alla nuova realtà, agli anni che sono trascorsi. Com’è nato Mario nella tua mente? Qual è la percentuale di realtà presente nel romanzo?
Federico Li Calzi: Mauro e Ntonio come ho già detto, sono in realtà la stessa persona. A Mauro ho fatto realizzare, nella fantasia del romanzo, quelli che erano i miei sogni. C’è da chiedersi, allora, se egli che è andato via, ed ha ottenuto il successo, di fatto e rispetto all’amico, si sente realizzato, se è felice e se la felicità nella vita esiste e se ha trovato la sua serenità. I due personaggi confluiscono sulla stessa figura. Non è un caso che Mauro non viene mai descritto fisicamente, egli è quasi un’anima: la controparte che c’è in ognuno di noi, non ha corpo materialmente. È  una voce narrante, a differenza di Ntonio che viene costantemente descritto nella sua fisicità. Sono entrambi il retto e il verso della stessa medaglia. Mauro è una persona scevra da condizionamenti. Ma, come si vedrà nello svolgimento del romanzo, pagherà a caro prezzo questa sua libertà, restando in una dimensione sociale, umana, culturale e geografica ai margini e che non lo colloca in nessun livello.


A.M.: Scrivere un romanzo ambientandolo nella propria città, Canicattì. Il luogo natio diventa così principale nella tua produzione letteraria, quasi come un ricordo di poetica ottocentesca. Quanto è grande il tuo amore per la Sicilia?
Federico Li Calzi: È stato quasi scontato, per come io intento l’arte, ambientare la mia opera in Sicilia; non credo si possa scindere l’anima dell’artista dalla sua terra, dal posto dov’è nato e cresciuto e si è formato. Egli è parte integrante di quel contesto, di quel territorio, della terra, di quei luoghi, di quella società, di tutto ciò che si porterà dietro nella vita e di tutto quanto ha vissuto e imparato nella sua adolescenza. Si porterà dentro sempre quel mondo e quel modo di vedere le cose.  Quindi, scrivere un’opera e parlare della propria terra significa, anche, possedere la propria esperienza, fare i conti con il proprio passato, la propria vita, i propri limiti, le proprie ambizioni, cosa non sempre facile nel mondo d’oggi inquinato dai più prepotenti e arroganti mezzi di comunicazione e social network che annientano ogni possibilità di solitudine e quindi di riflessione.

A.M.: Com’è il tuo rapporto con la poesia oggi, dopo l’esperienza della prosa?
Federico Li Calzi: Credo di essere arrivato al Romanzo (e lo dico senza vezzo d’ambizione) quando ero già sicuro di una mia forma, di un mio stile. Certamente l’esercizio narrativo porterà nuova linfa anche alla poesia. Quindi come diceva Pavese “dopo un certo silenzio, ci si propone di scrivere non una poesia ma delle poesie”.

A.M.: Salutaci con una citazione…
Federico Li Calzi: In arte non si deve partire dalla complicazione. Alla complicazione bisogna arrivarci. Non partire dalla favola simbolica di Ulisse, per stupire; ma partire dall’umile uomo comune e a poco a poco dargli il senso di un Ulisse.” (dal Mestiere di Vivere di Cesare Pavese)
Un caro saluto a tutti i lettori.

A.M.: Un saluto a te caro Federico ed un augurio per questa nuova pubblicazione, che possa portarti le gioie della poesia.

Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

Info

Fonte


Un hotel a Torino centro e ideale per lo Juventus Stadium? La risposta è Holiday Inn Turin Corso Francia

Ci sono mille buoni motivi per visitare Torino, che siate in viaggio di piacere o per business, questo è il posto giusto per trascorrere un buon soggiorno, in una città ultramoderna ma che ha molto da mostrare anche per arte e cultura, ma non solo.

Scegliere un hotel in zona centro a Torino significa potersi muovere comodamente tra monumenti, palazzi e musei, grazie ai collegamenti di una pratica metropolitana che vi consente di spostarvi senza utilizzare la macchina. 

Approfittatene per visitare punti di interesse come Palazzo Madama, il Teatro Regio o Palazzo Reale, e non dimenticate una visita alla Mole Antonelliana, al Museo Egizio ed al Museo Nazionale del Cinema.

Accomodatevi, per esempio, all’Holiday Inn Turin Corso Francia, godetevi i servizi 4 stelle ed alloggiate a pochi minuti dal centro cittadino. La fermata della linea metropolitana (Piazza Massaua) è proprio di fronte all’hotel ed è ben collegata con il centro città e con gli altri punti di interesse.

Da segnalare, a tal proposito, la comodità di questo hotel vicino allo Juventus Stadium, dal quale dista appena 5 km. Scegliete uno dei convenienti pacchetti che l’hotel propone e godetevi un conveniente soggiorno al seguito della vostra squadra del cuore.

Concedetevi una vacanza a Torino, lasciatevi conquistare da una città ricca di storia e di spunti da scoprire, Holiday Inn Turin Corso Francia è il posto giusto, qui avrete a disposizione: parcheggio, connessione wi-fi, aria condizionata, camere insonorizzate e con parquet, TV sat.


A colazione potrete trovare una ricca scelta di dolce e salato, e per i più esigenti vi è un angolo dedicato ai prodotti biologici. A pranzo ed a cena soffermatevi al Ristorante Fermata Venchi che propone piatti nazionali ed internazionali.

“Emma. Alle porte della solitudine” di Giovanna Fracassi: l’importanza di ricordare le nostre radici

La tua effigie/ nell’opale iridescente/ splende/ s’aureola languida/ nel tenue crepuscolo./ Solo un baluginio/ nel buio di brace/ rimane”. Da “Effigie
Dopo “Arabesques”, “Opalescenze” e “La cenere del tempo” torna l’autrice vicentina Giovanna Fracassi con una  quarta silloge poetica, edita dalla medesima casa editrice, Rupe Mutevole Edizioni. “Emma” con sottotitolo “Alle porte della solitudine” è stato pubblicato nel gennaio 2015 nella collana editoriale Trasfigurazioni in collaborazione con Oubliette Magazine.
Senza dubbio una mente in continuo divenire, quella di Giovanna Fracassi, che non si ferma e anzi, offre al lettore una produzione copiosa.
Fin dai primi versi, si comprende che protagonista assoluta sia la solitudine, intesa non tanto in senso peculiare, bensì universale, in quanto caratteristica che accomuna l’essere umano. Brevi istanti di condivisione di cui si compone la vita, non evitano di percepire in maniera assordante questo sentimento. Vi è però un senso di speranza, che ci dice che niente è perduto, quell’”anelito all’infinito”, come lo chiama l’autrice, attraverso cui si riesce a dare un senso al dolore e alla mancanza. Nessuno nasce invano, ed ecco quindi che la lirica si trasforma in un inno che nega l’inutilità della vita e che rifiuta che essa sia tale. Ciascuno ha un compito ben preciso da svolgere, ed è come se il dolore attivasse i sensi. Attraverso la sofferenza, ci si sente vivi.
L’opera è dedicata alla madre, chiamata qui con un nome di fantasia, Emma. La donna è morta da anni, colpita dal morbo di Alzheimer. In maniera delicata l’autrice ci introduce su quella “soglia” dove lei ha dovuto rimanere, come figlia impotente, impossibilitata ad andare “al di là”. La solitudine della madre si erge quindi ad emblema di ogni solitudine, e riporta al tema del recupero della memoria, importantissimo per l’individuo, dal “ripostiglio del tempo”, di cui rimane un’eco in lontananza, sempre pronta per essere colta. E spesso nella poetica della Fracassi vi sono allitterazioni che si ripetono in maniera esasperata; oppure gruppi di aggettivi o di verbi, allo scopo di rendere quest’idea di eco che rimbalza. Che tutto torna e non è perduto per sempre.
Pure/ quei passi/ che ho inciso/ nell’anima/ sono rimasti/ nell’eco/ che sempre/ ritorna/ risuona/ rimbomba/ rimbalza/ risponde” da “Eco”.
Parole dure, come “stiletto”, “fendente” che ricorrono, danno l’idea di un’arma che agisca in velocità, a tradimento. Un colpo secco, inaspettato, ad arrecare un immane dolore. Proprio come avviene nella vita, coi suoi eventi ineluttabili. La poetessa quindi si fa strada e cerca il ricordo, e, attraverso l’urgenza dei suoi scritti, si impone di ripercorrere le proprie radici e di non essere mai dimenticata. Ma nonostante questo desiderio di continuare a vivere, fa fatica a ricongiungersi alle persone care, sebbene solo col pensiero.
Ho ascoltato le voci di cristallo/ disciogliersi nell’aria/ che scuote di rosso le rose appassite/ Eppure ancora non ti ho incontrato”. Da “Ho”.
La mente è strutturata come se si trovasse di fronte a labirinti in cui ci si incontra, ma con altrettanta facilità, tutto sfuma e ci si perde.
Il ricordo è riportato attraverso immagini bucoliche, di una natura sempre presente, che è benevola ma rimanda al duro lavoro nei campi, di generazioni passate. Nei ricordi di bambina la tristezza rimane in agguato, pronta a ghermire e a ricordare quel vuoto venuto col tempo.
In alcune liriche si avverte una voglia di “leggerezza”, la necessità di potersi fidare di qualcuno, affinché non tutto sia dolore. Salta all’occhio che il sangue in questa silloge non sia rosso, ma bianco. Forse perché il bianco, ricordando la pagina scritta, è più rassicurante, rappresenta un punto di “stasi”, di riflessione. Insomma, apre una possibilità che invece la crudeltà non concede.
Questo poetare, che prosegue per similitudini e si sviluppa in dicotomie, è in continuo divenire. Una sperimentazione che include parole provenienti dal mondo della musica e assonanze con termini utilizzati da poeti antichi, fra tutti Leopardi.
"nella foresta più vergine/ dove lo sguardo si smarrisce/ dove la mente si spaura/" da “Foresta”.
Vi è un profondo desiderio di avere risposte, in questa raccolta poetica di Giovanna Fracassi, che siano domande poste ad un amore, al padre, alla madre, ai figli o alla vita di tutti i giorni. La ricerca di un registro linguistico che sia d’impatto. Che prima ancora di arrivare col concetto, arrivi al lettore per il suono. Come la musica, così importante e colonna sonora dell’esistenza.
E concludo con una poesia che ho particolarmente apprezzato, perché credo compendi tutto.
Narro a me stessa/ la bugia/ che voglio sia mia/ ma/ mi manchi/ ancora/." Da “Bugia

Written by Cristina Biolcati

Info
http://www.rupemutevoleedizioni.com/
https://www.facebook.com/RupeMutevole
http://www.rupemutevoleedizioni.com/letteratura/novita/emma-alle-porte-della-solitudine-di-giovanna-fracassi.html

Fonte

http://oubliettemagazine.com/2015/03/07/emma-alle-porte-della-solitudine-di-giovanna-fracassi-limportanza-di-ricordare-le-nostre-radici/

Nasce Handy Made, un modo per fare artigianato in maniera sostenibile

In una realtà difficile come è quella napoletana nasce Handy made, noi cerchiamo di dare nuova vita a oggetti e materie prime considerate altrimenti spazzatura, con una attività che promuove l'artigianato e il riciclo creativo.
Se gli altri ci vedono immondizia, noi ci vediamo gioielli, accessori, borse e tanto altro, ecco qualche esempio:




Handy made è creatività, artigianato, home made, ma soprattutto riciclo, è dare nuova vita alle cose cercando di renderle più belle (nel possibile).
Handy made è anche autonomia, etica, cruelty free e abbattimento dei costi, per questo non stupitevi se vedete un gioiello in una bustina ricavata da un vecchio fumetto o un libro, se un orologio vi arriva in un cartone per la pizza, fa parte del gioco del riciclo.
Possiamo assicurarvi che proveremo a leggere per un'ultima volta quel fumetto strappato, ascoltare quel disco graffiato e che il contenitore della pizza non ha ospitato pizze!
Detto questo, noi di Handy made vogliamo ringraziare tutti quelli che apprezzano il nostro lavoro e speriamo che continuiate ad aiutarci a diffondere questi valori...

link al sito di Handy Made 

Fate la scelta giusta tra gli appartamenti estivi a Rimini, Residence Alma è vicino al mare

Quante volte avete sognato vacanze al mare in totale libertà, come se foste a casa vostra ma con l’unica differenza di essere a pochi metri dalla spiaggia? Probabilmente se aveste la possibilità di scegliere non disprezzereste la comodità di appartamenti estivi a Rimini.

La comodità e la praticità di residence sul mare a Rimini è racchiusa principalmente nella possibilità di trascorrere vacanze in una delle mete più desiderate del Bel Paese, con una spiaggia sconfinata ed un bellissimo mare con fondali bassi e sabbiosi, insomma l’ideale per le famiglie e non solo.

E poi, scegliere appartamenti per vacanze a Rimini vi regalerà tutta la libertà di decidere ogni giorno cosa fare e come organizzarvi, senza orari fissi per i pasti, e con la possibilità di usufruire di spiagge ricche di servizi e di un bellissimo lungomare ricco di eventi ed appuntamenti per ogni gusto.
Lasciatevi conquistare, allora, dal Residence Alma che vi offre un comodo appoggio a due passi dal centro di Rimini, qui potrete approfittare di appartamenti estivi di diversa tipologia ed accessoriati con tutte le comodità che vi servono in vacanza.

Il residence dispone di un parcheggio privato, ed è ubicato a pochi metri dal mare, quindi potrete lasciare l’auto direttamente in struttura e muovervi per la spiaggia o verso il centro a piedi o in bici.

Per gli ospiti di questo residence a Rimini è disponibile una spiaggia convenzionata, il Bagno 96, dove trovate lettini ed ombrelloni, campi sportivi, animazione, cabine e zona pick nick (una bella comodità se volete pranzare in spiaggia!).

Dulcis in fundo per gli ospiti dell’hotel è a disposizione una convenzione con un ristorante-pizzeria a 100 metri dalla struttura, una bella comodità quando non si ha voglia di cucinare o di passare una serata diversa.


Daje e daje... L'amore vince sempre

"Daje e daje... L'amore vince sempre" è una commedia teatrale del duo Tozzi-Lucamarini sul tema dell'amore e del tradimento, che andrà in scena presso lo spazio de La Banca del Tempo del Municipio Roma XV nei giorni 25 - 26 Aprile e 2 - 3 Maggio 2015. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

La Banca del Tempo del Municipio Roma XV presenta lo spettacolo "Daje e Daje... L'amore vince sempre", soggetto a cura di Alessandro Tozzi, con la collaborazione di Max Lucamarini.

"Quartiere popolare di Roma, un cestino pieno di cibarie, un uomo che aspetta la sua donna che si sta facendo bella... sembra tutto pronto per una gita domenicale ma... all’improvviso... scatta l’ora delle rivelazioni!

Entrambi hanno qualcosa da confessare. E cosa, se non le corna, da sempre croce (le proprie) e delizia (quelle altrui) dell’esistenza, fonte inesauribile di risate ma anche di riflessione sulla meschinità umana?

Ne uscirà una rissa generale? Un dibattimento in Tribunale?

Chi vivrà vedrà... anzi, chi vedrà saprà!
"

Dopo lo spettacolo, "Se rompe sempre quakkekkosa", andato in scena nel 2014, Alessandro Tozzi torna a calcare le scene con uno nuovo spettacolo e una compagnia d'attori spronati dall'amore per il teatro, ovvero Luisa Cimarra, Vincenzo Ruggirello, Christian Iannelli ed il compagno di (s)venture di sempre Max Lucamarini. Alla compagnia si aggiungono Donatella Perna, voce fuori campo ed assistente di scena ed il tecnico audio Alessandro Fia. La locandina è firmata dalla illustratrice Isabella Ferrante.

Una commedia firmata dallo stesso Tozzi, con la collaborazione di Lucamarini, per un divertentissimo spettacolo sull'amore e sui tradimenti, con una forte impronta di romanità.

Lo spettacolo andrà in scena presso lo spazio de La Banca Del Tempo, sito in Via Invernigo 28, Padiglione B, Roma.

Le date del mini tour:

Sabato 25 Aprile ore 21:00
Domenica 26 Aprile ore 17:00

Sabato 2 Maggio ore 21:00
Domenica 3 Maggio ore 17:00

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Per maggiori info e prenotazioni, scrivere a: insieme.sipuo@tiscali.it

Orecchini online

E-commerce dedicato ai gioielli, dove si possono trovare articoli di pregio quali fedi eternity, anelli riviere e collane punto luce per rendere speciale un matrimonio o una ricorrenza.

A Mirabilandia Beach come ai Caraibi a due passi da Hotel Bahamas

Se vuoi vivere un’esperienza da sogno, l’idea di una spiaggia caraibica con una splendida laguna e le palme esotiche che fanno da contorno non può che stuzzicare l’immaginazione. Ma penseresti mai che un paradiso del genere è in Romagna? Hai capito bene, si chiama Mirabilandia Beach.

Molti conoscono il parco di Mirabilandia, uno dei più spettacolari dell’Europa, ma probabilmente non avrete sentito parlare di Mirabeach, con attrazioni sicuramente da non sottovalutare. Si tratta di un vero parco acquatico, con attrazioni e servizi per grandi e piccini.

Immancabile una spiaggia bianchissima (realizzata con la sabbia del Mar Rosso), dove ombrelloni e sdraio sono a disposizione gratuitamente. C’è una bellissima laguna dove rilassarsi, punti con idromassaggio, ed un fiabesco castello (proprio al centro della laguna) con scivoli e giochi d’acqua per i bambini.

Non mancano scivoli adrenalinici ed attrazioni per i più coraggiosi, con salti, percorsi veloci ed acrobazie. Interessante, vero?

Approfittate della comodità di un hotel vicino Mirabilandia, e soprattutto della convenienza di offerte con ingresso al parco incluse nel prezzo, vi accorgerete che quelle di Hotel Bahamas vi stanno già strizzando l’occhio.

Qui trovate la simpatica accoglienza familiare che solo in Romagna potrete trovare, una moderna struttura a due passi dal mare che offre la formula all inclusive, un invitante motivo per sedersi a tavola e lasciarsi conquistare dalle ottime preparazioni tradizionali.


I camera avrete a disposizione tutti i comfort di cui avete bisogno in vacanza, mentre nelle aree comuni potrete rilassarvi ed approfittarne per fare nuove conoscenze. Il parcheggio e l’uso gratuito delle biciclette sono garantiti, mentre per chi desidera il totale relax, dal 2015 in hotel sarà disponibile un bellissimo centro benessere.

La Chiave dei Vini


LA CHIAVE nasce dalla passione per un vino del proprio territorio, un vino esemplare e raffinato, ricco di sapori e profumi, conosciuto in tutto il mondo: il Prosecco.

Grazie ad un'accurata selezione e lo studio della zona, dei vitigni e dei metodi di lavorazione, LA CHIAVE capisce e decide con chi collaborare per avere la migliore qualità e il miglior servizio.

Uve di Valdobbiadene danno vita ad un vino eccezionale: il "PROSECCO SUPERIORE DI VALDOBBIADENE DOCG" nato per far felici i palati più fini ed esperti; mentre uve dell'alto trevigiano si mescolano tra loro dando vita al "PROSECCO DI TREVISO DOC" di primissima qualità, adatto ad ogni occasione.

LA CHIAVE entra così a far parte di un mercato importante, dando ai propri vini il nome di un oggetto che rappresenta l'apertura verso qualcosa di nuovo, un porta fortuna che consente l'inizio di una nuova vita, di un'attività imprenditoriale, di una nuova famiglia.

Nel sito è presente uno shop per acquistare online il Prosecco e i vini La Chiave.



Le novità editoriali di febbraio 2015 della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni

"Un libro, per triste che sia, non può essere triste come una vita." - Agota Kristof
Carissimi lettori, oggi vogliamo parlarvi delle novità editoriali dell’uscente mese di febbraio della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni, ormai al suo undicesimo anno di pubblicazioni.
Sono venti le collane editoriali della casa editrice, venti sono dunque le braccia che accolgono la diversità per condurre oltre i confini territoriali e mentali.
La denominazione delle collane è in linea con la politica della casa editrice, troviamo infatti: “Letteratura di Confine”, “Trasfigurazioni”, “Mappe di una nuova èra”, “Saggi”, “Rivelazioni”, “Poesia”, “Fairie”, “Atlantide”, “Oltre il confine”, “Scritti in scena”, “Sopralerighe”, “Heroides”, “Echi dalla storia”, “Visioni”, “Margini liberi”, “Echi da internet”, “Radici”, “Supernal Armony”.

Eccovi le novità editoriali del mese di febbraio 2015:
“Abbecedario di una ex buona a nulla” di Gabriella Montanari
Ma un abbecedario è anche una sorta di lista della spesa, un promemoria di quel che è bene aver sempre con sé, nella sporta della vita. Nella mia ho infilato i vivi e i morti preferiti, un paio di pensieri ossessivi a cui sono affezionata, qualche rompicapo esistenziale che spero mai risolvere e alcuni luoghi che non mi decido ad abitare o ad abbandonare per sempre. È quel "per sempre" che mi blocca. Credo. Ventisei lettere non sono tante, come non sono tante le cose o le persone di cui abbiamo davvero bisogno. O che per lo meno non ci sono d'intralcio. Lettere - ora iniziali, ora segni, ora metafore – che, se combinate insieme in tutti i modi possibili, consentono di giocare al grande Scrabble della vita. Lettere che riempiono le giornate, oltre che un dizionario. Tutto parte dall'essenziale e vi ritorna. Tra la A e la Zeta si trova spazio a sufficienza per il mare Adriatico, il tempo col suo fiato sul nostro collo, la solitudine e la morte, passando per il disagio mentale, l'olocausto, la stregoneria e l'aborto. Ma anche cosine più simpatiche e accattivanti, come il tradimento e l'amore saffico. Si può poetare su tutto e su tutti, senza esclusione d'inchiostro.

“Il non-Amore ai tempi di Facebook” di Enrico Nascimbeni (seconda ristampa)
Nascimbeni deve ringraziare il cielo per questo inarrestabile ballo di San Vito che è il suo modo di vivere, perché non può fare a meno un solo istante di pensarsi e di scriversi: se per assurdo si arrestasse potrebbe persino correre il rischio di essere felice e proverebbe un’insana vergogna di sé. Ora è pur vero che esistono uomini come lui un po’ ovunque e quelli là sì che son disperati, perché manco riescono a scriverlo quel che provano. Lui no, lui è un fortunato: la natura gli ha concesso un “link” così diretto tra cuore e penna da sconsolarlo e consolarlo in frazioni ripetute di attimi e stagioni che non ha nemmeno il tempo di capire che ripete un’identica inafferrabile “saudade” da sempre, col chiaro intento di non volerne venire mai a capo perché sarebbe la fine. Questa unica cosa che scrive in “non-poesia” (?), Enrico la scrive bene, molto bene, ma più ancora immagina bene quel che scrive, volando basso su scenari da pop-art, e banali ammennicoli mediatici e mettendo in atto dissociazioni, salti formali (anche uno a verso) consoni al suo “Pensare viaggi fermi” dove tutto è sparso e disseminato, niente diretto o rettilineo.
Dalla prefazione di Roberto Vecchioni
Copertina di Luca Allegrini

“Generazione meno X” di Enrico Nascimbeni (seconda ristampa)
Il libro di Enrico Nascimbeni è un puzzle. Un puzzle della sua vita. Un divenire di dialoghi e pensieri urlati. Un libro dove lo scorrere del tempo diventa il pentagramma della narrazione da cui si dipanano in un viaggio onirico presente, passato e futuro. Resoconto di una vita disperatamente vissuta nell’incontro – “disincontro” . Nell’incanto disincanto di se stesso. “ Amore dove sei, mi manco tanto e non riesco a scrivermi “ Ed è proprio attraverso gli amori che Enrico ci consegna i suoi conflitti. La sua voglia di vivere-non vivere. Le sue conquiste mai definitivamente conquistate. “ Moglie mia , pensò rosicchiandosi l’unghia del dito medio destro, ho attraversato il mondo per averti e ora sono ugualmente infelice e agitato.” “ Figlio mio dove andremo? … Vieni qua , fermati un attimo e aiutami ad invecchiare “ Enrico e le sue gimcane tra l’essere uomo adulto e l’atavico richiamo a tornare bambino. Lo scrittore e la perenne conflittualità tra l’esser figlio -marito-padre “perfetto” e l’essere ribelle per il resto della sua esistenza. Enrico Nascimbeni incarna il bisogno ancestrale di essere accolti e accarezzati per ritrovare il senso di protezione e sicurezza perduti o mai davvero interiorizzati … “ Padre mio aiutami, tra i libri infiniti, la grande cultura,le tue certezze abominevoli, il tuo vedermi sempre da lontano . Mi devi aiutare, Cristo, non riesco a crescere. “ “Madre devo parlare anche di te. Madre, maglia, mascarpone, male dentro, in questo cervello inquinato. … Vaffanculo mamma anche tu mi lascerai solo.” Insomma, lui racconta e si racconta senza farsi sconti . Dipingendo un quadro analitico della conflittuale e perenne ricerca di sé. In un continuo altalenarsi tra ciò che è e (come canta Guccini) : “ Quel male a cui non si da un nome … un’ ossessione circolare tra la volontà ed il non potere …” Ma la vera condanna per un artista come Enrico è continuare a “torturarsi il muscolo del sogno” ricordandosi la “ stella spiona” dei suoi perenni momenti.

“Rosanero” di Patrizia Stefanelli
Rosanero, il titolo della silloge. Un titolo di vitale armonia, dacché la vita è proprio la risultante di contrapposizioni che nel loro diacronico succedersi ne determinano la substantia: luce, buio; amore, odio; male, bene; Caino, Abele; spiritualità, materialità; Thanatos, Bios; ed è dalla fusione dell’eracliteo polemos degli opposti che nasce l’euritmica musicalità di questo poema. L’urgente forza creativa di Patrizia Stefanelli che tanto sa di tempo, di realismo naturistico, di passione, di barbagli e folgorazioni, di pienezza ontologica, di tutto ciò che coinvolge l’uomo in quanto tale. Un crogiolo di emozioni estemporanee o decantate in interiore homine che sentono il bisogno di guardare il sole, di respirare aria pulita, di cantare ex abundantia cordis quello stato di erotico stupore che dal reale decolla verso arditi approdi. E il tutto in una versificazione di polisemica energia fonosimbolica e metrico-semantica che niente ha di pleonastico né tanto meno di epigonismo, considerando gli accostamenti inconsueti e i picchi poetici di queste composizioni che evidenziano, tra l’altro, la maestria della Nostra nel giocare tra classico e moderno, tra verso libero e metricamente combinato, in una molteplicità di espressioni di genere vario.
Dalla prefazione di Nazario Pardini
Copertina di Luca Allegrini

Le raccolte di Rupe Mutevole: n^4 Enrico Nascimbeni
Nascimbeni deve ringraziare il cielo per questo inarrestabile ballo di San Vito che è il suo modo di vivere, perché non può fare a meno un solo istante di pensarsi e di scriversi: se per assurdo si arrestasse potrebbe persino correre il rischio di essere felice e proverebbe un’insana vergogna di sé. Ora è pur vero che esistono uomini come lui un po’ ovunque e quelli là sì che son disperati, perché manco riescono a scriverlo quel che provano. Lui no, lui è un fortunato: la natura gli ha concesso un “link” così diretto tra cuore e penna da sconsolarlo e consolarlo in frazioni ripetute di attimi e stagioni che non ha nemmeno il tempo di capire che ripete un’identica inafferrabile “saudade” da sempre, col chiaro intento di non volerne venire mai a capo perché sarebbe la fine. Questa unica cosa che scrive in “non-poesia” (?), Enrico la scrive bene, molto bene, ma più ancora immagina bene quel che scrive, volando basso su scenari da pop-art, e banali ammennicoli mediatici e mettendo in atto dissociazioni, salti formali (anche uno a verso) consoni al suo “Pensare viaggi fermi” dove tutto è sparso e disseminato, niente diretto o rettilineo.
Dalla prefazione di Roberto Vecchioni 

Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un’e-mail (info@rupemutevole.it) alla redazione inviando il tuo inedito, se vuoi pubblicare nella collana “Trasfigurazioni” con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it

Written by Alessia Mocci
Addetta stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

Info
http://www.rupemutevoleedizioni.com/


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Intervista di Alessia Mocci a Davide Lisi, autore de Lo stomaco delle farfalle

Un salto. Nessun tonfo. Sul tavolino della camera ci sono ancora gli avanzi dei suoi amori distruttivi. Il letto disfatto e ancora caldo, fuma una sigaretta e agli sguardi inorriditi dei vicini risponde con tono pacato “Io non ho visto niente, posso dirvi quanto si sono mossi e spinti, ma nulla più”.” – “Un salto” estratto da “Lo stomaco delle farfalle”
Davide Lisi pubblica a novembre 2014 una raccolta di racconti per la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.
Il titolo, “Lo stomaco delle farfalle”, è di grande impatto, la copertina crea una forte empatia appena la si scorge, ci si deve soffermare per curiosare nei particolari dello stomaco della farfalla rappresentato.
Ho incontrato Davide Lisi per una breve conversazione nella quale si invitano i lettori a conoscere meglio l’autore. Buona lettura!

A.M.: Ciao Davide, grazie per aver concesso questa breve intervista. Vorrei iniziare da una domanda di rito: quand’è nata la tua passione per la scrittura?
Davide Lisi: È nata come nasce ogni cosa. L’incontro tra due o più persone ed eventi. Ricordo il momento in cui in camera scrissi il mio primo verso. Forse è solo il primo verso che ricordo, magari ne ho scritti altri prima. La memoria ha una vita propria, anche lei cresce, quindi diventa difficile rispondere. In ogni caso, saranno almeno dieci anni.

A.M.: Il poeta francese Stéphane Mallarmé sosteneva: “È Poesia il sublime mezzo per il quale la parola conquista lo spazio a lei necessario: comporre versi è un'attività che si potrebbe definire testografica.” Qual è la tua definizione di Poesia?
Davide Lisi: Un tale prima di me disse che definire è limitare. Ci aggiungo che limitare è uccidere. Non sono mica un assassino, no? La poesia ha un solo compito: restare libera. Hanno provato per secoli interi a selezionarla, a relegarla in una camera oscura e senza musica. Si è arrivati a vestirla e portarla sottobraccio a spettacoli in cui veniva solo coperta di moniti e paura. Un abominio. A questo riguardo, il romanzo che sto finendo di scrivere inizia con “l’atto di scrivere una poesia è già poesia”.

A.M.: Il titolo della tua nuova pubblicazione “Lo stomaco delle farfalle” è molto accattivante e supportato dalla bellissima copertina creata da Annalisa Zaccaria. Come nasce l’idea del titolo?
Davide Lisi: Il titolo è nato alla fine. Volevo un immagine che desse l’idea delle parole. Immagina di essere un bruco in una crisalide. Quando diventi farfalla non devi strappare la crisalide. Dovresti farci un buco appena per passarci. Guardarla, annusarla e amarla. Portarla sempre con te. Renderla tua, digerirla insomma. Quindi, quale posto migliore dello stomaco? Annalisa è stata bravissima. La copertina è nata davanti a due pinte di birra e tante sigarette. Le sono molto grato e ve la consiglio spassionatamente.
A.M.: Quali sono i momenti della giornata in cui senti il “bisogno” di dedicarti alla scrittura?
Davide Lisi: È come chiedere “quando ti scappa la pipì ?” Quando bevi, ovviamente. E ogni occasione è buona per modularla in parole. Si scrive per infiniti motivi. Perché ci piace, perché lo specchio non ci è mai bastato. Insomma, la storia inizia con la scrittura! È l’unica vera invenzione dell’uomo. Le altre sono progressioni della natura. L’uomo con la scrittura ha creato dio. Inconsapevole, di esserlo già diventato, semplicemente scrivendo. Ovvero, facendo con la propria realtà soggettiva quello che gli alberi fanno con l’anidride carbonica. Ossigeno. Vita!

A.M.: Il filosofo greco Platone sosteneva: “La scoperta della scrittura avrà l'effetto di produrre la dimenticanza nelle anime che l'impareranno, perché, fidandosi della scrittura, queste si abitueranno a ricordare dal di fuori mediante segni estranei, e non dal di dentro e da sé medesime.” Pensi che questa affermazione descriva la società odierna?
Davide Lisi: Posso affermare che ora Platone, a quelli della caverna, dovrebbe mandare un messaggio su Wathsapp! E l’orrore potrebbe essere la mancata doppia spunta blu. Quando si parla di “società odierna” mi irrigidisco. Quando si parla di “ora” non puoi non citare il prima e il probabile dopo. Siamo miopi. Scrivere e leggere sono occhiali fidati per chi vuole guardarsi e guardare.

A.M.: Coltivi altre passioni oltre alla letteratura?
Davide Lisi: Le coltivo e cresco con loro. Amo ogni attività che implichi il mettersi in gioco. Spostarsi da sé, andare altrove. Ho fatto teatro, suono la chitarra, gioco a calcio. Ah, Ascoltare è un’altra grande passione.

A.M.: Hai in cantiere qualche presentazione de “Lo stomaco delle farfalle”?
Davide Lisi: Ci saranno tante presentazioni, luoghi fisici in cui incontrarsi e scambiarsi idee e quindi energia. È un piccolo tour. E ho sempre sognato di girare il mondo in tour!

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Davide Lisi: Non fa per me dare consigli.

A.M.: Salutaci con una citazione…
Davide Lisi: Concludo con una canzone: “like a rolling stone” di Bob Dylan.

Per pubblicare con Rupe Mutevole Edizioni invia un’e-mail alla redazione (info@rupemutevole.it), se vuoi pubblicare nella collana “Trasfigurazioni” con la collaborazione di Oubliette Magazine invia ad: alessia.mocci@hotmail.it

Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)

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Armi e balistica di Marzo in edicola,si parla di guardie giurate

Armi e balistica di Marzo in edicola,si parla di guardie giurate

Correlazione euro-dollaro americano, ecco cosa sapere

Conoscere la correlazione tra le valute è sicuramente un aspetto importante per mettere in atto strategie di successo ed arrivare così ad aprire posizioni profittevoli che una volta chiuse possono far lievitare il capitale. Cosa significa correlazione tra le valute? 

Per scoprirlo, partiamo dal coefficiente di correlazione. Con questo termine si vuole indicare quante valute sono collegate fra loro, perché le coppie interdipendenti procedono muovendosi nella medesima direzione e questo aspetto permette ai trader di seguire l'andamento di una valuta per ricevere notizie interessanti e studiare il livello di somiglianza riferito al movimento. 

E' bene precisare che i coefficienti possono essere molto utili nella scelta delle valute, ma non costituiscono da soli informazioni per ottenere guadagni subito. Le correlazioni, inoltre, possono variare nel corso del tempo e quindi, lungi dall'essere standard e predefinite, possono subire delle modifiche importanti.

L'euro è correlato in maniera positiva con gli asset che sono collegati in maniera negativa con il dollaro americano. Prima della crisi economica , i trader potevano studiare gli effetti positivi che il valore dell'oro aveva sull'euro. Oggi non è più così e ciò si è verificato a seguito della crisi del 2008. Per quanto concerne il cambio euro-dollaro americano, esso tende ad essere correlato in maniera positiva con GBP/USD e invece correlato in maniera negativa con USD/CHF. 

La correlazione, dunque, è un aspetto da non tralasciare, in quanto permette al trader di diversificare i propri investimenti, evitando di aprire posizioni simili. Il legame di interdipendenza tra le valute viene utilizzato in diverse strategie, una tra tutte è quella dell' hedging, cioè una copertura che può diminuire il rischio, perché permette all'investitore di mettersi sia in short che in long su una singola coppia di valute. 

Per ottenere notizie interessanti ed aggiornate in tempo reale con previsioni affidabili sull'andamento del cambio euro-dollaro americano , è possibile seguire le news e le informazioni di Francesco Massetti, su www.Forexgann.net. Per info e consulenze: 333.7193147, lunedì-venerdì ore 10,00-12,00 oppure Skype : Chiama Forex.Gann.

Cassa depositi e prestiti lancia il suo primo bond retail



‘Investi sul tuo futuro e su quello del Paese’. È con questo claim che Cassa depositi e prestiti, il colosso che gestisce il risparmio postale degli italiani, ha deciso di lanciare un bond retail, il primo della sua lunga storia. Le obbligazioni sono acquistabili dal 9 marzo in banca  e possono essere sottoscritte da tutti i cittadini italiani residenti nel Paese.
La proposta di Cdp è interessante per tre motivi. Prima di tutto per il fine. Cassa depositi e prestiti ha fatto sapere che i fondi raccolti saranno investiti nella crescita dell’Italia attraverso il finanziamento di infrastrutture energetiche e per la viabilità. Cdp è da sempre al fianco degli Enti locali, ma anche delle imprese. D’altronde lo statuto obbliga il Gruppo a perseguire l’interesse pubblico, nonostante utilizzi fondi privati.
Ci sono poi i tassi di interesse. Per i primi due anni il rendimento è fisso all’1,75%, una cifra non indifferente visto il mercato caratterizzato da tassi ai minimi storici. Dal terzo anno fino al settimo poi, il tasso sarà variabile e agganciato all’Euribor 3 mesi. Secondo molti analisti, l’indice non potrà che crescere, comportando quindi un guadagno maggiore per gli investitori.
Infine la tassazione. I bond emessi da Cassa depositi e prestiti sono tassati al 12,5%, meno della metà della percentuale prevista per le rendite finanziaria (fissata al 26%). Perché questo trattamento di favore? Semplice, perché Cdp, a differenza delle banche, non persegue il profitto ma l’interesse pubblico. Va quindi a finanziare anche opere che danno dei rendimenti bassi, ma che hanno un valore per tutti gli italiani. 

Servizio deposito mobili

Nessi traslochi è un'azienda milanese specializzata in traslochi, sia per utenti privati che per aziende, da quasi 70 anni: era infatti il lontano 1947 quando Erminio Nessi, fondatore dell'azienda nonché imprenditore di nuova generazione per quei tempi, decise di dar vita a quella che, con il passare degli anni, sarebbe diventata una delle aziende più importanti del settore in Lombardia. Con il solito spirito innovatore che la caratterizza, l'azienda è lieta di annunciare due novità nel panorama dei servizi offerti: grazie alla ristrutturazione della sede aziendale, è stata approntata un'area dedicata allo stoccaggio di mobili e arredi vari. Trova quindi nuovo sviluppo il servizio omonimo, che consente di conservare in ambienti idonei, fin quando se ne ha necessità, i vostri beni, in attesa di trovare sistemazioni definitive.
L'acquisto di nuovi mezzi che arricchiscono la flotta disponibile ha inoltre consentito di lanciare il servizio di noleggio di piattaforme aeree, con o senza operatore.
Per tutte le novità sui servizi visitate i nostri siti aziendali.

SalvaWatt Rifasatore per Risparmiare Energia Elettrica

Apparentemente è una scatola metallica ma in sé include tutti i componenti di un rifasatore in grado di farvi risparmiare sulla bolletta luce.
Una volta fatto installare da un tecnico autorizzato di zona, SalvaWatt occupa pochissimo spazio, basti pensare alle dimensioni  - ad esempio del rifasatore monofase - sono di 160x130x70 - e al peso - variabile in base al modello - tra 1.050 e 1.2 Kg.
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